opinioni

Fermenti d'agosto

lunedì 17 agosto 2009
di Nello Riscaldati

E così Ferragosto c'è piombato addosso senza preavviso e senza salutare s'è gia perso tra i fumi e gli aliti infocati della canicola.
Ma la politica orvietana no. Qui da noi, dovunque ti giri, è tutto un fermento stagnante, è un fermento soprattutto di chiacchiere e cioè di parole, parole vecchie, parole anziane, parole di mezza età, parole giovani, parole nuove, mezze parole, parolacce, insulti, commenti, contro commenti, tramezzini, aperitivi, biscotti e caffè.

E allora vai con la fantasia e immaginiamo un altro genere di fermento!

E' il fermento che fa si che nel breve spazio di una notte estiva, con un po' di neuroni in libera uscita lappe la capoccia, un prato secco diventi azzurro di fiordalisi o rosso di papaveri. Nero no, perché il Padreterno s'è scordato, (ma succede sapé, succede anche ma noe, figuramise ma Lue co' tutto quello che cià da fa'), dicevamo che si è dimenticato di inventare i fiori neri. Quando se ne n'è accorto dice che però c'è rimasto male e che ha cominciato a studiare per rimediare all'errore. E per studiare, come si sa, bisogna leggere. E allora il Buon Dio ha cominciato a leggere tenendo il segno col dito per paura di sbagliare ancora.
E leggi oggi e leggi domani, un giorno, perché le notte ancora non era stata inventata, s'imbattè nella famosa frase di Hegel che assicura che "di notte tutte le vacche sono nere". Allora il Buon Dio fece, alla moda dei politici d'oggi, una lunga pausa di riflessione non riuscendo a capire come facesse Hegel a sapere una cosa del genere non essendo ancora stata inventata la notte. Pensa che te ripensa, alla fine fece tra sé e sé: "Allora vorrà di' che mò invento ‘r buio cosi vedrae che "de notte anche tutte le fiore diventono nere". E fu cosi che il Buon Dio, daje daje, inventò all' improvviso tutto il buio del mondo.

‘R buio de lo spazio, ‘r buio de la notte, ‘r buio dentro le capocce de tanta gente che chiacchierono, chiacchierono e dicono: "So' io quello che cercavate pe' risorve le vostre probbreme!", e che poe je danno giù a promette che te ‘n fae in tempo a chiede che quelle aggià t'hanno promesso ‘nnicosa. E poe c'è ‘r buio de le cantine co' le lampadine furminate, ‘r buio de le chiaviche atturrate come quelle che c'emo qui a Orvieto, ‘r buio de quanno va via la luce propio quanno stanno pe' tirà ‘r carcio de rigore e via discorrenno.

E fu appunto da quanno il Buon Dio inventò ‘sto buio che l'omo, pe' nun esse da meno, inventò la famosa frase "E qui, regà, nun ce se vede manco a fa a cazzotte" perché dice che a ‘r buio invece de menà man quell'artro, ‘sto fregno menava mar muro.

Ma forse, coinvolti dal fascino dei massimi sistemi, ci siamo allontanati un po' troppo dalla strada che ci eravamo proposti di percorrere.

Dicevamo dunque che in queste settimane di fine estate in Orvieto è tutto un fermento. Da fonti solitamente bene informate si apprende che il Sindaco s'è perso in qualche remoto e dimenticato angolo del Palazzo popolato da chissà quanti scheletri, partito alla disperata ricerca dell'arca perduta dato che aveva sentito dire dai saggi del villaggio che dentro la medesima sarebbero racchiuse le risposte a tutte le domande. Si dice pure che presa un ascia, abbia distrutto diecine e diecine di arche, anche di pregio, ma che dentro abbia trovato al massimo qualche rimasuglio di farina. Sull'ultima arca demolita gli si ruppe anche l'ascia. Preso dallo sconforto e trovato un passaggio segreto che dà nei sotterranei della Chiesa di S. Andrea, dopo lungo peregrinare uscì sul Corso dove noleggiò una carrozza che in una settimana lo condusse a Cortina dove si mise subito a suonare un clavicembalo ben temperato.
Valentino, noto critico musicale del circondario sostiene che il clavicembalo non era temperato bene e quindi, dopo un lungo dibattere, la questione viene demandata ad un team di sindacalisti che lottano da decenni per la difesa delle temperature e delle temperanze e dei temperalapis.

