opinioni

Considerazioni a margine del Ballottaggio: si può chiamare in causa anche l'inconscio?

giovedì 18 giugno 2009
di Emanuela Leonardi Ridolfi

Leggo su Repubblica di qualche giorno fa che il 44% dei manager norvegesi è donna, anche grazie ad una legge del 2005 voluta da un ministro conservatore. I risultati sono ottimi, condivisi con quei paesi, e quelle aziende che hanno capito che una maggiore diversità di genere porta un più alto successo. Le "gonne d'oro" fanno bene non solo alla parità tra i sessi ma anche ai bilanci!
L'Italia rimane nelle retrovie anche in questo e molte giovani donne rinunciano, pur avendo qualità e competenze, a imboccare strade che possono produrre frustrazioni troppo rovinose. Fermate prima dai carichi di lavoro e familiari, di cui godono del fortunato monopolio, e da chi, avendo il potere di riconoscere e promuovere non lo fa.
Ma come si diceva, dobbiamo fare "SALTI DI GIOIA" perché il percorso degli ultimi decenni è stato grande e donne generose e coraggiose costellano tutti i campi della società. Siamo in un momento storico di grandi cambiamenti, in cui molto c'è da scrivere ma che, sicuramente, provoca angoscia all'altra metà del cielo che deve transitare dal mondo relativamente tranquillo della maschilità ad uno "ancora tutto da disegnare o quasi".

Il ballottaggio di Orvieto, così giocato sui dissapori o sull'incapacità di negoziazione di varie fazioni della sinistra, mi suscita una riflessione, quella riflessione che mi ha spinto a sottoscrivere un appello, dopo essere stata a margine di questa strana campagna elettorale, che mi ha riportato alla mente troppe negative esperienze pregresse, con meccanismi stritolanti e vecchie trionfanti modalità clientelari.
La riflessione ripesca nella memoria un dibattito aperto, nel Paleolitico Superiore, da Asor Rosa sulla chiusura degli uomini della sinistra nei confronti della presenza femminile nella politica.
Mi domando quindi: per la prima volta in sessant'anni, questo Comune riesce -nel bene o nel male- a candidare una donna che si autorizza a sostenere, incorrendo nel furore vendicativo di alcuni, che dei 6 assessori, la metà sarà rosa.
Così chiaramente dichiarato, respiriamo aria norvegese. Incredibile! Nella profonda provincia ci può essere una ventata rivoluzionaria! 

E allora, cari compagni, quanto ha giocato ANCHE una latente, inconscia misoginia nel far mancare quei 186 voti?
Mi piacerebbe che, nel chiuso delle coscienze, qualcuno si interrogasse e potesse, almeno a se stesso, riconoscerlo.

Difficile frequentare i luoghi della Politica, disegnati da una mano maschile, con competenze conflittuali, in cui chi non si arma non sa se sopravviverà. Voglio pensare che più presenze femminili, e confido giovani, perché piene di energie e ancora scevre di disillusione, possano -almeno-in- potenza-(e-domani-in-atto!), accendere luci, raccontare senza paura le contraddizioni, con la FORZA DELLE RELAZIONI di cui le donne hanno consumata esperienza: il mondo sta cambiando a velocità stratosferiche e si rende necessario il coraggio di un Governo che non abbia come Dio solo il Potere e tutti gli Affari che lo conservano e lo riproducono.