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Perché votare e sostenere Enrico Letta a Segretario del PD

mercoledì 25 luglio 2007
di Paolo Borrello
Enrico Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, si è candidato come Segretario del Partito Democratico in occasione delle Primarie del prossimo 14 ottobre. Io ho deciso di votare Enrico Letta e di sostenere la sua candidatura. Può apparire strano che io, essendo iscritto ai DS, senza alcun incarico però, dopo le mie dimissioni dal comitato di zona nel 1995, abbia scelto Letta. Io non credo che lo sia, soprattutto perché nel futuro PD le originarie appartenenze politiche non dovrebbero contare più di tanto e quindi la scelta fra i candidati alla segreteria dovrebbe dipendere esclusivamente da valutazioni sulle loro qualità personali, sulle loro attività passate e sui loro progetti per il futuro. Io voterò Letta per vari motivi. Esporrò quelli che ritengo più importanti. Perché ha firmato per il referendum elettorale Guzzetta-Segni (Veltroni invece ha affermato di sostenere quel referendum ma non lo ha firmato). Perché la sua candidatura non è il frutto di un accordo fra gli apparati nazionali di DS e Margherita (la candidatura di Veltroni invece lo è). Perché in una recente intervista al Corriere della Sera è contenuta la seguente dichiarazione di Letta: “Vorrei fare in modo che il nuovo partito sia costruito un po’ come l’enciclopedia Wikipedia, un po’ come un quadro di Van Gogh. Come accade con Wikipedia, anche nel PD ognuno delle centinaia di migliaia di partecipanti deve portare il proprio contributo, le proprie competenze, che in certi campi sono di sicuro maggiori delle mie e di quelle dei leader del centrosinistra. E, come i quadri di Van Gogh, il nuovo partito deve avere tinte forti: un giallo che sia giallo, un blu che sia blu. Non deve porsi per prima la questione della mediazione, che è importante, ma dovrà seguire; il PD deve innanzitutto dire la sua …” (invece non credo che Veltroni avrebbe rilasciato questa dichiarazione). Perché sempre nella stessa intervista Letta ha affermato, riferendosi all’accordo sulle pensioni: “E’ stata una prova di riformismo dei fatti, non delle parole…”. Ed inoltre ha sostenuto che:” In Italia esiste una questione specifica, quella generazionale. C’è una generazione tra i trenta e i quarant’anni che nella politica è poco rappresentata. Certo non mi rivolgo soltanto ai miei coetanei. Ma non mi chiamo fuori, di quella generazione faccio parte e credo che abbia molto da dare, soprattutto al partito democratico. Perché il PD è il primo partito postideologico. E noi siamo la prima generazione postideologica…”. Perché Enrico Letta, insieme al ministro Bersani, ha in passato elaborato diverse proposte di riforma del sistema economico italiano che, se attuate, potrebbero contribuire ad accrescere stabilmente lo sviluppo del nostro Paese. Penso che sia sufficiente. Invito tutti quindi a votare e a sostenere Enrico Letta. Se qualcuno intende impegnarsi nel sostenere Letta può inviarmi una e-mail al seguente indirizzo: pbor22@yahoo.it