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I mass media infliggono duri colpi al turismo umbro. La E 45 strapazzata su "Quattroruote"

domenica 31 agosto 2008
di Alberto Laganà, Direttivo Umbria dei Valori
Per la promozione turistica dell'Umbria ci vuole un'altra Rita, quella di Cascia e non la Lorenzetti. Dopo il referto di coma profondo stilato per il lago Trasimeno (l'Umbria dei Valori aveva presentato tre anni fa un progetto di reintegro tramite il Tevere neppure preso in considerazione forse perché non prevedeva bustarelle), ora c'è la descrizione precisa e puntuale dello stato in cui versa la E 45 da parte del diffusissimo Quattroruote. E' questa un'arteria vitale per la regione in quanto l'attraversa tutta e mette in comunicazione il Lazio con la Romagna. Si legge tra l'altro che "la statale 3 bis Orte-Ravenna è da molti ritenuta la strada peggiore d'Italia, in parte percorribile a doppio senso di marcia su un'unica carreggiata, in parte a senso unico alternato, in parte completamente chiuso per lavori." L'articolo denuncia la precarietà e la pericolosità di una strada percorsa ogni giorno da migliaia di auto e Tir, sorvegliati in silenzio dagli occhi elettronici degli autovelox dei comuni che si affacciano lungo il percorso, pronti a entrare in funzione appena si esce dalla trappola delle code. Quindi una 'strada-trappola' per come è tenuta e per gli appetiti dei comuni che tartassano gli automobilisti già infuriati per i disagi. Le recenti polemiche sterili dei partiti presenti in Regione se trasformare o meno la E 45 in autostrada hanno ulteriormente ritardato i lavori almeno di sistemazione di questa arteria che cade letteralmente a pezzi ed è spezzata in due dal nodo di Perugia, un tratto su cui si erano abbattuti gli appetiti della politica con procedure irregolari dal punto di vista progettuale e non solo. Tutte le promesse di intervento di questi ultimi anni sul fronte delle infrastrutture da parte dei governi di tutti i colori si sono dimostrate parole vuote ma la Regione ci mette del suo perché non sa promuoversi nonostante abbia dei giacimenti culturali ed artistici enormi; si può dire che siano soprattutto le strade della fede a salvare la situazione turistica e non si capisce come mai non si siano tradotti in fatti ad esempio i noti 'itinerari francescani' o attrezzato adeguatamente il tratto della 'via Franchigena' (era nel medioevo una delle tre peregrinationes maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela) percorsa quasi in clandestinità dai pellegrini che spesso sono costretti a chiedere indicazioni alle persone che incontrano del tutto all'oscuro di questa via nota in campo mondiale. Un panorama desolante, che rischia di diventare tragico con la prossima realizzazione del federalismo fiscale, a causa di una drastica riduzione delle risorse disponibili, a meno che non ci sia uno scatto d'orgoglio degli umbri ed incomincino a costruire in modo e con persone diverso il proprio futuro.