opinioni

Chi si assenta ha sempre torto

domenica 13 settembre 2009
di Mario Tiberi, iscritto PD Orvieto centro

Sabato pomeriggio mi sono recato alla presentazione delle tre mozioni in vista del prossimo Congresso del Partito Democratico. Aperta la seduta, il coordinatore dei lavori ha annunciato che, per ragioni non del tutto comprensibili, l'illustratore della mozione "Franceschini" non sarebbe stato presente e, quindi, altro non si poteva fare se non procedere con una digressione sulle altre due. Lì per lì non volevo credere alle mie orecchie, ma, passato un fuggevole attimo di iniziale smarrimento, ho cominciato a meglio comprendere i motivi di tale assenza.

In Orvieto, dietro la mozione non presentata ci sono Mocio, Meffi, Mariani e altri di secondo piano ed è tipico dei comportamenti di costoro, almeno negli ultimi tempi, di scantonare le riunioni ufficiali di dibattito politico e concentrarsi unicamente alla partecipazione in quelle dove ci sono da spartire posti e poltrone di potere. E' accaduto in occasione della composizione delle liste del PD per il rinnovo del Consiglio Comunale e di quello Provinciale, per l'attribuzione di un importante Assessorato nella Giunta della Provincia di Terni, per le presidenze delle commissioni consiliari, per i CdA di Enti territoriali di ogni ordine e grado e così via dicendo...

Sono quegli stessi personaggi che hanno avuto l'ardire e la "faccia tosta" di denunciare, poche settimane orsono, che all'interno del partito si sta consumando una vera e propria "emergenza democratica" arrivando ad insinuare una gestione del gruppo consiliare praticata con metodi dittatoriali. Ed ha fatto bene il Capogruppo Giuseppe Germani, e con lui anche il Circolo di Orvieto centro, a replicare che nulla o poco sanno perché mai o quasi mai sono presenti nei consessi di disamina e deliberazione delle questioni pubbliche. Ma certamente: in quei consessi c'è da perdere solo del tempo prezioso che, invece, va dedicato a più produttive e private faccende per cui affaccendarsi!

Qualcuno potrà obiettare che, con codeste affermazioni, il sottoscritto tende a violare la disciplina di partito che impone di lavare i panni sporchi in famiglia. Mi basta rispondere così: la chiarezza e la verità non hanno padroni e alla lunga sono sempre utili alla credibilità di una causa politica. E poi c'è da considerare un ulteriore aspetto non di secondaria importanza: la democrazia è partecipazione e chi è renitente ad essa non è abilitato ad usufruire dei suoi benefici e dei suoi servigi.

Vedrete che, dopo queste colpevoli latitanze, nei giorni delle assemblee congressuali in cui si eserciterà il diritto di voto, gli assenti di sempre si presenteranno in massa assieme agli iscritti-fantasma per porre sul piatto della bilancia il peso fittizio di un consenso né libero né democratico.
A questo stato di cose bisogna reagire con una ferrea e rigorosa "vigilanza democratica" e il primo atto concreto sarà una consegna inderogabile per ogni elettore: esprimere la propria preferenza per Ignazio Marino o, in subordine, per Pier Luigi Bersani, ma mai e poi mai per la mozione Franceschini, non per lui che è degna persona, ma per i suoi epigoni locali che non meritano né ascolto né udienza.

Più passa il tempo e più si susseguono fatti, come quelli appena descritti, e più mi chiedo parafrasando un modo di dire alla "Di Pietro": ma che "ci azzeccano " certi personaggi con la dignità e la reputazione del Partito Democratico?.