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Butto, aggiornato o riciclo integrato?

martedì 20 novembre 2007
di Cittadinanza attiva - Comitato Nazionale del Paesaggio
In merito al recente dibattito che ha investito l'annosa problematica della discarica delle Crete, Cittadinanza Attiva ed il CNP intendono ribadire la propria posizione. La convenzione già stipulata tra l'ATO e l'ente gestore SAO introduce nuovi e preoccupanti elementi alla discussione: 1. nonostante la discarica delle Crete sia stata riclassificata nel 2005 come discarica di rifiuti non pericolosi, è impossibile stabilire quanto le scorie e le ceneri provenienti da impianti di incenerimento possano risultare pericolose per la salute, dal momento che sono sempre contaminate e altamente tossiche. Inoltre, mentre la Provincia dichiara che la capacità residua della discarica è di 968.905 mc per la SAO la capacità risulta di 137.000 mc. Occorre sapere quale sia il conteggio a cui attenersi. 2. in merito ai controlli di cui si è parlato, non siamo a conoscenza se questi siano mai stati effettuati; fino ad oggi non ci risulta che né gli enti preposti né la SAO abbiano mai effettuato controlli in discarica quali monitoraggi delle falde acquifere gli uni, e controlli in discarica gli altri. 3. sia nella convenzione che nel piano economico finanziario della SAO non risulta trattato l'argomento della gestione post mortem della discarica, né risulta di conseguenza riportata la percentuale di tariffa legata agli accantonamenti post mortem. Questo lascia presupporre che si dovrà provvedere a finanziamenti non previsti per le eventuali situazioni di dissesto geologico fortemente prevedibili data la presenza dei calanchi. 4. Dal Piano economico della SAO emerge che la frazione organica della raccolta differenziata rimane invariata dal 2006 al 2018 a 5000 tonnellate annue. Questo sta a significare che non ci sarà nessun incremento della raccolta differenziata rispetto all'attuale quota del 12%. Ci domandiamo chi pagherà le sanzioni previste dal Codice Unico Ambientale. Ciò premesso intendiamo necessario che venga riaffermato il carattere di interesse pubblico per la collettività orvietana nella gestione dei rifiuti che non può diventare una mera attività finalizzata al ricavo di profitto. Riteniamo che non esistano le condizioni funzionali e ambientali per l'accoglimento di rifiuti speciali che non garantiscono la tutela della salute pubblica e dell'ambiente. Riteniamo infine assolutamente sbagliato e controproducente un piano dei rifiuti che punta alla continua estensione ed ampliamento della discarica intesa quale ammasso indifferenziato di materiali da stoccare, invece di avviare processi virtuosi di recupero e riciclaggio spinto secondo gli indirizzi più sostenibili. In questo senso riteniamo improponibile la previsione di un ulteriore ampliamento del bacino della discarica aprendo un nuovo calanco, condizione geologica che appare oltretutto non rispondente alle raccomandazioni di legge. Invitiamo pertanto l'Amministrazione comunale alla tutela degli interessi della Comunità e ad attivare un reale processo di partecipazione coinvolgendo la cittadinanza su un tema così importante.