opinioni

Fallimento del casermone: responsabilità di tutta la sinistra locale

giovedì 23 novembre 2006
di Guido Turreni, Coordinamento Comunale di Forza Italia
Se fossi di sinistra, e soprattutto di quella parte che ama la politica del “tanto peggio tanto meglio” dovrei gioire dello stato disastroso del bilancio comunale e dei rapporti fra le varie anime della “coalizione” relativamente alle dimissioni di massa del CDA di RPO S.r.l. già RPO S.p.a.. Invece c’è poco da ridere, perché grande è la preoccupazione per il dissesto finanziario che sono riusciti a combinare, gradualmente ma ostinatamente, massacrando in modo probabilmente irreversibile la città, da ultimo con il totale fallimento della gestione della Piave, che è costato circa ottocentomila euro, letteralmente buttati dalla finestra. Ovviamente queste scelte irresponsabili e da dilettanti allo sbaraglio, non sono che l’epilogo finale di una sequenza di scelte politiche sbagliate e nefaste che TUTTA la sinistra orvietana ha voluto e determinato nel corso degli ultimi decenni; mi riferisco, quindi, sia alla sinistra comunista che a quella “moderata”, a quella di lotta e a quella di governo, a quella presente e a quella passata. Puerili le giustificazioni fornite e penose le soluzioni prospettate. Lo scaricabarile indegno a cui stiamo assistendo è la sintesi di come si fa politica ad Orvieto sulle spalle dei cittadini, senza mai volersi assumere le responsabilità politiche dei danni causati. Certo, se dovessi scegliere un responsabile su tutti, rispetto alle scelte ed ai comportamenti, non posso esimermi dall’indicare nel Sindaco Mocio il principale artefice di questo fallimento, con i suoi tentennamenti, con le sue affermazioni ambigue, con le sue paure di decidere, per poi alla fine non decidere nulla. Sommessamente poi mi sia consentito di criticare le varie giustificazioni ed analisi elaborate dai principali opinion makers. Non sono d’accordo infatti con chi sostiene che il fallimento dell’operazione sia da attribuire al passaggio fra epoche politiche (per qualcuno ere), ovvero fra quella cimicchiana e quella post cimicchiana, che avrebbero determinato una nefasta schizofrenia di vedute e soluzioni, perché la decisione di fare l’operazione RPO è stata condivisa – almeno all’atto della sua genesi – da TUTTA la sinistra. Per lo stesso motivo non sono d’accordo con chi invece ha attribuito ad una parte soltanto della sinistra la responsabilità del fallimento per squallidi giochi di potere interno, che pure ci sono stati. Il fallimento, a mio modesto parere, è da ricercare nel fatto che il Comune ha voluto impedire l’ingresso dei privati come “comandanti del vapore”, costituendo una SPA a maggioranza pubblica, così come richiesto dalla sinistra massimalista, che in modo ideologico e assai poco lungimirante aveva preteso che la caserma rimanesse in mani pubbliche. Condivido quindi pienamente quanto sostenuto non più di poco tempo fa dal Dr. Stella, manager professionista, sul fatto che nessun privato può essere attratto dal mettersi in società con un socio che ha poco di mira gli affari e molto di più l’interesse politico. Da questo punto di vista riemergono direi prepotentemente le diverse proposte che il Coordinamento orvietano di Forza Italia aveva avanzato, ovvero quella del concorso di idee e della riprogettazione dell’area come parte integrante della città affinché la città stessa possa riappropriarsi di quello spazio, sia a livello abitativo che, perché no, produttivo e dei servizi. Insomma mi sembra logico che prima bisognerebbe sapere cosa fare di quello spazio stimolando il privato con un progetto che si trovi in concorrenza con quello di altri, e poi scegliere qual è il migliore, dopo di che il privato che potrebbe portarlo a termine, già ci sarebbe. Sono invece assolutamente contrario a cedere alla Regione per il solito tozzo di pane l’opportunità di gestire un pezzo della NOSTRA città, in cambio del ripianamento dei debiti, accumulati per la scelta disinvolta di Cimicchi di prendersi l’ex Ospedale, quando l’edificio non era di proprietà dell’Amministrazione Comunale. Io penso che in città ci sono le intelligenze, le capacità e le competenze perché gli orvietani possano gestire l’operazione sul loro territorio in tempi rapidi, mentre invece la gestione regionale spersonalizzata e “lontana” non farebbe che acuire i ritardi e la perdita politica ed economica di questa opportunità, senza considerare poi la storica avversione dei poteri forti regionali per il nostro territorio. Da ultimo un'osservazione: credo che anche in questa vicenda della Caserma Piave, Forza Italia, e più in generale tutta l’opposizione di centro destra escano alla grande, perché non ci siamo limitati a criticare da subito l’operazione, ma abbiamo anche cercato di proporre soluzioni alternative che il tempo sta pienamente confermando. Una bella risposta a tutti quelli che sostengono che sì, la sinistra orvietana fa schifo, ma a destra non ci sarebbero alternative politiche per mancanza di proposte serie, per cui, come diceva Montanelli del voto alla vecchia DC, si continua a votare a sinistra turandosi il naso. E’ questa l’epoca che deve finire.