opinioni

Ancora su giustizia e territorio. Necessario riprendere il progetto di ampliamento della nostra circoscrizione

martedì 29 luglio 2008
di Avv. Francesco Cinti
Nel corso dell’iniziativa “Governoincontro” presentata di recente a Palazzo Chigi, nel corso di un rendiconto sul rispetto del programma chiesto dal Presidente del Consiglio al suo esecutivo, è stato previsto per “l’autunno di riforme” una visitazione-esame in tutte le regioni nel corso della quale i cittadini potranno fare domande ai Ministri, chiedere informazioni sulle leggi, porre quesiti sul territorio e sui provvedimenti in attuazione. Fra le riforme primeggia quella sulla Giustizia e questa, oltre interessare l’assetto e le funzioni della Magistratura, investirà probabilmente anche le circoscrizioni giudiziarie; ciò mi induce a ritenere, in riferimento ai recenti occorsi, che coinvolgerà i minori presidi giudiziari umbri fra cui quello di Orvieto. Poiché da oltre un quarantennio assisto e contrasto minacce di soppressioni, finora superate per il prevalere della logica sulla demagogia, voglio intervenire manifestando preventivamente il mio pensiero nell’interesse delle genti della circoscrizione in cui ho operato e vivo. In un recente scritto in tema, ho accennato di un progetto di ampliamento della nostra circoscrizione che non ebbe seguito; è necessario che tale progetto venga ora ripreso, fatto conoscere alle popolazioni interessate e seriamente approfondito. Si tratta di un ampliamento verso i territori dell’alto Lazio, già un tempo appartenenti alla nostra circoscrizione (vedi Bolsena) ed altri Acquapendente e zone limitrofe. Per giungere a ciò occorre superare gli anacronistici e vetusti sbarramenti provinciali e regionali, peraltro già attuati in altri casi (vedi circoscrizione del Tribunale di Massa-Carrara in Toscana inserito, per praticità logistiche e rispetto di tradizioni culturali, nell’ambito della Corte di Appello ligure). Nell’ampliamento che interessa a carico della circoscrizione di Viterbo che, stante la attuale estensione ed il supercarico di lavoro ne trarrebbe un vantaggio, deve unirsi la ventilata realizzazione, fortemente auspicata da quelle popolazioni, del Distretto di Corte d’Appello dell’alto Lazio a Viterbo con i Tribunali di Viterbo, Civitavecchia ed Orvieto. Ne trarrebbe evidente vantaggio anche la Corte di Appello di Roma che comprende un distretto assai vasto ed è gravata da un carico che genera tempi lunghi per evidenti difficoltà con disagi per gli utenti. Un’ottica di creare bacini di utenza di ragionevoli dimensioni, mai superiori ai 500.000 abitanti, creerebbe un miglioramento delle funzionalità della Giustizia che potrebbe essere resa in tempi assai ridotti rispetto agli attuali, consentendo alle popolazioni di sentirla vicina, concreta e logisticamente comoda. Mi sia infine consentito aggiungere che ne gioverebbe anche la Corte d’Appello dell’Umbria alleggerita nell’immane lavoro che la impegna costringendola a rendere Giustizia in tempi lunghi. Queste considerazioni, credo condivise dalla gran parte dei cittadini dell’Orvietano, dell’alto Lazio e forse anche dell’Umbria, devono essere valutate con attenzione, scevra da estranee pressioni, dagli organi preposti all’eventuale ridisegnazione delle circoscrizioni giudiziarie. La preannunciata riforma è sottesa a superare gli attuali problemi ed a rendere la Giustizia più efficiente e rapida; ciò deve realizzarsi senza ricorrere a soppressioni di presidi minori come Orvieto che, oggi, rispondono alla richiesta di Giustizia in maniera efficiente e rapida e senza causare alle popolazioni disagi logistici ed aumenti di costi.