opinioni

Analisi del risultato elettorale ad Orvieto. Parte seconda: il suicidio del centro-sinistra

giovedì 25 giugno 2009
di jacopo

Continuando l'analisi che ha portato alla vittoria il centro-destra ad Orvieto non si può non parlare dei molti autogol che la sinistra orvietana si è fatta in questi ultimi anni. Non casualmente parlo di ultimi anni e non mi concentro solamente sugli ultimi avvenimenti.

Tutto parte dalle divisioni che i vecchi Ds avevano al loro interno fin dal lontano 1999. Queste divisioni hanno avuto il loro apice in due avvenimenti: la non elezione di Stefano Cimicchi come consigliere regionale; le non entrata nel Partito Democratico di parte della vecchia classe dirigente.
Accanto a questo ci sono anche le divisioni interne alla ex Margherita dove la scelta di Mocio cinque anni fa provocò non pochi mal di pancia e, cosa non secondaria, la definitiva uscita di Maurizio Conticelli, che si era da poco riavvicinato con i democratici di Prodi.
Non per ultimo, fattore forse troppo sottovalutato, anche la divisone avvenuta dentro Rifondazione che ha portato ad un'uscita di parte della dirigenza locale.

Tutto questo nel tempo ha avuto più di un effetto negativo sull'elettorato orvietano di sinistra che, nel giro di poco tempo, ha visto svanire partiti storici e scomparire persone che ritenevano essere importanti referenti politici onesti, e a volte rimanere coloro che invece potevano avere meno simpatia nella base di questi partiti. Anche i cambiamenti di partito da parte di alcuni esponenti della sinistra più radicale, e il continuo cambiare nome o sigla elettorale, può aver in qualche modo allontanato parte dell'elettorato storico.
Sicuramente il fattore che poi ha dato una definitiva scossa, portando molti sostenitori del centro-sinistra a non andare a votare o a votare contro la Stella, è stato ciò che è avvenuto al primo turno. Qui gli strascichi delle primarie e le divisioni interne ai vertici del Pd locale hanno portato al voto disgiunto centinaia di persone. Sicuramente coloro che hanno lavorato per far dare al proprio elettorato un voto disgiunto non immaginavano minimamente ciò che sarebbe accaduto al ballottaggio, anzi probabilmente pensavano di non arrivare al secondo turno ma di far vincere la Stella per così poco da sminuirla politicamente per la vittoria ottenuta sul filo. Questi ragionamenti sono propri di una classe dirigente vecchia che fa ancora i conti considerando migliaia di voti sicuri che ormai non ci sono più per nessuno.

Questo gioco di potere è stato ben compreso dall'elettorato di centro-sinistra che probabilmente, stremato da divisioni ormai decennali, ha deciso di dare un segnale preciso non andando a votare e non solo. Infatti se gran parte delle responsabilità se le deve assumere una parte, non la totalità, della classe dirigente del Pd, coloro che sono andati a votare in maniera diversa dal primo turno o non sono andati a votare, sono sicuramente persone che in modo trasversale ricoprono tutti i partiti della coalizione del centro-sinistra.
Per ultimo, da non sottovalutarsi è che parte dell'atto suicida deve essere attribuito anche all'atteggiamento dei comunisti italiani i quali, presentando una loro lista, hanno sicuramente tolto voti decisivi alla Stella al primo turno e non solo. Nel secondo turno infatti la quasi totalità dei loro voti, a volte con una precisione matematica, sono andati a finire a Concina. Ciò non sorprende più di tanto visto che nella lista civica che appoggiava il Dott. Tonelli c'erano personalità notoriamente di destra. Sorprende invece che alcuni dirigenti politici si definiscano ancora di sinistra, comunisti, democratici, quando sembrano essere totalmente lontani dalle idee e dai valori che tali parole richiamano.

Sicuramente ora la sinistra orvietana non ha altra possibilità che quella di tentare un totale rinnovamento della classe dirigente politica, che in questi cinque anni di opposizione comunale dovrà crescere ed essere preparata per amministrare bene la cosa pubblica.