Intanto ‘r fijo d'Ughetto apre tuttumbotto porte e finestre per far passare un po' d'aria, ma un colpo di vento fa sbatacchiare le imposte e rompere i vetri.
Il Sindaco trasale: "Te ha' visto mae che mò questo me rompe sia l'ova che ‘r paniere che sto a intreccià e che per intrecciallo ho dovuto fa più accorde io che un pianista jazz tipo Earl Hines, Art Tatum, Errol Garner o, se vogliamo, anche Duke Ellington.

Ce vole carma regà!
Tanta carma! Carma e gesso! E dovete sta bone, dovete sta! Dovete sta zitte zitte e bone bone ché tanto a le foche ciarrivamo uguale!"

S'è rifatta viva la Loriana, la quale se avesse vinto sarebbe stata la "first lady" riverita e rispettata da tutte e invece, dato che ha perso, j'hanno scaricato addosso carrettate de corpe, tanto, hanno pensato, una più una meno, ne ‘sto casino ch' emo combinato ‘n po' tutte, chi ce capisce di chi è stata la corpa quella vera! E allora dimo che è stata la sua e la cosa finisce così.
Insomma le capocce de ‘r Partito (se fa per di') hanno deciso che ne la confusione bisogna di' che de ‘nnicosa che va male la corpa è tutta sua e solo sua. Presempio anche si piove la corpa bisogna dalla a lèe, e anche si rincara la benzina o si uno sguilla giu pe' la Cava quanno gela la corpa è sempre la sua, armeno armeno fino alle elezioni regionali che visto l'aria che tira nun se mettono bene per gnente.
Comunque è un segno de vita anche questo perché, regà, si qui nessuno se fa vivo e stanno tutte zitte, su a ‘r Camposanto, a petto a Orvieto, c'è più casino che ne ‘na discoteca.

Dice che ‘r Sindaco dopo avè arimediato Romiti junior abbia intenzione de telefonà in California per vedè de fa veni, a spese sue, Eta Beta e Indiana Jones pe' fasse da ‘na mano pe' trovà ste sorde e dice che vole fa' anche ‘na scappatina a Gubbio pe' fa' veni giù Don Matteo pe' vedè de scoprì ‘n tantino chi l'ha prese. E poe, ‘na vorta scoperto chi è stato, per arrestalle dice che avrebbero pensato a Fràssica.

Dice pure che, ‘gni tanto, arrivano cartoline da Sharm-el Sheik e da artre zone de ‘r Medio Oriente do' vanno a abbronnasse le porette. Mah! Perizie effettuate da esperti in materia hanno tutte confermato la presenza nelle cartoline suddette del retrogusto amaro de la "cojonella".

Un consigliere comunale neo-eletto e pieno zeppo de idee originali ha confidato ad un giornalista di avere un progetto per ripianare il bilancio imponendo una tassa a tutti quelli che, quando piove, aprono l'ombrello, facendola rientrare nelle tasse sull'ombra come quelle delle tende dei negozi, ed una tassa per chi passeggia dalla mattina alla sera in Gonfaloniera per occupazione e consumo di suolo pubblico. Per gli ombrelli, per comodità, si pensa ad una tassa di possesso. Al giornalista un po' dubbioso il consigliere ricorda che Solone, uno dei sette savi dell'antica Grecia, ebbe un giorno ad affermare come negli affari di grande importanza sia impossibile piacere a tutti.

Verso sera un uomo della strada chiede ad un altro uomo della strada, affacciati entrambi al secondo parapetto della Gonfaloniera:

-Ma seconno te 'ste fregne de ‘st'assessore, l'assessore lo sanno fa?!-

-Ma certo che lo sanno fa', ché sinnò ‘r Sindaco mica ce l'avebbe mese a sedé vicino a lue, come appunto vole di' la parola assessore!

