Il 6 aprile arrivammo con la neve, con la neve ce ne andiamo il 6 dicembre ...
Freddo, sul Gran Sasso la neve scendeva fino a sopra Assergi. Il panorama apparso ai volontari umbri era questo. Paganica alle 17.30 del 6 aprile la gente aspettava presso il campo di rugby i soccorsi . La notte prcedente alle 3.32 l'Aquila e il suo territorio erano state colpite da una violentissima scossa terremoto che da almeno 6 mesi faceva traballare costantemente uomini e cose.
Insieme agli alpini dell'ANA Abruzzo si allestisce la tendopoli, si incomincia a dare un pasto caldo. Oltre 5000 persone vengono in qualche modo soccorse. Nei giorni seguenti le tendopoli diventano Paganica 1, poi 2, 3, 4, oltre 7000 persone assistite. Il coordinamento dei campi viene affidato alla Regione Umbria. 150 volontari per una settimana e poi in quelle successive si alternano nella gestione delle tendopoli. La situazione si evidenzia in tutta la sua drammaticità, non solo per i morti ed i feriti, ma soprattutto per il numero degli sfollati, oltre 30.000. Una piccola regione come l'Umbria si trova a gestire una situazione complessa al di sopra delle proprie forze. I volontari, questa incredibile risorsa di uomini e donne, alla fine saranno più di 1500, hanno reso possibile questa impresa. Sono loro la vera spina dorsale della Protezione Civile, sono quelli che meno appaiono, quelli che cucinano, smontano e montano tende, puliscono bagni, costruiscono impianti elettrici, fogne, organizzano la vita di un campo, lo rendono più umano, pronti a dare una mano a dire parole di conforto e coraggio.
La Protezione Civile è un sistema di più forze, di diversi soggetti che concorrono a rendere meno drammatica la situazione, ma credete, un volontario o una volontaria ha in se una forza e una determinazione difficilmente riscontrabile in altri soggetti. C'è una forza in loro, una ragione di impegno, una motivazione di fondo che fa superare ogni fatica, ogni senso di rassegnazione. Questo prezioso pezzo d'Italia, senza confini ne barriere di qualsivoglia origine anche questa volta è stata la chiave risolutiva dell'ennesima emergenza di una Paese che pare dare il meglio di se solo davanti alle disgrazie. Un Paese che dovrebbe ricordarsi di questo "popolo" anche in tempi di PACE. Al volontariato andrebbero date maggiori risorse, più mezzi, migliore formazione, renderlo sempre più professionale.
Venerdì prossimo "giornata del volontariato" il Capo dello Stato Giorgio Napolitano incontrerà una delegazione di rappresentanti di tutte le forze del volontariato, per il sottoscritto sarà un onore rappresentare i Volontari dell'Umbria, sarà il riconoscimento migliore per il lavoro svolto in Abruzzo e nelle altre mille occasioni dove siamo stati impegnati. Sarà anche il modo per riaffermare l'unicità della nostra Nazione, di un'Italia che insieme dal nord al sud, senza divisioni senza egoismi , senza forzate false rappresentazioni di Paese spaccato ancora una volta ha saputo dare il meglio di se. Ad Aprile c'era la neve qui a Paganica, ce ne andiamo il prossimo 6 dicembre ed è tornata la neve. Molto si è fatto con limiti e qualche contraddizione, ancora molto ci sarà da fare, gli Abruzzesi non resteranno soli, la ricostruzione sembra ancora lontanissima, questa esperienza ci ha dato molto, e a questa gente così dura ci sentiamo di dire grazie. Comunque ci saremo, volontari e Istituzioni umbre non vi lasceranno soli ad affrontare questa difficilissima sfida.