opinioni

Il valore aggiunto della Sinistra. Un errore liquidare in blocco le esperienze di governo umbre come proposto dai compagni di Perugia

mercoledì 25 giugno 2008
di Giuseppe Ricci, Coordinatore Regionale SD
Dal 27 al 29 Giugno prossimi si svolgerà a Chianciano l’Assemblea Nazionale di Sinistra Democratica che avrà all’ordine del giorno un tema ambizioso (soprattutto di questi tempi): ”Unire la sinistra che vuole rinnovarsi”. Le recenti elezioni politiche hanno consegnato il Paese alla destra populista di Berlusconi per molte cause, già evidenziate in un’ampia letteratura. Sicuramente fra le principali vi sono la presunzione di autosufficienza del PD e la inadeguatezza della proposta politica della Sinistra Arcobaleno. Partendo da queste considerazioni Sinistra Democratica tenterà, nel prossimo fine settimana, di porsi e porre il duplice (e collegato) tema della fase costituente di un nuovo soggetto politico della Sinistra italiana, da una parte, e, dall’altra, della costruzione di un nuovo centrosinistra che ripensi radicalmente l’esperienza dell’Unione e nasca piuttosto dalla condivisione di un programma di cambiamento che tanto serve al nostro Paese. Se condividiamo questa nostra missione non possiamo discostarci dall’impostazione che Fabio Mussi indicò ad Orvieto nel Seminario Nazionale del Settembre scorso: una Sinistra di governo, ben radicata nell’ambito del Socialismo Europeo, che interpreti da sinistra ma con la prospettiva del nuovo millennio i temi ed i valori universali affermatisi nel secolo scorso: pace, ambiente, lavoro e libertà. Affermare la modernità di questi valori, materializzandoli in una vocazione di governo, rappresenta la sfida di una sinistra che non vuole rassegnarsi ad un ruolo di testimonianza velleitaria o, ancor peggio, rinchiudersi all’interno di sterili confini identitari. L’appuntamento di Chianciano rappresenta, col senso della realtà e delle proporzioni ed in un quadro di difficoltà inedito, nel dopoguerra, per la sinistra italiana, il tentativo, da parte del nostro movimento, di dare un contributo a rimettere in moto il processo costituente di un nuovo soggetto politico. In preparazione di questo appuntamento abbiamo tenuto, nei giorni scorsi, le Assemblee del movimento Sinistra democratica nei vari territori della nostra Regione. Come è noto, l’Assemblea tenutasi a Perugia, ed introdotta da un’intervista di Paolo Brutti pubblicata dal quotidiano “La Nazione”, ha licenziato un documento sulle questioni locali articolato sostanzialmente in tre punti: 1.Viene espresso un giudizio pesantissimo sul sistema politico dell’Umbria bloccato da un accordo consociativo che impedisce qualsiasi novità politica ed un giudizio liquidatorio delle esperienze di governo del centrosinistra nella nostra Regione. 2.Si invitano i rappresentanti di Sinistra Democratica nei Comuni della Provincia di Perugia a lasciare le maggioranze di cui fanno parte. 3.Si esortano le forze migliori dell’Umbria ad unirsi per presentare un’alternativa di governo alle prossime elezioni amministrative. Credo che queste posizioni rappresentino altrettanti errori; anzi, ne contengono uno in più, preordinato, di metodo: una riflessione di questa natura e di questa portata avrebbe meritato un diverso contesto, un più ampio confronto e, per quel che mi riguarda, diverse conclusioni. Liquidare l’esperienza amministrativa del Centrosinistra Umbro partendo dalle recenti vicende giudiziarie perugine rappresenta una forzatura che appare tanto insufficiente quanto strumentale. Non si deve certo sottovalutare quanto accaduto, ma ritengo che di fronte a tali gravissimi fatti ci si debba attenere a quanto farà e disporrà la magistratura, invitandola ad operare presto ed a fondo, e non si dovrebbe fare quello che viene comunemente espresso con un (inelegante) luogo comune: ”buttare via il bambino con l’acqua sporca”. Un’analisi corretta e, soprattutto, svolta nell’interesse della nostra comunità e della Sinistra umbra dovrebbe individuare ciò che non ha funzionato nell’esperienza del centrosinistra (e ce n’è) e rilanciare, avviando anche in Umbria, la costruzione di un nuovo centrosinistra in cui la sinistra porti la propria dote che si chiama radicalità, valori, partecipazione. Altro che invito a lasciare le maggioranze! Qui serve il coraggio di discutere in quale modo, approfondendo il confronto sul merito delle questioni, la Sinistra porta un valore aggiunto all’azione delle Amministrazioni. Io presiedo il Consiglio Provinciale di Terni da 4 anni, un Ente sul quale non mi sembra pesi un giudizio complessivamente negativo. Nel bilancio di previsione 2008, su richiesta dei gruppi di sinistra presenti in Consiglio, sono state previste risorse da destinare alla sicurezza nei luoghi di lavoro e per incentivare la raccolta differenziata da parte dei piccoli Comuni. Penso che, nel nostro piccolo, abbiamo fatto qualcosa di sinistra. In base a quali considerazioni dovremmo ora, per analogia, secondo le indicazioni che provengono da SD di Perugia, abbandonare la nave e remare in un’altra direzione? Per rifarci una verginità? Per essere pronti a qualche strana evenienza fra un anno? Per conquistare una migliore posizione in una qualche improbabile trattativa? Siamo fuori dal percorso che, insieme, abbiamo compiuto sinora e, soprattutto, siamo fuori da quello che ci accingiamo a decidere a Chianciano nei prossimi giorni. Imboccare la strada indicata dai compagni di Perugia può aprire due scenari: un’ipotesi di sinistra velleitaria e di testimonianza (Sinistra Democratica + ….. ?) o il tentativo di avviare un’esperienza “che unisca le forze migliori….” che puzza tanto di trasversalismo. Io ho partecipato alle Assemblee di Terni e di Orvieto e non ho trovato spinte o indicazioni ad andare in questa direzione. Anzi! Ho trovato compagni ancora motivati a far prevalere le ragioni di una sinistra seria, concreta, di governo, nonostante le disillusioni e la sfiducia seguite al risultato elettorale. Credo che sia opportuno fermarci un attimo e promuovere, dopo Chianciano, un appuntamento regionale di SD che raccolga le motivazioni di questi compagni e ne rilanci la voglia di partecipazione e di protagonismo verso la costituente di un nuovo soggetto politico della Sinistra umbra.