-Allora però, presempio te spieghime ‘n tantino ‘na cosa. Si ogge, presempio, te vòe annà a fa' lo scopino o la guardia, mestiere arispettabbilissime, te tocca studià l'ingrese. Allora ‘st'assessore quante lingue dovrebbero sape'?!-

-Io questo nu lo so, so però che a quelle passate j'è toccato girà mezzo monno. Tè pensa che so' annnate a finì anche in Giappone pe' potè imparà quarcosa!

-E' vero, è vero, e difatte Evasio quann'era presidente un po' de giapponese lo parlava e si te ce fae caso quarcosa ancora s'aricorda e lo parla ‘nco'. De ‘r Presidente de ‘r Consijo novo, che penne penne e a la fine da quarche parte vedrae che casca, invece nun te saprebbe ancora dine, però a vedello allosì, a me me dà ‘n po' sull'arabbico, tipo surtano, o emiro, o califfo, o pascià, insomma roba de ‘r genere, a scerta de ‘r consumatore!-

Intanto mentre notizie riservate portate da corrieri segreti informano che da un po' di tempo Mocio è mogio mogio, il centro sinistra, tanto per dire, s'è ricordato di essersi presentato alle elezioni con un programma e di averle anche vinte come maggioranza che non governa e ha annunciato che a settembre sventolerà questo programma in Consiglio per farlo approvare. Il Sindaco, ricordandosi di Brenno, ha reagito con un "guai ai vinti" annunciando che sarà lui a sventolare il programma che dovrà essere approvato.

Il pubblico applaude perché con tutti questi sventolamenti almeno nella sala del Consiglio farà un po' meno caldo.

Intanto gira la voce che, nell'apprendere, sempre tramite agenti segreti, di simili prospettive politiche e immaginando di conseguenza Consigli Comunali combattuti fino all'ultima virgola e all'ultima parolaccia, lo stesso Murdoch abbia chiesto, per Sky, l'esclusiva mondiale per tutte le sedute dichiarandosi disposto a sborsare una cifra come quella che ce vole pe' Kakà a condizione però che i consiglieri, gli assessori, i segretari, gli uscieri, le guardie ed anche il pubblico parlino un inglese corretto sia nel dibattito, sia per le inevitabili interviste finali. Altra condizione è che la sala dovrà essere sigillata e nessuno potrà uscire fino alla fine del programma. Sulla porta verrà affisso un cartello con su scritto: Consiglio alla "troupe": "Fatela prima de entrà!".

Da una rapida indagine è venuto fuori che la maggioranza delle persone interessate al contratto, riguardo all'inglese, sanno pronunciare abbastanza bene i seguenti termini: "jesse, occhei, bai-bai, gubbai, meidei, gummoni, tenchiù, economist, finansial taimese, biutifulle, pitte-stoppe, bucche, tichette, scioppinghe, stoppengò e poco più. Quelli che nelle scorse consiliature hanno fatto viaggi all'estero si aiutano un po' con le mani e un po' con la bocca per farsi capire, qualche autodidatta bene o male riesce a salvarsi. Al contrario si dice che il Sindaco parli un oxoniense raffinatissimo.
L'attesa nel mondo dei media si sta facendo enorme.

Insomma molte cose bollono in pentola a Orvieto solo che se non si trovano i soldi per pagare la bolletta, l'Eni chiude il gas, la pentola smette di bollire, Murdoch chiede la penale e Conticelli proclama la sciopero generale delle zitelle.
Si avvicina cosi il triste giorno che, sulla Rupe e dintorni, dopo tante fatiche e tante speranze, rischia d'annà a male ‘nnicosa per mancanza de quatrine. Peccato, però!

Ma niente paura. Lo sceneggiatore ha in serbo un finale a sorpresa.
Tre secondi prima della chiusura del rubinetto del gas il Sindaco, Romiti, Eta Beta e Indiana Jones, rimediono ‘n po' d sorde spicce, vanno a pagà la bolletta e la pentola seguita a bollì. Tiè!