opinioni

L’avvicendamento in Giunta non è di per sé una soluzione. Comunque, buon lavoro ai nuovi assessori in pectore!

lunedì 30 aprile 2007
di Fabrizio Cortoni
Quello che più è evidente nell’informazione cittadina di questi giorni, è l’evidente e imbarazzante silenzio calato sulla crisi politica comunale. Non ne parla nessuno, né maggioranza né opposizione. Tutto quello che ci è dato di leggere riguarda la ridda dei nomi candidati alle sostituzioni degli assessori dimissionari e dimissionati. Perché? Non credo si tratti di pax politica determinata dal senso civico di chi riconosce in quella della nostra amministrazione comunale una pesantissima situazione politica ed economica, e neanche di una tregua logistica in attesa di riprendere le ostilità con maggiore forza. Ci si è azzuffati più volte su questioni molto meno nobili e meritevoli. Sono più portato a credere a questa ipotesi: la diaspora interna ai DS, che ha determinato l’impasse amministrativo degli ultimi due anni, ha determinato una particolare e delicatissima situazione. Chi avesse osato intervenire sul significato politico dell’allontanamento dell’assessore Frellicca, e ancor di più sulle annunciate dimissioni degli assessori Urbani e Carpinelli, avrebbe facilmente corso un rischio. Quello di vedersi schierato, a seconda dei casi, fra i sostenitori di uno dei due schiermenti DS: l’ala Fassiniana, o viceversa, l’ala del correntone. Ognuna, parliamoci chiaro, sostenuta certo da persone di qualità e di buona volontà, ma ognuna colpevole di pesanti responsabilità nella gestione cittadina e soprattutto partecipata da personaggi di cui la Città finalmente farebbe volentieri a meno. L’avvicendamento in Giunta non può quindi essere la soluzione. La maggioranza non esiste, e sempre più ob torto collo si sottomette alle direttive di scuderia. La stessa rappresentanza in Consiglio Comunale è blindata: non è stato possibile attingervi per la selezione di nuovi assessori proprio perché le new entry avrebbero determinato difficoltà di controllo se non addirittura una aperta dissidenza. Una situazione che in paesi civili in cui la democrazia funziona ben oltre la finzione del sistema italiano, avrebbe determinato le dimissioni immediate dei nostri amministratori. Possibile ci sia ancora chi crede che il commissariamento sia una iattura? Mi si viene a raccontare che questo significherebbe la seria contrazione dei servizi resi ai cittadini. Come se questo non dovesse avvenire comunque, stante la nostra situazione economica. Ovviamente contrari sono i componenti della attuale classe dirigente, dal momento che questo ne determinerebbe la sostituzione totale, e l’allontanamento da posizioni acquisite che per qualcuno costituiscono l’unica forma di sostentamento. Ma immaginate che bella boccata d’aria fresca riusciremmo finalmente a prendere! Cosa dire a questo punto dei nuovi assessori in pectore? Ho sentito circolare nomi di qualità, e di loro ho letto considerazioni positive e commenti un po’ acidi come capita da sempre nella nostra città affetta da un inguaribile provincialismo. Credo che ognuno di loro meriti il massimo rispetto. Sappiano solo che quello che a loro verrà conferito non è un riconoscimento personale, ma un incarico ad operare in condizioni particolarmente gravose. Il nuovo assessore al bilancio sa che dovrà soprattutto cercare di mantenere il controllo di una macchina comunale che troppo spende rispetto alle risorse disponibili? Il nuovo assessore alla cultura sa che dovrà soprattutto decidere cosa non fare, piuttosto che quello da fare? Non voglio togliere a loro alcun entusiasmo. Qualcuno deve pur farsi carico di queste competenze. Vorrei solo consigliarli di valutare bene la situazione, e di rendersi conto che il nemico dal quale dovranno guardarsi non sta tanto in quell’opposizione di cui faccio parte e che in ogni caso non prevede di fare sconti a nessuno. Il vero pericolo è nelle tensioni della maggioranza, nella difficile situazione di governabilità che ha determinato, e in un Sindaco indeciso a tutto. Cari nuovi assessori, il problema non è raggiungere certe posizioni. Il problema è poi trovare il modo giusto di uscirne. In ogni caso, buon lavoro!