opinioni

Una piccola cosa... Dove passa l'educazione delle giovani generazioni?

sabato 26 agosto 2006
di Cinthia Seggiani
Cosciente che in un mondo invaso da “Sporcizia Metaforica” parlare di “spazzatura concreta” può apparire una piccola cosa, suppongo altresì che, a volte, proprio le piccole cose possano rivelarsi utili spunti di riflessione. Partirei dalla considerazione che abitiamo, tutti, in un luogo bello e, sotto molti aspetti, privilegiato. Ciò dovrebbe, per le persone, rappresentare un incentivo per amare ancor più questo territorio ed indurre a preservarlo dalle brutture. In particolare mi riferisco alle discariche che si creano intorno ai cassonetti. Se ne trovano molte e, in alcuni casi, sono ben visibili e, sopratutto, ben conosciute da chi le utilizza per gettare, senza alcuna remora, reti, materassi, divani, frigoriferi e, cosa ancor più grave, batterie delle auto o altri rifiuti pericolosi. Dove abito c’è ne è una adiacente ad un parco frequentato da bambini che potrebbero anche farsi del male. Ma non è questo il solo punto. Tempo fa ho letto sui quotidiani on line di una stretta del comune riguardo questo comportamento incivile e, a farla breve, di fronte all’ennesimo scarico di divani ecc. ho pensato che fosse mio diritto/dovere segnalare ciò che stava avvenendo. Non dirò a chi mi sono rivolta; non è neanche questo il punto (almeno in questa sede). Ciò che mi ha fatto e mi fa riflettere è che alla mia chiamata, recepita con un certo sarcasmo, non è seguito nulla. Ma anche questo non è, almeno in parte, il punto. E allora qual è? La telefonata l’ho fatta di fronte ai miei figli, ai quali ho poi spiegato (anzi rispiegato) che gli atteggiamenti arroganti e incivili non pagano, che l’ambiente va protetto, che ci sono precise leggi, che c’è chi le fa rispettare ecc. ecc. Il discorsetto ha sortito l’effetto e loro si sono messi in attesa. Sono passate 9 ore e, nel frattempo, le stesse persone (che evidentemente stanno ripulendo, a dir poco, un magazzino), hanno gettato altri rifiuti ingombranti. I miei figli l’hanno notato, me l’ hanno riferito. Ci sono rimasti male: “che facciamo mamma?” Bella domanda. La risposta purtroppo non lo è: niente, quello che pensavo fosse ragionevole fare l’ho fatto. Sicuramente rimane l’amarezza per una frase della più piccola: “Ma perché non viene nessuno?” o, peggio ancora, per quella del più grandicello: “tanto funziona tutto così. Anche la raccolta differenziata è una balla. Buttano tutto negli stessi contenitori e noi sprechiamo solo tempo”. Questo, forse, è il punto che potrebbe valer la pena di approfondire se crediamo che l’educazione delle giovani generazioni passi anche attraverso l’esempio e l’osservanza delle regole e degli impegni da parte degli adulti.