opinioni

Ospedale: da capo a tredici, anzi peggio

martedì 31 ottobre 2006
di Guido Turreni, Coordinamento Forza Italia
Ho letto incuriosito gli articoli di stampa circa l’ultimo incontro sulla sanità locale organizzato dai DS: volevo capire fino a che punto avesse funzionato la vigilanza più volte promessa dall’Assessore comunale competente in quota rifondazione comunista, in cambio della soppressione di alcuni reparti (fra cui geriatria). Ebbene la risposta è che la vigilanza – ammesso che ci sia stata – non ha dato alcun risultato, se è vero, come innegabilmente è, che: “il progetto di riorganizzazione del presidio ospedaliero non ha avuto un seguito sostanziale, ma solo qualche sporadico mutamento” che per di più avrebbe “ingenerato, in qualche caso, confusione, carichi di lavoro eccessivi, come nel caso di guardia attiva 24 h realizzato senza alcuna risorsa medica aggiuntiva”. Tirando dunque le fila di questa dichiarazione, politichese a parte, la tanto sbandierata “riorganizzazione”, che oggi ben possiamo chiamare “declassamento”, non solo non avrebbe prodotto alcun beneficio concreto, ma avrebbe addirittura creato dei danni all’encomiabile personale dell’ospedale, che senza medici e senza “personale non apicale”, sarebbe comunque riuscito a realizzare la guardia attiva, massacrandosi di turni e mancati turn-over. Ebbene, in tale situazione, qualsiasi classe politica dirigente dotata di un minimo di dignità e di credibilità, si sarebbe infuriata con la classe dirigente politica regionale, accusandola di aver manifestamente preso per i fondelli un intero territorio, da coloro che lavorano in ospedale, fino a ricomprendere, più in generale, tutta la gente orvietana e per di più quella parte di orvietani che soffre, quella che ha problemi di salute. E invece? Invece si continua a blaterare parole vuote e senza senso, fatte di vaghi impegni da prendere in una futura e molto eventuale conferenza dei servizi in cui il Duca Re Assessore, forse si degnerà di inserire la questione nel programmando piano regionale, ma facendo bene attenzione a mettere le mani avanti, dicendoci che i soldi sono finiti. Ora, considerando la fine ingloriosa – a tacer d’altro – che ha fatto il precedente piano sanitario regionale c’è veramente da sentirsi spersi. In poche parole sembra che la situazione del nostro ospedale stia vivendo una specie di situazione ciclica, che parte con una raffica di false promesse contenute in un documento ufficiale, com’è il PSR, (una legge, ben s’intende) e poi, quando si è costretti a gettare la maschera della menzogna bella e buona, si ripiega sulla riorganizzazione, che fallisce miseramente e dunque si ritorna al punto di partenza di un nuovo mendace piano sanitario regionale, cui si rimettono le speranze della nostra gente. Si potrebbe anche dire che “siamo da capo a tredici”, se non fosse che ad ogni giro di questa specie di inquietante circuito si perde un reparto qua, un primario di là. BISOGNA FARE QUALCOSA ! Cosa fare, noi di Forza Italia l’abbiamo già detto in innumerevoli situazioni, addirittura quando sembrava che la CGIL avesse preso a cuore questo problema, non ci siamo tirati indietro per trovare anche con loro una soluzione, un piano di intervento o anche un mero ragionamento; addirittura eravamo riusciti anche a dire dove andare a cercare i soldi per finanziare il vecchio piano sanitario regionale all’epoca della ingiustamente vituperata finanziaria di Tremonti (che a confronto di quella di oggi…..), avevamo detto che le RSA dovevano stare FUORI dall’Ospedale, avevamo indicato nell’edilizia sanitaria la soluzione di quello che doveva essere il futuro della medicina territoriale. Ed invece “costoro” non solo non si sono voluti confrontare su idee e progetti concreti, ma NON HANNO FATTO UN BEL NIENTE, ed anzi perseverano in questa specie di colossale presa in giro di tutti, proprio loro poi, che si riempiono sempre la bocca di “sociale” e di difesa dei più deboli ! Da notare poi il giochetto con cui hanno “gabbato lo Santo” sulla RSA che doveva sorgere al Poggente, quella della famigerata lottizzazione per intenderci; in una zona che poteva esser lottizzata solo con la necessaria presenza di strutture pubbliche, ebbene, cosa ti fanno? Prima si progetta la RSA, poi con “un ripensamento” assai dubbio, oplà, te la trasformo in zona residenziale, con il risultato per cui quello che andava a beneficio di tutti i numerosi anziani orvietani, ora è andato a beneficio di….. In questa situazione non ci rimane che autocommiserarci e dire povero ospedale, povero personale, poveri noi tutti orvietani, schiacciati da un regionalismo dal regime dittatoriale (Vescovo di Perugia docet), e da una mancanza cronica di capacità critica del popolo orvietano che si ostina a non voler guardare oltre il proprio naso, nemmeno quando c’è in ballo il nostro diritto alla salute, con l’unica attenuante di esser stati presi in mezzo ad un gioco molto ma molto più grosso di noi.