opinioni

Lettera aperta al Sindaco Stefano Mocio

mercoledì 25 marzo 2009
di Cittadina Resistente

Gentile Primo Cittadino,
sono una semplice cittadina attenta alle sorti della mia città che amo molto e alla quale cerco di dare contributi attivandomi nell'associazionismo culturale e nel volontariato.
Ho ricevuto la sua lettera e ne sono rimasta un po' turbata per non avere compreso alcuni passaggi chiave e centrali in un contenuto mi permetta di dirle non molto articolato, ma che soprattutto manca di quel linguaggio comunicativo immediato che un cittadino si aspetta quando riceve una lettera in qualche modo personale. Così mi permetto di esporle i miei dubbi perché non amo la maldicenza e i metodi scorretti che dalle strade ai bar si stanno trasferendo sui giornali online, strumenti di democrazia e di civiltà che io apprezzo moltissimo.

Vorrei provare perciò a esprimere ciò che penso, aspettandomi un ascolto partecipe e una reale volontà di comunicare pari al rispetto con il quale Le invio queste mie note. Riporto qui di seguito i passaggi della Sua lettera che io, forse perché poco a conoscenza delle vicende politiche interne sia al suo partito (di cui non faccio parte pur essendo una elettrice delle prime primarie e quindi una simpatizzante preoccupata della sua sorte) ma soprattutto dei complicati e a volte nebulosi passaggi della Amministrazione della cosa pubblica, non riesco a comprendere bene e quindi mi guardo bene dall'interpretarli:

"È naturale che quando si cerca di attuare cambiamenti profondi nei costumi pubblici e nei contenuti delle politiche di governo, si provochino le reazioni, spesso scomposte, dei conservatori di ogni schieramento politico. Bisogna, allora, rifuggire da prese di posizione nostalgiche di ritorno ad una realtà, considerata idilliaca, del nostro passato. A maggior ragione è necessario stare attenti a quei tentativi, più subdoli, che a parole invocano il rinnovamento, ma nei fatti nascondono vecchie e discutibili logiche di potere."

Prima domanda: quali sono stati i cambiamenti profondi nei costumi e nei contenuti di cui forse distrattamente non ci siamo accorti? Ma soprattutto a chi si riferisce quando parla di reazioni scomposte di conservatori ma soprattutto di chi sono le posizioni nostalgiche e qual è la realtà idilliaca del passato a cui Lei fa riferimento? Mi soffermo su questa prima parte per chiarirLe che sono una cittadina alla soglia dei sessanta anni e quindi molto più anziana di Lei tanto da ricordare molto bene le vicende di questa nostra città. Io sono stata partecipe di una storia della città che Lei forse non conosce bene ma di cui spero porti traccia e memoria e non riguarda gli ultimi 15 anni, quindi né il suo governo né quello del suo predecessore di cui mi risulta Lei sia stato più che alleato essendone vicesindaco.

Ebbene l'unica realtà a cui io, come altri cittadini della mia età e del mio contesto culturale, possono rivolgersi con nostalgia è quella che ha visto nella città profondi processi di rinnovamento e di partecipazione dei cittadini orvietani, di una progettazione metteva al centro la sua vocazione di città d'arte e di cultura aperta al territorio e al mondo, alla solidarietà e all'innovazione tecnologica. Tutti quei progetti e quella visione che facevano capo per gran parte a un uomo prematuramente scomparso sono entrati solo parzialmente nei programmi di chi è venuto dopo, ma soprattutto è scomparsa la temperie umana e culturale di dialogo, partecipazione e coinvolgimento dei cittadini che noi (parlo di noi non per presunzione ma perché condivido con altri queste riflessioni) ancora oggi rimpiangiamo; per quanto riguarda i giovani invece non ne conoscono nemmeno l'esistenza e non possono ritrovarne le tracce se qualcuno non li aiuta a ritrovare i fili, ma di questa memoria corta del nostro tempo e del nostro paese Italia bisognerebbe farne oggetto di riflessione più ampia.

