opinioni

Del rispetto e della negligenza: "La stagione dei diritti si rivelerà effimera se non sorgerà un nuovo senso del dovere"

domenica 14 febbraio 2010
di Mario Tiberi

Nell'approssimarsi dell'appuntamento elettorale per il rinnovo di oltre la metà dei Consigli Regionali, compreso quello del "Cuore Verde d'Italia", non è di secondaria importanza soffermare l'attenzione, anche solo per un istante, sulle idee e le piattaforme programmatiche, sugli uomini e le donne che le dovranno interpretare e diffondere tra l'opinione pubblica, sul come legare tutto ciò e come offrirlo al giudizio degli elettori e delle gentili elettrici.

La prima considerazione va rivolta ai metodi e ai criteri per la cernita e la selezione dei candidati alla carica di consigliere regionale e poi, conclusivamente, alla composizione delle liste partitiche che si contenderanno, da singole o collegate all'interno di coalizioni, la guida di governo della Regione Umbria per i prossimi cinque anni. Volutamente limito le presenti riflessioni al territorio umbro mentre lo sguardo tenterà di abbracciare tutti i potenziali schieramenti, da destra a sinistra passando per il centro e vie laterali.

Da tempi lontani, è notorio e profondamente vero che il mondo della politica è in permanente debito nei confronti delle masse popolari per le sue malefatte, le sue corruzioni, i suoi scandali e principalmente per la sua incapacità di saper trasferire in provvidenze tangibili le attese di giustizia, le aspettative di vita dignitosa, le speranze di diritti uguali e realmente praticati provenienti dalle istanze e dai bisogni della gente comune.

Del resto, il popolo non è che manifesti eccessive pretese; chiede soltanto alla classe politica in senso lato di poter affidare la delega della sua rappresentanza in mani degne dei mandati conferiti. Non è indifferente presentare una lista di candidati piuttosto che un'altra: se il buongiorno si vede dal mattino, la prima cartina di tornasole, onde stabilire se una compagine meriti o meno la fiducia popolare, risiede proprio nella genesi della sua stesura.

Personalmente, reputo essenziali e irrinunciabili almeno cinque elementi di qualità per disegnare il profilo di un eleggituro in organismi con funzione pubblica: a) capacità di saper rappresentare le motivazioni ideali e di indirizzo delle scelte politiche che stanno alle fondamenta dell'Atto costitutivo del partito di appartenenza; b) autorevolezza e prestigio indiscussi goduti tra l'opinione pubblica; c) meriti acquisiti e attestati per studi, conoscenze specifiche, esperienze personali e professionali e cultura generale; d) limpidezza morale e comprovata onestà; e) fedeltà alle norme statutarie e al codice deontologico contenuto nelle deliberazioni espresse dal partito di provenienza.

Con tenacia e perseveranza siamo riusciti, chi Vi scrive e il Dr. Andrea Scopetti, a far codificare i principi suesposti tra le principali regole di comportamento del Partito Democratico del comprensorio orvietano; siamo consapevoli che "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare" e non c'illudiamo più di tanto che passare dalle parole ai fatti non sarà facile ed agevole. L'imbocco della giusta strada da percorrere è però tracciato e, con la stessa tenacia e perseveranza, continueremo ad impegnarci perché ciò che è stato scritto sia rispettato.

Già, il rispetto: parola abusata e della quale ci si riempie la bocca spesso in modo arbitrario, vuoto e privo di valore. Una delle più alte forme di rispetto verso i nostri simili, per riecheggiare la sostanza e la vera natura del meritevole, è posta nel sincero riconoscimento pubblico dei loro meriti con il conseguente superamento del sentimento della gelosia che tante irrazionalità e nefandezze ha generato e continua a generare.

All'opposto del rispetto vi è la negligenza che scaturisce dal livore dell'invidia e che produce discriminazioni e ingiustizie: chi è negligente è colpevole non solo moralmente, ma anche giuridicamente. Sono affermazioni già pronunciate, ma che non mi stancherò mai di ripetere.
Un arguto favolista del mondo antico ha lasciato scritto: "Superior stabat lupus..." volendosi riferire ai pretesti con cui il prepotente ingiusto sfrutta i miti e gli umili, tali in ragione dell' essere meritevolmente saggi. Più recentemente un Uomo, a cui è stata tolta la vita da chi volle colpire il "Cuore dello Stato", ha profetizzato: "La stagione dei diritti si rivelerà effimera se non sorgerà un nuovo senso del dovere".