opinioni

La mia idea di città

martedì 24 giugno 2008
di Giovanni Tonelli
Dopo la conferenza stampa del 12/giugno torno sull'argomento trattato per fare delle considerazioni e anche per fare un minimo di programma del futuro prossimo. Intanto sono molto soddisfatto dell'attenzione che ho ricevuto sia attraverso la stampa, ma soprattutto da ambienti orvietani e singole persone, anche se non è tutto oro quel che luccica. Come dissi in quella circostanza sono molto consapevole delle difficoltà che vado ad incontrare, pertanto anche l'attenzione fa parte del gioco. La considerazione che voglio fare, che si rende necessaria forse per mia scarsa precisione nell'esporre la cosa, è che ho parlato di una lista civica, quindi per sua stessa caratteristica si colloca al di fuori di ogni schieramento politico e fa una forzatura chi vuole attribuirmi la rappresentanza di uno schieramento definito, ho detto invece che mi muoverò all'interno del centro-sinistra senza pregiudizi alla ricerca di chi condividerà e sosterrà le linee guida del mio programma. Un punto della situazione sul programma, ma anche della lista e delle altre situazioni ad essa legate verrà fatto in un'assemblea pubblica che si svolgerà il mese di Settembre Per quanto riguarda la mia proposta di programma ho parlato di un nuovo modello di sviluppo nel quale le associazioni di categoria e le banche locali devono avere un ruolo determinante, un patrimonio storico-artistico da gestire con le nuove e future tecniche della comunicazione; ma ritengo che l'ambiente e il territorio per un verso e il sociale dall'altro siano temi da mettere assolutamente in primissimo piano. Per quanto riguarda l'ambiente ed il territorio, io penso che andrebbe costituito un tavolo permanente di lavoro composto da tutti i soggetti interessati al fine di ricondurre tutto all'interesse generale, ho la sensazione che ciò non sia sempre stato negli ultimi anni, dove anche le esigenze di cassa hanno avuto il loro peso. Quando penso al sociale, io penso a qualcosa che va oltre i servizi classici, io penso che un'amministrazione debba lavorare anche per dare certezze e le certezze si costruiscono sui valori. Ho sempre lavorato con i numeri, ma sono fermamente convinto che una comunità ha una identità solo se ha degli ideali, dei punti di riferimento, e questi non possono essere il numero dei conti correnti o delle utenze telefoniche. Penso che l'esperienza di persone meno giovani andrebbe messa al servizio di categorie più deboli e di categorie deboli, in questa società consumistica e globalizzata, ce ne saranno sempre di più. Il tutto con la collaborazione di soggetti provenienti in generale dal mondo del volontariato. Inevitabilmente una società più unita è una società più sicura e la sicurezza è una richiesta primaria di tutte le categorie riscontrabile in ricerche di mercato dove i consumatori/utenti la posizionano di gran lunga al primo posto.