opinioni

Lettera aperta alla 'sinistra' tutta: di centro, radicale, di governo, locale... dovunque sia

martedì 20 febbraio 2007
di Nadia Formiconi
Pensavo di essere e sono, per storia, appartenenza, sentire comune, cultura, sogni e speranze, una persona di sinistra. Ho sempre votato per qualcosa di sinistra, qualche volta ho anche pensato che si poteva fare di più, impegnarsi fattivamente, essere più presenti, smetterla di votare, primarie comprese, e basta. Sono mediamente povera, anche un pochino di più. Al momento sono senza parole e assolutamente stanca di ascoltare quelle degli altri. Soprattutto quelle della sinistra …le altre pensi di saperle, un po’ te le aspetti, sono più facili da sopportare, giustificare. Quando il Presidente del Consiglio dice “a gennaio i cittadini si accorgeranno di quello che stiamo facendo”, io penso che a febbraio mi sono accorta che la mia INPS è aumentata e devo anche sopportare due “movimenti” in banca perché non posso più pagare INPS e INAIL (anche questa aumentata) insieme e ci vuole anche qualcosa in più per chi tiene la contabilità (c’è la gestione telematica dei versamenti INAIL). Mi sono accorta che i costi del “sevizio” idrico per il mio laboratorio sono aumentati, calcolatrice alla mano, del trecento per cento. Mi sono accorta che se vuoi i benefici della rottamazione devi comprare di quella macchina il modello che costa tremila euro in più. Mi sono accorta che per la rottamazione prossima del frigorifero, il frigorifero giusto costa quasi come una macchina. Mi sono accorta che i costi per fare le analisi del sangue sono aumentati del cento per cento… e sono in lista di attesa per una visita a mia figlia da luglio 2006. A proposito ho letto che DICO o non DICO mia figlia resterà giuridicamente priva di nonni. Quando il Presidente del Consiglio dice “va tutto bene, c’è ripresa, l’Italia è in movimento” io penso “aiuto, ora mi calpesteranno di corsa”...>/em> Lo penso perché mi sembra di capire che l’Italia che ha in mente io non la conosco. Sarà quella che si vede in televisione, quella degli incontri al vertice, quella che muove i capitali, che investe, che scopre i mercati.. Ma l’Italia è fatta soprattutto di persone che la televisione la guardano. Persone che lavorano, se lavorano, troppo e sono pagate male. Persone che se si rompe il frigorifero, quello nuovo deve costare il meno possibile e si paga (come dicono in televisione) in “comode rate mensili”. Una volta per la “sinistra” che i cittadini fossero soprattutto fatti da persone mediamente povere, affaticate, che guardano troppa televisione, con poco tempo e denaro per andare al cinema, al teatro, a cena fuori, e di pochi che “fanno tendenza, cultura e muovono i capitali”, era un problema. Era il problema… ora sembra che lo abbiano risolto… non li incontrano più… vuoi vedere che non ci sono più? Propongo un seminario con qualche illustre psichiatra (di sinistra) sul tema: la rimozione come risorsa sociale. Un’ultima cosa: se Mastella dice “la piazza va rispettata, ma il governo non può tenerne conto nei suoi atti governativi”, lo sente che “dice e non dice”? E Diliberto che fa? Aspetta che qualcuno sforni la “brioche” di rivoluzionaria memoria? Chi è che scalda il forno?