opinioni

In difesa di un cittadino consapevole e del suo alto senso civico

venerdì 26 ottobre 2007
di Filippo Belisario, Responsabile della Sezione WWF di Orvieto
Un antico proverbio recita “quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito”. Fa riferimento alla prassi, sempre più consueta, di prestare unicamente attenzione al metodo piuttosto che al merito. Nella vicenda dell’avviso di garanzia a Gianni Cardinali per la diffusione della foto di un grande pino tagliato nel parco ex SMEF il merito, come è già stato ampiamente sottolineato, era la denuncia di tagli eseguiti in maniera illegittima, cui sono rapidamente seguite una verifica di approfondimento e una sanzione da parte della Regione a carico dei responsabili. Riguardo al metodo, quando il sonno della ragione che talvolta pervade l’umano agire è tale da scomodare dalla soffitta della storia un reato polveroso e stantio (oltre che assolutamente non pertinente alla fattispecie) come la “rivelazione di segreti di Stato”, la vicenda si tinge di drammatico con sfumature ridicole. Drammatico è il fatto che, consapevolmente o meno, si cerchi con questo atto di frustrare il diritto del cittadino di segnalare e denunciare abusi o arbitri. Ridicolo è tutto il resto, in questa Italia del “pensiero unico” e dei paesaggi vilipesi in cui sempre più si vorrebbe sovrapporre il fascistissimo “me ne frego” al premuroso “I care” di Don Milani. Drammatico, in fondo, è anche il fatto che, a fronte di un movimento spontaneo di opinione che ha visto centinaia di orvietani partecipare e condividere l’iniziativa di denuncia in difesa del parco ex SMEF, a doversi difendere in un procedimento penale sia il solo Gianni Cardinali, con tutte le conseguenze psicologiche ed economiche del caso. Se ci si prende la briga di leggere tutto l’articolo 261 del Codice Penale si può notare che, rispetto alla rivelazione di notizie di carattere segreto, oltre che a chi rivela, “le pene (…) si applicano anche a chi ottiene la notizia”. Perché, allora, indagare solo Gianni Cardinali e non tutta la collettività che quella notizia in forma di immagine ha ottenuto, e grazie ad essa ha cercato di far valere un suo diritto? Il WWF di Orvieto condanna in maniera netta questo atto unilaterale che danneggia gravemente una figura di riferimento storica delle battaglie ambientali e civili della città e del comprensorio e chiede alla Procura una rapida archiviazione del procedimento per la palese “non sussistenza” del fatto. Allo stesso modo il WWF chiede all’Amministrazione Comunale di assumere una posizione seria e circostanziata in difesa di uno dei suoi cittadini più partecipi e responsabili, per quanto “scomodo” egli possa essere o essere stato. Il Responsabile della Sezione WWF di Orvieto Filippo Belisario