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Madre Coraggio, ovvero della guerra e degli abissi umani. Risposta dell'AssociazioneTe.Ma alla lettera aperta di Marco Conticelli

martedì 12 febbraio 2008
Dopo la rappresentazione di “Madre Coraggio” al Teatro Mancinelli, domenica 3 febbraio, il signor Marco Conticelli aveva scritto una lettera aperta rammaricandosi per le espressioni di “bestemmia” che aveva sentito per ben due volte durante lo spettacolo. Gli uffici del Teatro Mancinelli si sono subito attivati contattando la compagnia teatrale “Gli Ipocriti”, produttrice dello spettacolo, per conoscere il copione integrale, adattamento a cura di Antonio Tarantino del testo originale di Bertolt Brecht. Verso metà spettacolo un soldato pronuncia, effettivamente, due espressioni altamente disdicevoli. E’ un soldato di ventura che si esprime con forte accento toscano, con locuzioni non infrequenti nel dialetto di quella regione. Lo fa in una scena particolarmente cruenta, in mezzo alla guerra e agli abissi umani, fin troppo noti in tutte le guerre. La compagnia “Gli Ipocriti”, nel rammaricarsi a sua volta che l’espressione dialettale e forte, ma senza alcun intento blasfemo, abbia offeso lo spettatore Conticelli, lo invita a rivedere “Madre Coraggio” quando lo spettacolo sarà presentato a Roma al Teatro Quirino; gli inoltrerà, se gradito, il copione dello spettacolo; informa inoltre che le osservazioni dello spettatore orvietano sono già state portate a conoscenza di Antonio Tarantino e della regista Cristina Pezzoli che non mancheranno di tenerne conto. Il Teatro Mancinelli, nello stigmatizzare senz’altro l’accaduto, è anche sinceramente dispiaciuto, tanto più che l’opera di Brecht, conosciuta in tutto il mondo, viene celebrata quale grido disperato contro tutte le guerre e contro tutte le violenze.

Marco Conticelli: 'Ringrazio la Te.Ma per la celerità e la serietà. Tuttavia nessuna bestemmia a qualsiasi religione può essere giustificata dalla crudezza di certe scene