opinioni

Acqua bene comune... ma non per il Comune

giovedì 23 agosto 2007
di Mario Valentini, Resp. Beni Comuni PRC ORVIETO
Come è noto Milioni di donne e uomini in tante parti del mondo sono privi di acqua potabile; In ampie zone della terra si fanno guerre per l’acqua. L’acqua è elemento fondamentale della vita; ciclo naturale riproducibile. Dissennate e depredatrici politiche hanno rotto proprio il ciclo mettendo a rischio la continuità della vita. Per ciò, la lotta per l’acqua è divenuta lotta globale: America Latina, Africa, India ed ora anche l’Europa sono attraversate da conflitti sociali per sottrarre l’acqua alle multinazionali e alla mercificazione. Lottare per l’acqua oggi, significa preservare il futuro per i nostri discendenti; salvaguardare e tutelare insieme paesaggi, sistemi idrogeologici, bacini fluviali, territori e sovranità alimentare. - Un miliardo e 200 mila persone nel mondo soffrono la mancanza di acqua - Tre milioni e 400 mila sono le vittime ogni anno della carenza di acqua - 5 mila i Bambini vittime ogni giorno - 300 miliardi di dollari il giro di affari del mercato acqua - 30 litri al gg. sono l’uso medio di una persona - 350 litri gg. l’uso medio in canada per famiglia - 165 litri gg in europa per famiglia - 20 litri al gg in africa per famiglia - 1 mese si può sopravvivere senza cibo - 1 settimana si può sopravvivere senza acqua Sono questi i dati che ci fanno riflettere e che ci costringono a pensare circa l’importanza del bene primario, insostituibile che rappresenta l’acqua: è fonte di vita ed ha tanto più valore quanto meno se ne dispone; non ha torto chi ha affermato che le gocce di acqua sono più preziose di quelle dell’oro. E’ in questo contesto e per questi motivi che abbiamo aderito alla promozione della Legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua - contribuendo fattivamente alla raccolta delle firme necessarie ( ad oggi ne abbiamo raccolte oltre 800). Rifondazione Comunista ad ORVIETO ha per la verità intrapreso questa battaglia, insieme ad altri soggetti della sinistra e non, perché anche nel nostro territorio l’acqua torni ad essere completamente a gestione pubblica, già da molto tempo e molto prima del varo della Legge di iniziativa popolare. Tale decisione è venuta, non senza contrasti all’interno del partito, perché i dati a disposizione ci hanno convinto che solo la gestione interamente pubblica può dare le opportune garanzie all’utenza. Come sappiamo nella nostra provincia dal 28.12.2001 è stato affidato il servizio alla società per azioni consortile a maggioranza di capitale pubblico locale denominata “SERVIZIO IDRICO INTEGRATO Soc. Consortile per Azioni” previa individuazione del partner privato mediante procedura pubblica. La soc. è composta per il 51% dai 32 comuni dell’ATO UMBRIA 2, per il 24% ripettivamente dall’ASM di Terni SPA (18%) e dall’AMAN spa (6%), ex consorzio idrico dell’Amerino, e per il 25% dal partner PRIVATO UMBRIA 2. La scelta del gestore, individuata nella Società consortile SPA a prevalente Capitale pubblico, è stata guidata essenzialmente dalla volontà di fare esercitare agli Enti Locali la Funzione di controllo e di indirizzo, lasciando alle imprese pubblico-private la gestione tecnica del servizio. Che cosa non ha funzionato? Intanto c’è da considerare che in Umbria sono state individuate 3 ATO per un bacino di utenza di circa 800 mila abitanti e questo ci sembra francamente fuori di ogni logica: TRE consigli di Amm/ne che moltiplicano per TRE le spese. Tre ATO che servono rispettivamente un bacino di utenza con meno 300 mila unità che ha come conseguenza un ulteriore aggravio di costi che vengono gioco-forza scaricati in bolletta. Questa impostazione unita a quella della unificazione delle