opinioni

Il privilegio della cultura secondo Leoni

martedì 23 febbraio 2010
di Pier Paolo Vincenzi - docente della Scuola di Musica

Il consigliere Leoni continua nella sua ragioneristica crociata contro sperperi, sprechi e abusi. Mette tutto in un calderone e comincia a girare con il mestolo del populismo e della demagogia. Parla di realtà che non conosce, di associazioni, di elargizioni "cancro delle casse comunali".
La Scuola Comunale di Musica è una trentennale realtà culturale orvietana.

Non credo che Lei, consigliere Leoni, sappia lontanamente quali attività si svolgono nella Scuola di Musica. Non credo Lei sappia minimamente come la Scuola interagisce con il tessuto sociale, con le altre realtà scolastiche, con il territorio. Non credo che Lei abbia mai messo piede nella Scuola di Musica. Se c'è entrato, credo non ne abbia capito il senso. Perché vede, consigliere Leoni, non so se ciò sia attribuibile alla sua cultura (o meglio, formazione) di destra, o ad una sua inclinazione personale, ma quando Lei afferma che la presenza del Comune in associazioni come quella in oggetto è finalizzata a comprare consenso, afferma qualcosa di estremamente grave.

Sono stato studente della scuola di musica dal 1987 fino 1999, più o meno; vi insegno dal 2004. A me nessuno è venuto a chiedere voti dentro la scuola. Nessuno mi ha chiesto la tessera di partito (che non avevo) quando sono entrato a insegnare pianoforte.

Sa, forse Lei confonde il "comprare consenso" con la promozione ed il sostegno di politiche culturali e sociali. Il contributo del Comune al funzionamento della Scuola, caro consigliere, è quel piccolo sostegno che permette di fornire un servizio educativo e culturale senza pretendere quote proibitive per le famiglie o, di contro, senza pretendere che i docenti lavorino in condizioni economiche e di tutele di stampo cinese. Il contributo, per essere chiari, è quella piccola forma di redristribuzione delle opportunità che forse la sua cultura di destra non coglie o non accetta, è quel quid che non consente che la fruizione della cultura, e tanto più della "formazione culturale", sia un privilegio di casta legato al censo.

Il diritto alla formazione, anche quella culturale, caro consigliere Leoni, è qualcosa che le pesa così tanto? O preferisce vedere oltre 250 ragazzi per strada, invece che a Scuola di Musica?
Forse Lei, consigliere, ha qualcosa da ridire sulla qualità del servizio che i docenti della Scuola offrono: la prego allora di essere chiaro, ma anche di enunciarci quali competenze lei ha interpellato in tal senso e quali riscontri ha avuto.

Detto questo, mi piacerebbe sapere se il pensiero del consigliere Leoni è una sua elucubrazione personale o è un pensiero meditato e ponderato in seno al suo gruppo consiliare. Vorrei sapere se è un pensiero condiviso con le altre forze della "minoranza di governo". Vorrei sapere cosa ne pensano le altre forze politiche, la giunta, il Sindaco.

Pier Paolo Vincenzi - docente della Scuola di Musica "A. Casasole"