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Grazie a tutti e tutte, grazie a Roberto Saviano che ci ha permesso di “ritrovarci”

lunedì 27 ottobre 2008
di Giuliano Santelli
Oltre 100 persone che per una notte ed una mattina intera si sono trovate insieme per un impegno civile nella lettura collettiva di Gomorra. “Con le armi della parola” abbiamo chiamato questa splendida iniziativa. Facce e voci diverse, inclinazioni dialettali, vecchi e giovani, impegnati e non, uno spaccato di quella società migliore che esiste ad Orvieto e nel Paese. La voglia di esserci di sentirsi motivati in una “lettura” che è parsa anche una riflessione, un modo per ricercare anche un senso collettivo e di se, una identità perduta, ritrovata nel leggere quelle parole, quel racconto così reale del Paese in cui viviamo, che per molti di noi e cambiato e peggiorato oltre ogni possibile immaginazione. Un sussulto, una voglia di riscatto oltre che un messaggio di solidarietà a chi come Roberto Saviano è esposto alle minacce dei Casalesi e a chi, con una tecnica consolidata lo delegittima, cerca di isolarlo, indicandolo come “uno che fa i soldi scrivendo romanzi di “fantasia”. Bella la notte, con quel andare e rivieni nella Sala del Carmine calda come “un ventre materno” accogliente come un abbraccio d’amore, ospitale come un luogo di uguali. Le parole, hanno sconfitto anche gli accenni di pioggia ottobrina, un silenzio quasi religioso, una attenzione quasi sconosciuta nell’ascoltare quelle frasi che raccontano di drammi, intrecci complicità, di uno Stato che non c’è, di una miseria che imperversa, di uomini e donne poco più che ragazzi uccidono per poche lire, si ammazzano come cani. La lettura che con il fare della notte risuona senza stanchezza, sguardi tra persone che sentono di fare una cosa che ha un valore oltre il gesto in se. Orvieto così non l’avevo mai vista, non l’avevo mai sentita, una Città davvero migliore di quello che sembra. Un grazie a tutti e tutte, un grazie a Roberto Saviano, che ci ha permesso di ritrovarci.