opinioni

Concentriamo la selezione su una classe dirigente capace. Appello ai candidati Sindaco

domenica 3 maggio 2009
di Giancarlo Giacomini

Premessa

La situazione di Orvieto è tale da richiedere una grande capacità di ascolto dell'altro, oltre che di comprensione dei processi economici e politici che hanno modificato alla radice gli assetti del nostro territorio. Mai come oggi è apparsa l'importanza dei problemi economici e sociali per gli abitanti della nostra città.
Orvieto si trova ad un punto di svolta della sua evoluzione cittadina: rilanciarsi ed affermarsi come centro egemone nel "grande mercato" o restare ancorato ad un modello che, seppure di qualche immediato successo, segnerà il passo irrimediabilmente già nel breve periodo.
Le risorse di base della città (ambientali, culturali, tradizionali, infrastrutturali) certamente non mancano e configurano un patrimonio che se adeguatamente valorizzato e potenziato potrebbe consentire alla città e a tutto il comprensorio orvietano di crescere in qualità e in quantità molto più di quanto non sia stato finora.

CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI

Per me il futuro passa attraverso la presenza di una classe dirigente capace.
Troppo spesso la preparazione specifica sembra un optional.
Non è importante se con scarsa esperienza politica, come qualcuno vorrebbe far apparire (abbiamo visto purtroppo di che cosa sono abili coloro che ostentano pratiche mediatiche, unita ad arroganza e presunzione), è essenziale che abbiano grande passione ed esperienza di amministratori, nel senso letterale della parola, in considerazione del mandato cui verrà conferito dagli elettori, che è quello di saper amministrare il patrimonio della città, utilizzare le risorse per erogare beni e servizi ai cittadini. Amministrare non significa gestire le tessere col solo fine di scambiare voti contro favori.

Per me il futuro vuol significare ristabilire anzitutto e soprattutto i valori morali alla base della società.
Molti politici si sono dimenticati che lo scopo di fare politica non è il benessere personale ma la promozione del benessere della comunità.
Oggi, alla luce di questi fatti, non abbiamo bisogno né di mestieranti della politica, né di segretari di partiti, né di coordinatori regionali, provinciali e comunali; non abbiamo bisogno dei "signori delle tessere" che celebrano i congressi sulla base di apparenti maggioranze che gli stessi iscritti, talvolta, ignorano di esserlo se non quando vengono convocati a partecipare alle votazioni; non ci interessano coloro che si scambiano voti contro favori, che tendono ad occupare ogni pezzo di pubblica amministrazione utile allo scambio. Non abbiamo bisogno di coloro che percorrono la logica del giorno per giorno, del si salvi chi può e quella dell'arricchimento personale.

Il nuovo modello di sviluppo del territorio e della comunità locale deve essere caratterizzato dalle riforme del decentramento amministrativo, del turismo, del commercio, dell'agricoltura, e viene riconosciuto dalla cultura politica italiana tanto che tendono a configurare anche per i comuni e soprattutto per le province un ruolo sempre meno di semplice gestore di autorizzazioni e sempre più di stimolo e promozione delle attività economiche locali, sempre meno organo burocratico e sempre più espressione attiva delle comunità locali.
Tutto ciò comporta un ribaltamento dell'approccio ai problemi, modificando profondamente anche l'atteggiamento del personale politico-amministrativo e dei dirigenti dei servizi, il cui compito non deve più essere visto come quello di autorizzare o vietare, ma facilitare l'operatore nel cogliere le opportunità offerte dal mercato e dalla normativa, accertando comunque il rispetto delle regole. Questo implica una profonda conoscenza del territorio su cui si lavora perché ogni comune ed ogni capoluogo di provincia, in strettissimo rapporto, devono scegliere quale ruolo economico svolgere, su quali risorse contare, e quali vantaggi competitivi mettere in atto per mantenere ed attrarre i residenti, i posti di lavoro, il commercio, il turismo ed altro. In più, mentre dagli anni '60 in poi, la pianificazione a livello locale tendeva a perseguire un riequilibrio territoriale e non prendeva in considerazione la concorrenza tra le diverse realtà locali nell'accaparramento delle risorse e dei trasferimenti pubblici, la crisi recente l'ha obbligata a contare sempre più sulla propria economia.

Uno degli aspetti fondamentali per la promozione di una nuova cultura amministrativa è quello di sollecitare la partecipazione popolare alla gestione attraverso, per esempio, la pubblicazione degli inventari dei beni del Comune di Orvieto, i criteri di valutazione, il rendiconto finanziario e quello patrimoniale, comprendenti rispettivamente, le entrate e le uscite nonché la rappresentazione e valutazione del patrimonio stesso, la netta distinzione tra patrimonio disponibile e non disponibile.
Insomma ritengo che sia estremamente importante, prima di ogni altra considerazione programmatica e progettuale, conoscere che cosa stiamo gestendo.
Soprattutto perché alla base di ogni singola attività economica è necessario individuare i finanziamenti per procedere ad eventuali investimenti che prevedano:
a)innovazione dei processi produttivi;
b)organizzazione interna e riqualificazione del personale;
c)evoluzione degli scenari socio-economici;
d)strategie.

APPELLO AI CANDIDATI SINDACO

Per questo ritengo che la selezione dovrà essere concentrata sulla scelta di una classe dirigente capace, sotto il profilo giuridico, organizzativo, economico, finanziario, perché al fine di favorire lo sviluppo della cultura amministrativa e del governo locale dovremmo essere pronti e preparati ad affrontare questioni riguardanti le funzioni degli Enti Locali nel quadro della riforma della pubblica amministrazione, del federalismo, della recente riforma costituzionale, del rapporto tra Regione ed Enti Locali, tra Stato ed Enti Locali.