opinioni

Cari Amici e Compagni, anzi... Cari Democratici!

mercoledì 15 luglio 2009
di Massimo Morcella

Cari Amici e Compagni, anzi..............Cari Democratici!

Da più parti, soprattutto nelle ultime ore, molti degli esponenti politici maggiormente rappresentativi si sono affannati nello specificare che il P.D. non è un taxi, né un autobus né, infine, un albergo ad ore dove consumare un frettoloso rapporto amoroso, pagare il conto ed andarsene.

L'effetto Grillo ha scatenato un moto di orgoglio che segna, dopo periodi di calma piatta, un segnale di vita di una qualche rilevanza.

Tuttavia il popolo di Centro sinistra, una volta chiarito ciò che il P.D. "non è", vorrebbe anche sentirsi dire cosa esso oggi rappresenti o potrebbe rappresentare.

L'analisi è difficile.
Se così non fosse non avremmo subito cocenti e ripetute sconfitte elettorali, non ultima quella orvietana.

Il Partito Democratico è un luogo/non luogo all'interno del quale una idea ambiziosa si forma e si scompone in continuazione.

E' un cantiere aperto dove operano ditte specializzate in demolizioni.

E' una ambizione burocratizzata.
La sintesi soffertissima dei migliori valori della nostra Repubblica.

E' una matrigna accogliente ed infida. Un sogno e un incubo.
Di certo è una grande speranza.

Forse abbiamo bisogno soltanto di più tempo. Gli ingredienti ci sono tutti, serve un impasto maggiormente amalgamato ed una lievitazione naturale senza ulteriori sbalzi di temperatura.

Forse abbiamo bisogno di una fase di autovalutazione generazionale.
Chi in passato ha dato e ha dato molto nell'ambito dei rispettivi partiti di provenienza, valuti con serenità il percorso svolto, e con altrettanta serenità consideri l'apporto concreto che ancora potrà fornire, non avendo timore di segnare il passo, qualora intimamente ciò gli apparisse la cosa giusta da fare.
Vi sono mille e mille ruoli per contribuire al raggiungimento della causa in cui si crede; vi sono mille e mille funzioni da svolgere. Vi sono momenti nella vita, come in politica, in cui si rende necessario rivalutare i propri ruoli e le proprie funzioni.

Forse abbiamo bisogno di maggiore franchezza.
Barcamenarsi sempre e comunque tra posizioni di mediazione a volte non paga.

Forse abbiamo bisogno di meno etichette.
Se dici di essere contrario alle ronde leghiste ed ai respingimenti di massa, ti qualificano come comunista sovversivo. Quando fai notare che sono le stesse tesi sostenute dall'Osservatore Romano ti bollano come neo-democristiano senza speranze.
Arriverà mai il giorno in cui ti diranno che sei un semplice Democratico?

Il rodaggio è finito.
La fase congressuale che si sta' per inaugurare dovrà consegnarci un partito senza fronzoli. Un partito dalle idee chiare, con un programma snello, articolato in pochi punti strategici (tutela del lavoro; politiche creditizie a sostegno delle imprese; integrazione sociale degli immigrati come base imprescindibile per una politica della sicurezza......).

I futuri responsabili degli organismi locali, provinciali, regionali e nazionali, avranno l'onere di confrontarsi, consultare, dibattere, partecipare ma poi, da ultimo, dovranno avere l'autorevolezza e la credibilità per assumere decisioni e produrre, con coraggio, atti politici che siano conseguenti alle linee programmatiche di riferimento.

Non decisionismo ma capacità di esercitare il diritto-dovere di operare delle scelte di campo concrete e direttamente riconoscibili dall'elettorato; scelte di campo che qualifichino una identità e rendano il nostro agire politico tracciabile, lasciandoci alle spalle le pastoie di una politica incerta, a tratti equivoca e comunque non in linea con le legittime aspettative del nostro popolo.

Il noviziato è terminato.
Il Congresso di ottobre è per il P.D. un esame di riparazione che giunge alla fine di un anno scolastico dal rendimento assolutamente insoddisfacente e con un voto in condotta al disotto della sufficienza.

Appare necessario ripartire, qui ed ora, da un dato di fatto: l'elettorato non ci ha definitivamente abbandonati. Ha voluto lanciare però un segnale di allarme per nulla equivoco. Spetta a noi, a tutti noi, saperlo recepire, consapevoli che le concessioni di credito non saranno illimitate.

Chi come il sottoscritto ha creduto nella bontà del "progetto Democratico" e per esserne partecipe fin dal suo nascere ha fatto scelte personali e politiche non sempre agevoli, ha il dovere dell'ottimismo, sia della volontà che della ragione.

Serietà, concretezza, competenza ed autorevolezza ci porteranno a raggiungere i nostri obiettivi: primo fra tutti il ritorno, in tempi brevi, al governo della Città.

Buon lavoro a tutti