opinioni

Treni: due mesi di passione

giovedì 4 marzo 2010
di Comitato pendolari Roma-Firenze

Un bilancio piuttosto pesante per i primi due mesi dal cambiamento di orario ferroviario. Disagi soprattutto nella fascia pomeridiana dovuti in primo luogo all'assurdità per la tratta Roma-Orvieto, delle partenze di treni regionali e intercty ravvicinatissime (14.36 - 14.43; 16.36 - 16.44) contro buchi di quasi 2 ore! Tariffe in aumento, beffa di una carta Tutto Treno rateizzabile in due tranches da 6 mesi ma con un interesse di 20 euro in più annui (costa già la bella cifra di 400 euro!), forti disagi anche per i collegamenti Orvieto-Terni risolti solo nei giorni scorsi con autobus sostitutivi concessi dopo estenuanti trattative con la Regione e Trenitalia.....e poi naturalmente non mancano forti ritardi, l'Intercity 594 che parte da Roma alle 16.36 parte di prassi con i suoi bei 30 minuti ..... per non parlare dei contnui problemi in Direttissima, dovuti a guasti alla linea elettrica, malfunzionamenti, precedenze da dare ....poi? porte non funzionanti, mancanza di posti a sedere per chi ha abbonamento, e anche grandissima sporcizia...

Sul fronte regionale, se da un lato è molto apprezzabile l'interessamento da sempre dimostrato dall'assessore ai trasporti umbro, Giuseppe Mascio, alla problematica del trasporto ferroviario regionale e interregionale, interessamento che si è tradotto nel coinvolgimento anche dei Comitati pendolari ai tavoli di discussione per i nuovi orari o per il contratto regionale, dall'altro il Comitato Roma-Firenze ritiene che debba essere fatto uno sforzo maggiore: innanzi tutto deve esserci non concertazione, ma possibilità di contrattazione per i Comitati. Inoltre vanno tenute ben distinte le problematiche strettamente regionali da quelle che riguardano lo spostamento media-lunga percorrenza. Non si può più prescindere infatti dall'instaurare un confronto serio e costante fra tutte le Regioni coinvolte (Toscana, Umbria, Lazio) per arrivare alla tutela seria e condivisa anche di quelle fasce di utenza (come i pendolari della Direttissima) che si trovano in una zona considerata terra di nessuno.