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Cambia l’orario ferroviario... ed è subito sera! Un appello per il rispetto delle persone e del territorio

venerdì 16 novembre 2007
di Pendolari Orvietani
Ecco di nuovo il popolo dei pendolari orvietani e del comprensorio alle prese con il cambio dell’orario ferroviario che a partire dal 13 di dicembre rimette ancora in discussione il sistema dei trasporti da e per la capitale. Un problema antico quanto la Rupe che sembra passi sempre attraverso una scarsa e debole difesa delle istituzioni locali, una disarmante impotenza dell’Assessorato regionale di fronte alle logiche economiche e di guadagno dell’azienda Trenitalia, una disattenzione pressoché totale da parte delle forze politiche (forse dimenticando che i pendolari sono anche cittadini votanti), salvo alcuni parlamentari che hanno fatto interrogazioni al riguardo, un’assenza evidente dei sindacati e delle associazioni dei consumatori e un interesse ad intervalli, ma di sicuro il più sensibile, della stampa. Allora proviamo ancora una volta a far comprendere a quanti hanno orecchie per intendere di cosa stiamo parlando. Da Orvieto partono tutti i giorni oltre 1.200 pendolari con abbonamento ferroviario, per lo più diretti a Roma ed una parte minore ma di uguale importanza per Arezzo e Firenze. Si tratta nella quasi totalità di lavoratori e studenti che provengono da Orvieto e dintorni interessando quindi diversi Comuni della Provincia di Terni e di Viterbo. In molte occasioni, alcune anche pubbliche e riportate dalla stampa, abbiamo sollevato poche, chiare e fattibili richieste partendo da alcuni presupposti tra i quali: che Orvieto è l’unica città (se con i suoi 22.000 abitanti e sempre più scarso peso politico ed istituzionale è possibile parlare di città o non sarebbe più corretto parlare di paesotto) dell’Umbria che si trova nella tratta ferroviaria ad Alta Velocità. Un attraversamento per il quale il territorio orvietano subisce tutte le conseguenza di un forte impatto ambientale (basta pensare allo scempio di Allerona scalo, intervento che oggi non sarebbe mai stato realizzabile) ma non riesce ad usufruirne dell’unico vantaggio possibile che è quello della fermata dei treni. Altro presupposto dal quale siamo sempre partiti per le nostre richieste è che il pendolare lavoratore è legato a contratti che in genere stabiliscono orari di lavoro settimanali e che pertanto le nostre istanze nel merito delle fermate dei treni sono sempre state legate alle fasce orarie dove è riscontrata utenza. Quindi, la richiesta di un collegamento sicuro e affidabile la mattina da Orvieto per Roma e da Orvieto per Arezzo Firenze e collegamenti di ritorno con una attenzione a coprire tutte le fasce di richiesta pomeridiane e serali. Oggi la situazione del nostro trasporto ferroviario è nettamente peggiorata rispetto alla situazione di 10 anni fa. Viaggiamo con treni che hanno materiali vecchi, insicuri e ridotti a trasporto da terzo mondo per i quali paghiamo anche in più, semplicemente perché li hanno rifoderati e chiamati Plus. Abbiamo meno treni ed i tempi di percorrenza sono aumentati. Nella Città (?) di Orvieto non fermano gli Eurostar e anche sugli intercity è iniziata una scellerata politica di riduzione. Con il nuovo orario poi ci risulta (basta guardare l’orario sul sito web di Trenitalia) che una delle nostre poche richieste non solo non è stata neppure presa in considerazione ma addirittura anche questa volta siamo stati presi in giro. Per chi è costretto ad avere orari di lavoro su 5 giorni lavorativi con permanenza serale oltre le 19.00 avevamo chiesto di dare la possibilità di una fermata di un treno in partenza da Roma tra le 20.00 e le 20.30. Avevamo evidenziato l’esistenza di un treno ES che parte da Roma alle 20.30 e che già ferma a Chiusi (evidentemente una città con maggiore peso politico, amministrativo e negoziale della nostra). Invece, di questa fermata non vi è traccia ed il treno EN delle 19.52 (un vergognoso treno con sole due carrozze passeggeri di seconda classe e il resto carrozze letto e cuccette con il quale si viaggia di fatto in piedi 9 volte su 10 che parte da Roma Termini con destinazione Vienna) è stato anticipato alle 19.10. Oltre il danno la beffa e questa è la solita storia da anni e anni. Concludendo, rivolgiamo nuovamente appello a tutte le forze politiche, al Sindaco di Orvieto, ai consiglieri provinciali affinché affianchino i pendolari di tutto il comprensorio orvietano in una azione di rivendicazione che non va a vantaggio dei viaggiatori abituali ma che risponde anche ad una logica di rilancio di questo territorio che passa anche per un miglioramento delle condizioni di trasporto di tanti abitanti che per nascita o scelta sono costretti a viaggiare per lavorare ma non hanno deciso di abbandonare questo territorio come luogo dove vivere e pagare le tasse. In ultimo chiediamo la convocazione di un Consiglio Comunale aperto che decida di affrontare con serietà e determinazione questa vicenda.