opinioni

Mobilità alternativa: dalla Città al paesone. Lettera aperta al primo Cittadino

sabato 19 dicembre 2009
di Maurizio Conticelli

La chiusura dei varchi nel tratto inferiore di Corso Cavour, consentirà alle vetture di transitare liberamente nella (ex?) isola pedonale che da Piazza Cahen giunge sino al Teatro Mancinelli.
Il provvedimento deciso dall'Amministrazione Comunale, valido temporaneamente sino al primo gennaio 2010, è stato giustificato con "la necessità di favorire il commercio nelle festività natalizie" e con i seguenti obiettivi: "la diminuzione del volume di traffico, la riduzione dell'inquinamento acustico ed atmosferico, l'incremento della vivibilità delle strade del centro storico in un periodo di particolare afflusso turistico, la vivacizzazione della vita commerciale e sociale sulla rupe".
Si tratta di una decisione improvvisata e miope, che avrà l'effetto contrario in termini di accresciuta invivibilità della principale via commerciale cittadina proprio durante l'ingente afflusso di persone durante Umbria Jazz.

Chi voleva aumentare l'immagine internazionale di Orvieto, potrebbe forse esserci riuscito, nel senso che la nostra Città potrebbe così divenire un caso di portata europea, ancor più negativo per la totale incoerenza rispetto ai notevoli sforzi compiuti nei decenni passati dalle istituzioni per realizzare un moderno sistema di mobilità alternativa, dotato di infrastrutture (parcheggi, scale mobili, funicolare) e progetti che semmai avevano necessità di progredire ulteriormente, soprattutto nella loro fase attuativa, per conferire ad Orvieto l'immagine di Città europea e non di paesone squalificato.

Finalmente un atto di discontinuità dalle precedenti amministrazioni - diranno i sostenitori del primo cittadino, preoccupati dal suo eccessivo appiattimento su molti fatti del passato - ma ci creda, Sindaco, che anche in questo caso ci saremmo attesi uno suo autorevole smarcamento nel senso della ricerca di soluzioni di maggiore qualità per la vita dei Cittadini e per il futuro di Orvieto.

Con tristezza
Maurizio Conticelli