opinioni

Grazie a Dio e alla famiglia Ingrid è libera

giovedì 3 luglio 2008
di Donatella Belcapo
La grande gioia ed emozione che ho provato ieri sera appresa la notizia della liberazione di Ingrid Betancourt è stata una di quelle che in una donna hanno una valenza esponenziale. Stamani tutti i giornali parlano con dovizia di particolare dell’odissea vissuta da questa grande persona, mischiando la cronaca con la politica, il privato con i giochi di potere e via dicendo. A me interessa sottolineare invece il significato più profondo che questa gracile, ed allo stesso tempo fortissima donna ha saputo dare al mondo in questi sei anni. Una donna che ha da sempre rappresentato una politica acerrima nemica della corruzione e della violenza, in uno dei Paesi più corrotti e violenti del mondo, ha voluto sfidare le guerre intestine e ne ha pagato le conseguenze, ha vissuto anni di durissima prigionia, eppure nelle sue rare immagini, e persino attraverso i messaggi ai familiari, ha sempre trasmesso serenità, forza e desiderio di pace. In un mondo in cui pochi potenti decidono il destino di miliardi di persone, il più grande segnale di forza viene da una gracile quarantenne colombiana, forte solo delle sue idee e della sua tenacia, che da prigioniera ha saputo denunciare allo stesso tempo l’ottusità dei potenti, la vana utopia di tanti tardo-rivoluzionari, i giochi di potere delle potenze, le rivalità tra leaders, i problemi dei poveri e le speranze di un continente, quello latino americano, che in gran parte sta vivendo un promettente rinascimento, ma che proprio in Colombia invece rivive pericolose tendenze del passato. La Betancourt rappresenta anche una vittoria per le donne e un esempio, così come la sua famiglia che è stata protagonista assoluta di questa incredibile storia. La comunità internazionale ha potuto conoscere in questi anni, il sereno e dignitoso dolore dei due figli di Ingrid, residenti a Parigi, che spesso, con i loro visi puliti e coraggiosi, hanno dato forza alla fiducia, hanno retto l’emozione con la determinazione, hanno saputo trasmettere nei loro occhi, nei loro gesti e nelle loro azioni gli stessi occhi, gli stessi gesti, la stessa forza, la stessa serenità della madre, prigioniera in una giungla a 10.000 km di distanza. Hanno saputo trasmettere il messaggio che quando la forza delle idee, la forza della pace e della dignità scorrono nelle vene di un’intera famiglia, niente e nessuno può fermare il corso delle cose, non i potenti, non i rivoluzionari, non gli egoismi. Grazie Ingrid, per quello che ci insegni e per il messaggio che ci hai dato. Non so se il vociferato Nobel per la Pace sarà tuo. Me lo auguro, sarà il premio per tutta la tua famiglia. tvb