opinioni
Il nuovo che avanza
sabato 23 febbraio 2008
di Nello Riscaldati
Capita a molti cittadini, in prossimità di consultazioni elettorali, di appoggiarsi ad un metaforico muretto, ed indugiare, guardando e scrutando il frenetico andirivieni nazionale e locale, lo spuntare e il definirsi, tra affermazioni e smentite, delle candidature prossime venture.
Ciascuno degli affacciati a codesto metaforico muretto, tiene, magari ben dissimulato ma sicuramente già pronto, un “Oh! Era ora,..!” grande come una casa, da sparare non appena si crede di aver individuato il nome tanto atteso.
E non è che ci si aspetti tanto la giovinezza e lo charme, quanto la competenza ed il coraggio. Qualcuno insomma che abbia fiato e cervello per conferire autorevolezza e rapidità ai vari “si” e “no” che, se eletto, sarà chiamato a pronunciare riuscendo, nel contempo, a coagulare il consenso necessario. L’età è l’ultima cosa che conta.
Però l’attesa è lunga ed, aspettando, si fa notte. Ma il cittadino curioso e affacciato al muretto, non demorde e inforca gli occhiali notturni a raggi che vedono nel buio, come in un mondo tutto verde, tipo guerra del Golfo.
E, scrutando e riscrutando, eccolo emettere i primi versacci di raccapriccio, e pure qualche moccolo, perché in quella melma verdastra comincia ad identificare, come in un Jurassic Park, soggetti visti e stravisti, facce note, pesate, votate e rivotate, giudicate, rifiutate, vaganti qua e la alla ricerca di una sedia prima che il film che dura cinque anni abbia inizio.
Facce che guardano quel curioso guazzabuglio, più consueto in giorni come questi, e cioè la fioritura di nuovi partiti e movimenti tutti aperti “alle donne a egli uomini della società civile, sia laici che cattolici, perché i cittadini ed il Paese ce lo chiedono a gran voce!”. Se ne sentono di stronzate, amici miei.
Ed è allora che ti prende, per l’ennesima volta, lo scoramento causato da quel tizio (anche perché localmente la situazione non cambia), che incontri tutti i giorni, e del quale sai tutto e sai che non dovrebbe stare dove sta, eppure ci sta, e allora ti chiedi perché, per come e per quanto, e chi ce l’ha messo e chi lo copre e perché lo copre, e via dicendo.
A notte fonda gli elettori metaforici affacciati al metaforico muretto, si tolgono gli occhiali notturni e concludono sull’inutilità dell’attesa.
Un vecchio dalla barba così lunga che ogni tanto se l’acciacca, senza accorgersene, interpellato in merito, affermò che i capaci non è che manchino, ma sono minoranza, per la qualcosa la maggioranza non ha problemi ad impedire loro di emergere. E se qualcuno tenta di farlo qualcun altro, puntualmente, lo sommerge come accade, di solito, nei momenti di pericolo durante le partite di pallanuoto.
E visto che le sedie sono sempre poche, spesso sono gli stesi capaci che si sgambettano, rendendo così più facile il gioco a chi, dall’alto, dirige il traffico. E sovente ci si rende conto del perché qualche nome d’oro inserito in politica non riesca a cavare un ragno da un buco, perché qualcuno che parla in modo studiatamente incomprensibile fa sì che costui si convinca che per capirci qualcosa è necessario che per alcuni anni si limiti a spingere i bottoni dei “si” e dei “no” che sarà chiamato ad esprimere e, negli intervalli, leggere i giornali.
Manzoni diceva che la peste è come una grande scopa. Ma la politica sembra essere immune da tale calamità. Ed è così che tutti si affrettano e si adoperano per cambiare tutto proprio per fare in modo che niente cambi. Gattopardo docet!
orvietonews.it by http://www.orvietonews.it is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.