opinioni

Il nostro non è un paese di moderati

venerdì 28 aprile 2006
di Fabiola Di Loreto
Il nostro non è un Paese di moderati. Questo è stato il mio primo pensiero dopo le elezioni. Un pensiero a caldo maturato nella serata via via che la speranza degli exit poll dava spazio alla realtà dei primi risultati. Un pensiero meditato in seguito, a distanza di giorni dal voto. Il 23 % della popolazione italiana ha votato per Forza Italia, un partito non partito che come segretario ha un uomo che è la negazione assoluta della moderazione: arrogante nel linguaggio, prepotente nei comportamenti, irrispettoso di qualsiasi istituzione, privo di buone maniere, incapace di trattenere il suo istinto anche nelle occasioni ufficiali dove esterna pensieri in libertà e dove usa gesti da Stadio. Per anni ho sentito dire da diverse forze politiche ed importanti opinionisti che le elezioni si vincono convincendo l’elettorato moderato e cattolico di centro. Ma che genere di cattolici sono quelli che votano Berlusconi? Di quale dottrina sono seguaci coloro che credono nella governabilità di un Paese senza il rispetto dello Stato di diritto? Quale moderato si sente attratto dalle promesse di non far pagare le tasse ai più ricchi e garantito da chi controlla gran parte delle televisioni e dei giornali? Quale principio cristiano applica quell’elettore moderato che pensa che i giovani devono avere prospettive diverse a seconda che siano figli di professionisti o figli di operai? Sono cresciuta con una marcata educazione cattolica, ho frequentato a lungo una grande parrocchia romana dove mi sono formata ai quei principi cristiani che costituiscono la base di ogni democrazia e di ogni civile convivenza tra i popoli. Rispetto per gli altri, sostegno alle categorie più deboli, dare la possibilità a ciascuno di avere uguali diritti, aiutare i più bisognosi, non ostentare ricchezza, sono alcuni ricordi di una dottrina cattolica ormai per me lontana ma che ha inciso profondamente nella mia vita e nel mio sentirmi ancora oggi cristiana. E se questi sono ancora i principi dei cristiani e dei cattolici, quelli che a me hanno insegnato da bambina, allora per favore basta con questa menzogna del voto cattolico e moderato di centro. Il 23% di voti sono andati a Forza Italia. Mi sono convinta ancora di più con queste elezioni che non esiste il voto cattolico né tanto meno il voto moderato. Esistono gli interessi che prevalgono su tutto. Il voto del 9 e 10 aprile ci ha insegnato molte cose ma una su tutte mi sembra la più forte: una buona parte del popolo italiano non vuole essere governato, vuole essere capeggiato. Vuole sentire slogan, vuole promesse, vuole menzogne, vuole sentirsi ricco e potente e per esserlo gli basta vestire come vede in televisione. Berlusconi ha perso ma il berlusconismo sarà duro a morire. E’ per questo che ora mi aspetto di essere governata da coloro che hanno vinto anche con il mio voto e spero che lo facciano in ragione di un mandato che gli deriva dai tanti “coglioni” di centro sinistra che meritano un Paese diverso e soprattutto più attendo ai tanti bisogni reali che non potranno mai essere soddisfatti da una fiction televisiva.