opinioni

A proposito di Facebook... Vieri Venturi risponde a Pasquino

venerdì 16 gennaio 2009
di Vieri Venturi
Sig. Pasquino, la ringrazio per considerarmi un “nessuno” perché utilizzo “certi "virtuosismi" tecnici per comunicare con i suoi concittadini” (anche Ulisse si face chiamare Nessuno, eppure riuscì a superare Polifemo…); non mi sembra certo molto bello ed intelligente trattare come nullità chi sceglie di tenersi in contatto con i propri amici e conoscenti attraverso internet. Ognuno è libero di esprimere la propria personalità come più gli aggrada (legga l’art. 21, comma 1, della Costituzione Italiana!) e non mi sembra molto democratico o, peggio, molto rispettoso degli altri criticare le scelte altrui su come comunicare. Si, comunicare, perché, anche se Lei pensa che Facebook o gli altri siti simili siano “solo una odierna moda di esistere od essere”, secondo me invece è un’ attuale forma di comunicazione. La invito a leggere la voce “facebook” su Wikipedia: “se lo scopo principale iniziale di Facebook era di far mantenere i contatti tra studenti di università e licei di tutto il mondo, adesso è diventata una rete sociale che abbraccia trasversalmente tutti gli utenti di internet. … In Italia, nel 2008, c'è stato un vero e proprio boom: nel mese di agosto si sono registrate oltre un milione e trecentomila visite, con un incremento annuo del 961%; il terzo trimestre ha poi visto l'Italia in testa alla lista dei paesi con il maggiore incremento del numero di utenti (+135%)”: se questo secondo Lei non è un modo di comunicare, mi dica, devo tenermi in contatto con i miei amici, quando non posso incontrarli personalmente, esclusivamente attraverso i velocissimi servizi di Poste Italiane o, ancor meglio, con il piccione viaggiatore? Lei scrive: “La politica ha invece urgente ed improrogabile necessità di dialogare, chiedere e realizzare.”, verissimo, ma questo può avvenire, e secondo me deve essere attuato, attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione. In questo modo non si tiene fuori chi non è tecnicamente aggiornato, lasciandolo ignorare, ma si utilizzano altre vie; chi non sa o non può utilizzare internet potrà sempre comunicare attraverso le forme che ritiene più opportune. Essere un politico, persona che partecipa attivamente alla vita pubblica di uno Stato, operando le scelte necessarie alla crescita civile ed economica della propria nazione, significa stare insieme ai Cittadini, stringere tante mani, saper ascoltare ed aiutare, cercare di migliorare la loro vita, amministrare in modo accorto, anche attraverso scelte dolorose e non solo per attuare accordi celati ai più e diretti dalle logiche di partito; tutto affinché la Città possa crescere e si abbiano risultati positivi nel breve e, soprattutto, nel lungo periodo. Realizzare questi obiettivi si può fare anche attraverso internet e, perché no, mediante i “virtuosismi tecnici” come Facebook. Nei tempi passati, in Roma, era rischioso criticare il papato e si lasciavano in modo anonimo dei sonetti ironici, delle satire dirette al potere, affissi su una statua quasi senza volto, per evitare gravi condanne. Attualmente non ne vedo la necessità, soprattutto quando si fanno delle critiche rivolte ad una persona o ad un gruppo di persone che vogliono solo cercare di realizzare un cambiamento positivo per la loro Città (uno dei nostri Valori è sicuramente quello di non condannare chi esprime le proprie opinioni!). Sarò anche una disgrazia per Orvieto, ma almeno ho il coraggio di firmare i miei scritti. Cordialmente, Vieri Venturi