opinioni

Rappresentanza in Provincia: il territorio orvietano ridotto a un ruolo praticamente nullo

mercoledì 15 luglio 2009
di Danilo Buconi, Consigliere comunale di Monteleone d’Orvieto

Il risultato delle recenti elezioni provinciali consegna al territorio orvietano - e, in particolare, dell'alto orvietano - un quadro politico amministrativo completamente diverso dal passato, assai deludente e, quel che è peggio, del tutto inadeguato rispetto alle potenzialità economiche, ambientali, sociali e culturali di questo territorio.

E come se non bastasse, alla riduzione della rappresentanza elettiva derivata all'orvietano dal legittimo voto popolare, si è aggiunta la scure, la mannaia rappresentata dal potere conferito dalla legge al Presidente della Provincia in virtù del quale, dentro un'opera sempre più lontana dalle volontà popolari e dalle esigenze dei territori, quella dei bilancini partitici, Egli scegliendo a proprio piacimento la composizione della Giunta provinciale ha di fatto relegato il nostro territorio ad un ruolo ancor meno che marginale, praticamente nullo.

Dal punto di vista giuridico, amministrativo e istituzionale tutto perfettamente lecito.
Sul piano del rispetto, delle pari opportunità tra tutti i territori provinciali, della parità di diritti tra tutti i cittadini della Provincia, qualche dubbio, qualche malumore, qualche osservazione risultano però parimenti legittimi e, come tali, meritano di essere sviscerati e resi di pubblico dominio.

Il territorio dell'orvietano, tutto, è risultato determinante nella vittoria al primo turno del Presidente della Provincia: come ringraziamento, lo stesso Presidente, ha fatto il meglio possibile per non averlo in Consiglio Provinciale, nominando una Giunta "ternana" al 98 per cento e avallando - di fatto - anche la composizione di un ufficio di presidenza del Consiglio altrettanto "ternano". Il risultato è che il territorio orvietano passa da una rappresentatività, per il centro-sinistra (con il trattino!) di 5 consiglieri (di cui 1 Presidente del Consiglio ed uno Presidente del Circondario e Vice-Presidente della Commissione Controllo e Garanzia), del Vice-Presidente della Giunta e di un Assessore ad una rappresentanza di tre Consiglieri semplici ed un Assessore (con un intero collegio che passa da tre consiglieri a zero rappresentanti): un risultato eccezionale, veramente eccezionale!

Di fronte a questo quadro, una domanda sorge spontanea: già in passato - malgrado numerosi e concreti sforzi istituzionali - il territorio orvietano è rimasto sotto-scacco: cosa ne sarà adesso che questo territorio vede ridotto il numero dei suoi rappresentanti? Come sarà possibile, considerando che il Presidente Polli ne ha tenuto già poco conto in campagna elettorale, che lo stesso si ricordi dei Comuni e dei cittadini a Lui geograficamente (e, forse, sempre più anche politicamente) più lontani adesso che, appunto, è divenuto Presidente della Provincia?

E che dire degli Assessori esterni? Possiamo porci qualche dubbio sull'utilità concreta delle elezioni (cui mi inchino, comunque, per rispetto a quei partigiani che con il proprio determinante contributo hanno scritto la Costituzione che le prevede) quando, di fatto, basterebbe fare un'estrazione tra coloro che non ritengono utile rimettersi al giudizio popolare per entrare a far parte delle istituzioni?

Al Presidente della Provincia, ai suoi Assessori, a tutti i Consiglieri eletti, va ovviamente il mio sincero augurio di buon lavoro; ma sia a loro che a chi pensa di salire sugli scranni regionali alle elezioni del prossimo anno anche un invito a darsi da fare perché, dopo certe esperienze, per accaparrarsi un voto e una preferenza e, soprattutto, per convincere tanti cittadini a recarsi alle urne, ci sarà da sudare davvero molto più delle fatidiche sette camicie.