tariffe in TUTTI i Comuni, ha fatto sì che i cittadini abbiano visto aumentate già al varo del servizio così modificato le proprie Bollette, che già esose allora, dal 2006 hanno subito un ulteriore aumento indiscriminato per tutte le tariffe, comprese quelle Agevolate e quelle Base: possiamo affermare che vi è stato un aumento consistente che si evince dal confronto delle TABELLE iniziali con quelle adottate ed attualmente in vigore. Inoltre se consideriamo che non è stata fatta nessuna distinzione di reddito per il calcolo delle tariffe, si può notare come le ingiustizie aumentino e da qui se ne può dedurre il MARCATO intendimento da parte degli enti gestori, di considerare l’acqua una MERCE e non un Bene comune inalienabile. Ad Orvieto in particolare si presenta il caso politico più spinoso: il Vice sindaco signor Marino Capoccia occupa anche la poltrona di Presidente della ATO e secondo NOI esiste una incompatibilità che se non è di Legge, sicuramente lo è politica. Infatti recentemente la Giunta Comunale ha deliberato l’autorizzazione della procedura esclusiva c/o terzi nei confronti della società S.I.I. Società Consortile per azioni, per il recupero del credito Vantato nei confronti di questi in virtù dell’ingiunzione prot. 4382 del 7.02.2006, pignorando le eventuali somme che l’A.T.O. deve a sua volta alla S.I.I. e/o in alternativa altra procedura esecutiva, come dire: il Vice sindaco in tale veste ha deliberato di pignorare se stesso in veste di Presidente della A.T.O. Tutto ciò appare veramente assurdo; sollecitiamo il signor Sindaco a risolvere questo problema e il signor Vice Sindaco a prendere atto della assurdità della cosa. Delle due una: o si dimette da presidente della A.T.O. o rassegna le dimissioni da Vice Sindacoindaco. E’anche per dare soluzione a questi fatti che siamo ben lieti, come Movimento orvietano e come PRC di essere stati “sopraffatti” dai movimenti a Livello Nazionale se è vero che la mobilitazione generalizzata ha fatto in modo che nel programma del Centro-sinistra siano state accolte molte delle indicazioni nel senso della ripubblicizzazione del BENE COMUNE ACQUA, e che recentemente i capogruppo della camera dei deputati, su sollecitazione del PRC, hanno presentato un emendamento al disegno di Legge Bersani sulla riforma dei servizi pubblici locali, che in materia di ACQUA prevede la sospensione di ogni gara di appalto dei servizi di fornitura fino alla revisione piena della materia e la nomina di un Commissario Governativo per le gare bandite e non ancora assegnate: vanno quindi a gambe all’aria le Gare bandite per l’assegnazione all’esterno della gestione dell’acqua e si decide il Commissariamento per gli appalti già affidati. La legge di iniziativa popolare ha lo scopo di accelerare la soluzione del problema, che sappiamo di non facile soluzione sia per le notevoli resistenze che sul problema hanno in maniera trasversale gli schieramenti in Parlamento, sia per le difficoltà che nel Governo esistono in materia. Facciamo appello perché tutti i cittadini, tutti i movimenti, tutte le forze politiche e tutte le associazioni che sono interessate per la ripubblicizzazione dell’acqua lavorino in modo unitario e appoggino concretamente la Proposta di Legge. Nel frattempo, nella speranza che la Legge trovi accoglimento, siccome la politica è responsabile di questa situazione, la politica deve intervenire per ripristinare un minimo di decoro nel settore; è inconcepibile che ATO e SII nelle loro componenti direttive non assumano comportamenti conseguenti alla gravità della situazione: PRETENDIAMO LE DIMISSIONI DEI DIRIGENTI RESPONSABILI O LA LORO RIMOZIONE DAGLI INCARICHI. Chi ha dimostrato inettitudine e inefficienza abbia il coraggio di farsi da parte.