opinioni

Dialogo con Rodolfo Ricci. Pensieri sulle prossime amministrative

martedì 21 aprile 2009
di Davide Orsini

Caro Ricci,

Prima di esprimere le mie idee a proposito delle prossime elezioni, voglio dire che votero' per Loriana Stella, perche' ne ho ammirato il coraggio e perche' spero che sappia cambiare se stessa e la citta'. Faccio questa dichiarazione con il cuore, anche se dentro di me, razionalmente, ho dubbi e incertezze.

Caro Ricci, saro' brutale nel commentare il suo intervento, che in generale condivido. Io ho una visione piuttosto materialistica della vicenda politico-amministrativa orvietana. Il blocco di interessi della vecchia sinistra a cui lei, velatamente, fa riferimento e' rappresentato dagli appalti delle cooperative sociali, dalla possibile futura lottizzazione di nuove aree edificabili (a vantaggio di noti costruttori di partito, oggi all'opposizione), dalla prospettiva di mantere od ampliare le attivita' estrattive presenti sul territorio, e da una politica del credito che ha i suoi canali preferenziali. In una intervista di qualche anno fa rilasciata a La Citta', l'ex sindaco Cimicchi tracciava una precisa mappa del potere di Orvieto, da cui emergeva chiaramente un intreccio fra politica ed affari che, da persona di sinistra, mi fa accapponare la pelle!
Ho assitito con interesse, senza commentare, alla tenace battaglia di Loriana Stella prima e durante le primarie. Devo confessare che ho fatto il tifo per lei, pur senza un grande trasporto emotivo. Vorrei capire, infatti, se Loriana intenda dare voce e corpo ad una idea di cambiamento che coinvolga le forze sane della citta', come quelle rappresentate da Conticelli, oppure se, costretta da una statica visione aritmetica della politica, intenda tornare in affari con una sinistra che di ideologico non ha nulla, se non l'ossessione per la gestione del potere. Loriana, questa e' la mia opinione, ha vinto grazie al sostegno di una vasta area di opinione che fa riferimento alla sinistra, ma che certamente non approverebbe mai e poi mai un ritorno alla situazione di dieci anni fa. Ora Loriana deve dimostrare che la sua esperienza sara' messa a disposizione del cambiamento, a sinistra, della citta', e non di uno sterile e cinico ritorno al passato. La filosofia che ha ispirato Capoccia e Mocio negli ultimi cinque anni è stata' "cambiare tutto per non cambiar nulla". Il risultato e' stato che i due ci hanno rimesso mandato e carriera. Quelli che nel PD non hanno ancora capito che la sconfitta di Mocio e' legata al fallimento del suo piano amministrativo e' bene che rimettano il loro mandato nella mani degli iscritti.

Anche a destra le cose non sono semplici. Concina e' sicuramente una persona preparata, ma non si e' reso conto (oppure si, ma non lo da a vedere) che le grandi sfide che ha davanti a se' sono legate al cambiamento politico-culturale anche all'interno della sua coalizione. I commercianti ed i professionisti orvietani non sono tutti buoni o tutti cattivi, come li si rappresenta di solito da opposte sponde. Nella borghesia orvietana, che Concina ha deciso di guidare verso le prossime elezioni, ci sono molte e forti sacche di conservatorismo. Ci sono tante contraddizioni che Concina deve saper sciogliere. Nella sua coalizione ci sono commercianti che vorrebbero tenere aperti i loro locali fino alle tre del mattino, ma ci sono anche quelli che vorrebbero chiudere le porte della citta' alle otto di sera per andare a dormire sonni beati, protetti dagli spiriti dei loro antenati che ancora vigilano sulla valle del Paglia dalla Fortezza dell'Albornoz. Ci sono professionisti di provincia che non hanno mai viaggiato, ma ci sono anche giovani preparatissimi che hanno una visione larga dei processi economici e culturali. C'e' chi ancora ha simpatie per il ventennio e chi ha fatto campagna elettorale per D'Alema in Puglia. C'e' Alemanno e forse pure Arbore, di cui Concina si vanta di essere amico. Se Orvieto non ha conosciuto un progresso strabiliante negli ultimi decenni e' anche perche', sinistra a parte, molti imprenditori e commercianti orvietani, fosse per loro, ancora venderebbero i coccetti con il Duomo disegnato sopra (con tutto il rispetto per quelli che ancora lo fanno). Chiari segni di scarsa mobilita' imprenditoriale si registrano puntualmente tutti gli anni in occasione di manifestazioni quali Umbria Jazz. Orvieto e' una realta' particolare in cui esistono istanze di innovazione e larghe sacche di conservatorismo. In entrambe le coalizioni i candidati avranno un bel da fare per far emergere le prime a scapito delle seconde. Buona campagna elettorale a tutti!