Se invece guardassimo al presente e alla crisi che attraversa istituzioni e partiti della sinistra e cercassimo di dare delle indicazioni più precise su dove stiamo andando e con quali metodi e strumenti vogliamo avvicinarci ai bisogni delle persone, senza fare riferimento a una ristretta cerchia che dovrebbe comprendere il senso criptico delle sue parole? Se il metodo del confronto potesse valere senza dover infiltrare dovunque il veleno del sospetto e del nemico occulto?
Quali sono "i tentativi, più subdoli, che a parole invocano il rinnovamento, ma nei fatti nascondono vecchie e discutibili logiche di poteri" di cui Lei parla? Vorrebbe avere la bontà di spiegarcelo? Perché se Lei si riferisce alla persona con cui si trova a competere in queste primarie magari potrebbe far sapere con più chiarezza ai suoi concittadini di quali trame e di quali poteri occulti si parla, in modo che tutti possiamo giovarcene nel momento in cui ci troveremo a decidere (ammesso che dovessimo decidere di andare a votare)? Se stiamo correndo qualche serio pericolo perché Lei non si fa premura di esplicitarlo in modo chiaro se davvero Le stanno a cuore i suoi cittadini?

Lei mi chiede di darLe una possibilità, io come cittadina Le chiedo dei chiarimenti, senza che questo suoni offensivo e spero che sia davvero possibile un confronto paritario tra i cittadini amministrati e i loro amministratori, perché creda a ciò che Le dice una persona di età e di esperienza: la gente che è occupata a districarsi nella propria vita, ma soprattutto i giovani che non vi seguono, non vi conoscono e non vi capiscono sono distanti anni luce da questo modo di ragionare, da questi sofismi autoreferenziali della politica dove si dà per scontato che dovremmo conoscere risvolti e trame occulte. Io non riesco a spiegare a mio figlio e a tanti altri ragazzi una buona ragione per andare a votare un candidato piuttosto che un altro, perché al di là del patrimonio ideale che ho cercato di trasmettergli, la sua denuncia è di percepire un'indifferenza e una disattenzione totale da parte della politica ed è difficile dargli torto.

Faccio perciò un appello a Lei ma anche a chi condivide il compito insieme a Lei, fate uno sforzo, metteteci il cuore, un po' di passione insieme all'intelligenza e a tanta umiltà (di questa virtù cristiana dovremmo più spesso riparlare), fateci intendere una qualche ragione valida al di là delle grigie parole perché non sia troppo tardi, perché quando quelli come noi, i Resistenti, avranno per forza di cosa esaurito il loro compito di testimonianza e spariranno di scena, cosa rimarrà se non sarà stato salvato il valore della rappresentanza e il senso più alto della polis? Perché non si vuol capire che senza un profilo più alto etico e civile non c'è speranza di salvare il patrimonio di intere generazioni?
Io credo, ma forse mi sbaglio, che un candidato sindaco debba poter ragionare anche di questo oltre che far quadrare e rendere comprensibili e trasparenti i bilanci, cosa sicuramente molto ardua e difficile.

Voglio precisare che io ho un grande rispetto per il lavoro degli amministratori perché credo che sia veramente un compito tra i più difficili, e detesto le affermazioni qualunquiste per cui "tutti sono ladri e approfittatori", anzi le posso confessare che anche nel caso della Sua amministrazione gli atti e le realizzazioni portate avanti da alcuni assessori negli ultimi tempi (guarda caso i più lontani dal professionismo politico) sono degni del massimo rispetto e considerazione, perché hanno operato per il bene della città e della sua immagine: ecco perché un confronto e un incontro a viso aperto e con parole chiare con i cittadini è la cosa che persone come me auspicano e da cui dipende di conseguenza la considerazione e il rispetto.

Mi creda, se si ha una passione e si persegue un obiettivo valido per il bene collettivo bisogna mettersi in gioco con tutti se stessi, ai cittadini bisogna far sentire di essere amati e considerati, tutto il resto sono vane e oscure parole, di cui è pieno il vocabolario politichese dei salotti televisivi e delle stanze riservate agli addetti ai lavori.

Un consiglio glielo darei se non lo trova offensivo: perché non cimentarsi a viso aperto con la sua "rivale" e confrontarsi sulla visione della città futura su punti programmatici e concreti e contemporaneamente sulla visione di questo partito che non vorremmo considerare in via di estinzione? Non sarebbe un bel momento di democrazia visto che le primarie sono nate proprio dalla pancia di questo partito? Non sarebbe un anelito di speranza che le cose possono andare diversamente e che una nuova classe politica potrà nascere? O siamo destinati a morire nell'era dell'unico pensiero (parola grossa) e potere antidemocratico di colui che sembra incarnare tutti i sogni degli italiani e di cui, come faceva Veltroni, non voglio pronunciare il nome?

Con il massimo rispetto e con l'augurio di vivere serenamente questa competizione da parte di chi considera tutte le cose terrene per quello che valgono, senza che nessuna di esse possa identificarsi completamente con il senso della vita

Cittadina Resistente
(Lettera firmata)