opinioni

Dai Consigli di zona alle prospettive politiche per il futuro. Diventerà la cosa rossa la nuova repubblica dei cittadini?

martedì 13 novembre 2007
di Vittorio Fagioli
Carissime/i, sono stato contattato in questi ultimi giorni -e con me, ne ho notizia, anche altri militanti dell’area delle associazioni orvietane- da vari esponenti di forze politiche istituzionali del centro-sinistra orvietano in merito alle prossime elezioni dei consigli di zona. In questi dialoghi ho espresso coerentemente il mio punto di vista, ma data la ristrettezza del colloquio telefonico e l’importanza, principalmente di prospettiva, che invece riveste l’argomento mi è sembrato giusto tornarci su ed esplicitare in forma di lettera aperta ai “compagni ed amici” dell’area politica dell’associazionismo, anche per sottoporlo a un pubblico confronto, il mio pensiero più compiuto. Mi è sembrato subito chiaro che i suddetti contatti c’entrassero poco con i consigli di zona, data la limitatezza dei loro attuali poteri, ma molto con la prospettiva politica del futuro, anche se pochi hanno avuto l’ardire di dirlo con chiarezza. La realtà è che queste elezioni, in pratica un possibile significativo “sondaggio”, assumono un valore molto importante - da qui il forsennato impegno- per i due schieramenti della cosiddetta “sinistra”, ossia del Partito democratico che cerca lecitamente, in questa prima occasione dopo la sua nascita, una conferma della sua scelta interclassista e neo- liberista, e dell’altra la nascente area politica che alcuni chiamano -non potendolo nomarla in altro modo- la “cosa rossa” che cerca anch’essa in questa rinnovata unità una conferma sulla strada da intraprendere. Tutto lecito quindi, ma noi che non siamo iscritti né operiamo all’interno dei partiti di questo centro-sinistra che sostiene Prodi, che siamo molto critici con questo Governo per motivi che sono chiari ai più, che abbiamo una metodologia di lavoro politico diversissima dai partiti politici, cosa dobbiamo fare? La stessa domanda ha arrovellato anche altri compagni di associazioni che operano sul territorio con cui mi sono sentito. Il problema per noi non è ripeto la prossima elezione dei consigli di zona ma cosa fare eventualmente sul terreno istituzionale: potremo rispondere che non siamo interessati, non è su quel terreno che pensiamo di risolvere i problemi dei cittadini che invece vogliamo affrontare attraverso la mobilitazione volta per volta sui singoli problemi. E infatti questa è la nostra prassi politica che ci ha permesso di vincere alcune battaglie quando abbiamo trovato l’unità e la determinazione giusta (Benano, l’eolico del Monte Piatto, la cava di Ficulle, la vicenda della Renara, ecc., per stare alle ultime iniziative). Ma il panorama è oggi cambiato, rispetto a poco tempo fa, ed è contraddistinto dalla crisi del sistema dei partiti messa in evidenza da quello che si preannuncia come il disastro italiano, la riduzione elevatissima del consenso verso i partiti anche di sinistra di vaste masse di cittadini del nostro paese, e una voglia che sta rinascendo di impegnarsi , di contare di più, di riprendere la parola come anche il movimento di Grillo (ma non solo ) ha messo in luce. Allora la gara tra i due bracci del centro sinistra (PD e la “cosa rossa”) ci interessa, ci interessa scegliere verso chi dei due orientare un dialogo (ovviamente sui nostri contenuti): io personalmente (ma sono legittime anche altre posizioni diverse, e qui voglio aprire un dibattito dentro il mondo associativo) penso che la scelta del PD sia una scelta centrista e neo-liberista senza ritorno, con buona pace di chi spera in un processo aperto a esiti imprevisti (sono anni che chi mi conosce sa che reputavo già i DS così, e in forte ritardo sulla realtà chi pensava diversamente, compresa quella sinistra che oggi osteggia il PD ma ieri era sullo stesso carro ed anche altre forze, penso al PRC, che questo approccio non lo mai fatto fino in fondo, per esempio -per parlare di Orvieto- già in occasione della candidatura Mocio, primo sindaco del PD ad Orvieto, altro che scontro tra DS e Margherita! Mi ricordo gli urli e gli strepiti di tutti, ma poi tutti a trovare un accordo con Mocio ed a salire sul carro… del vincitore). Il discorso della “cosa rossa” può forse essere diverso, ma anche qui non sono rose e fiori: di questo processo si parla da tempo, non si vede nulla di concreto nonostante che sia chiara a tutti l’eventuale esigenza. Ma il punto non è questo: e che tale rassemblement sia “di sinistra” è tutto da dimostrare nei fatti, non bastano pochi cenni o dichiarazioni, ancora troppi equilibrismi, poca credibilità. Nonostante questo –esprimo il mio punto di vista- sono interessato a lavorare in questo laboratorio ma con la pregiudiziale che esso comporti lo scioglimento delle forme partitiche precedenti e che quindi oggi di fronte alla crisi profonda della società italiana non basti più “aprire ai movimenti” (per citare uno slogan di PRC) ma bisogna “sciogliersi in essi”, dentro un nuovo contenitore costituito da cittadini tout court che costruiscano una nuova forza popolare che dal basso rinnovi -rifondi, appunto- la politica, i suoi obiettivi, i suoi metodi di lavoro, che segni la fine della delega in bianco. Vogliono PRC, SD, VERDI , PDCI essere la levatrice di questo processo o invece vogliono mantenere le loro belle strutture, gli stili di lavoro, ecc.? Solo un riazzeramento delle strutture esistenti può permettere un ingresso massificato di nuove energie con la caduta del muro di diffidenza della gente verso i partiti, capace di rifondare veramente la politica, insomma una vera rivoluzione, non piccoli assestamenti, in cui molti visi noti devono lasciare il posto ai nuovi democratici organismi che hanno contribuito a creare. In questo senso siamo, pardon , sono interessato a partecipare concretamente al dibattito della “cosa rossa”, per fare questa rivoluzione. Ma questo oggi non c’è e non abbiamo alcun indizio che ci sarà domani. Le associazioni orvietane non hanno organizzato “liste civiche “(termine molto brutto che va di moda dopo l’exploit di Grillo), ma vediamo di buon occhio i cittadini orvietani e del mondo che vivono nel nostro territorio che si sono organizzati autonomamente, come è il caso delle liste di Sugano e di Benano, in attesa che- magari in futuro alle prossime elezioni politiche (che potrebbero essere anche non così lontano vista la difficoltà di procedere del Governo Prodi II) o amministrative- si chiarisca la situazione del vero contenuto della “cosa rossa”: se sarà una federazione di apparati dei partiti di partenza non ci interesserà, se sarà un processo del tipo di quello sopra delineato potremo essere lì a riorganizzare la politica vera dal basso, per un risorgimento del paese. Ma se la “cosa rossa” non diventerà la “nuova repubblica dei cittadini”, allora credo che l’esplosione delle liste civiche non si fermerà, con l’apertura di un processo politico di cui è difficile oggi prevederne gli esiti. Ai partiti che si definiscono di sinistra la responsabilità di essere stati interni ovvero esterni a questo processo: c’è poco tempo per questo, chi è interessato si affretti. Sono ovviamente molto interessato a eventuali commenti a questa mia nota.