opinioni

La paura del diverso e il risveglio di Biancaneve

venerdì 14 dicembre 2007
di Jacopo Teodori
Certe volte ci si addormenta, si lascia scorrere tutto tranquillamente perché ci sembra che tutto sia tranquillo, si sogna, il nostro paese è un po’ una Biancaneve addormentata. Nel bel paese dove abbiamo la fortuna di vivere non succede mai nulla di poi così eclatante, le liti politiche sono all’ordine del giorno ma sempre nei termini massimi della dialettica, anche se qualche volta eccessiva, le discussioni tra varie parti sociali seguono un solito copione che spesso porta a salvare capre e cavoli. Tutti credono di governare bene, o che governerebbero bene, una parte si attira la critiche dell’altra e viceversa. Poi le prime avvisaglie di un qualcosa che ci può travolgere e sconvolgere arriva da lontano. Donna stuprata da un Rom è poi morta a Roma, si discute, tutti corrono a prendere posizioni, tutti dichiarano cose, pochi si soffermano a pensare veramente, nessuno, tra le grandi menti politiche, prova a capire quello che una cosa del genere può scatenare dentro ai cittadini. La paura, la paura la proviamo tutti per almeno una cosa, e la paura del diverso è tra le più diffuse, il punto è come affrontarla. C’è chi prova a superarla confrontandosi con ciò che gli mette paura ed arriva così a superala, c’è invece chi la elimina “risolvendo” così il problema alla radice. Nel nostro bel paese nessuno pensa questo, nessuno prova ad esorcizzare le paure più antiche ed umane e a fare capire quanto non utile ma indispensabile sia il diverso, Roma è lontana, le gente dimentica presto. Invece non è così, certe cose rendono ancora più buio e profondo il lato dove ci sono le nostre paure. I primi allarmi arrivano dal nord dove sindaci vietano la presenza in città di cittadini che non hanno un reddito minimo, poi un assessore leghista dichiara che bisogna fare come la squadre naziste, per ogni italiano colpito cento immigrati puniti. Ancora tutto lontano, Biancaneve continua il suo sonno, posta nella fragilissima teca di cristallo che la stacca dal mondo esterno. Poi si iniziano a sentire urla e strepitii, il vento invernale non porta neve o canzoni natalizie ma antichi inni dittatoriali che pensavamo, o ci illudevamo di pensare, ormai dimenticati e andati perduti. Grida, offese verso altri Uomini, richiami a vecchi, obsoleti, superati, sconfitti, dittatori di un passato mai vissuto da chi lo esalta, ma creduto migliore di qualunque altro presente. Iniziamo a preoccuparci. Poi, quando nostro figlio viene a casa con volantini con frasi dure, razziste, siamo spauriti, non sappiamo cosa fare e come farlo; proviamo a creare un dialogo ma ci accorgiamo che già nei giovanissimi la paura del diverso, di colui che ci ruberebbe lavori come il raccoglitore di pomodori o altri che noi italiani non vogliamo più fare, bene la paura li controlla, li domina. Anche se loro non lo ammettono ma dicono che anzi sono gli unici che in modo coraggioso affrontano il problema, quella è paura, paura del confronto, del trovare qualcuno più bravo di te a fare certe cose e per questo da eliminare, quando ci troviamo di fronte a questo iniziamo ad avere la pelle d’oca. Panico, il primo sentimento è il panico, non sappiamo cosa fare come comportarci, per prima cosa dichiariamo colpevole lo stato, le istituzioni che non hanno vigilato, poi però ci rendiamo conto che la colpa è anche la nostra, che noi siamo i primi che dovremmo impedire il ritorno di certe idee partendo proprio dal lavoro sui nostri figli e fratelli. Questo brivido caldo attraversa contemporaneamente la schiena di più persone. Biancaneve va svegliata. Ci si incontra, si parla apertamente, ci si sfoga, e si è in tanti, non le solite facce né i soliti schemi, mente e cuore vanno a braccetto per una volta, si decide che si deve “rompere la teca di cristallo” che ci divide dalla realtà e si deve tornare ad interagire con essa. La realtà non è mai perfetta ma possiamo migliorala, quanto meno evitare che torni ad essere un luogo peggiore, evitare di commettere vecchi errori. La teca è rotta già ora bisogna risvegliare del torpore chi per anni ha creduto di essere in una realtà perfetta e inattaccabile e ora si rende conto che era solo un sogno. Non esiste un solo principe, per una volta lo possiamo essere tutti