opinioni

Eurochocolate viene meno. Quell’amaro cioccolato che non fa bene a nessuno…

mercoledì 14 dicembre 2005
di Laura Ricci
Doveva essere la novità dell’anno la sponsorizzazione di Umbria Jazz Winter, annunciata con grande soddisfazione in conferenza stampa a Orvieto dagli organizzatori, e da Eugenio Guarducci in persona con grande garbo:
“Abbiamo aderito con piacere e curiosità non perché Eurochocolate abbia bisogno di propagandare il suo marchio, ma perché, noi che siamo settore commerciale, vogliamo sostenere un settore culturale e, essendo nati da poco, anche imparare da una grande macchina organizzativa come Umbria Jazz. Parteciperemo all’evento con una piccola nota di dolcezza, lasciando il dolce in bocca agli appassionati del jazz”.
Erano state queste le parole dell’architetto Guarducci, che aveva espresso l’intenzione di voler contribuire alla manifestazione in modo delicato e raffinato, come a una manifestazione dello stampo di Umbria Jazz Winter si addice. E invece una polemica tutta perugina, e forse anche molto personale fra “star” che hanno voluto mantenere il punto d’orgoglio, ha finito per nuocere all’insieme dell’evento.

Si tende a minimizzare e, giustamente, a tenersi fuori dal diverbio di carattere personale.
Da un lato lo fa l’Associazione Umbria Jazz, dichiarandosi estranea alla polemica tra il presidente di Eurochocolate e il direttore artistico di Umbria Jazz su come utilizzare in futuro gli spazi perugini: “faremo a meno del cioccolato – si afferma - alimento che, peraltro, come raccomandano i nutrizionisti, va preso a piccole dosi”, e ancora “è la prima volta che uno sponsor rinuncia al suo ruolo e smentisce i suoi impegni dopo la conferenza stampa di presentazione del festival, in cui quella presenza era stata ufficializzata. Ancora più singolare ci sembra che questa rinuncia sia da attribuirsi ad una poco interessante polemica, sempre via stampa, fra il presidente di Eurochocolate ed il direttore artistico di Umbria Jazz… E prendere questi personali interventi come motivazioni per annullare impegni presi verso la manifestazione, l' associazione e soprattutto il Comune di Orvieto, sembra una mossa pretestuosa della quale ci rammarichiamo”.

Dall’altro, con meno ironia e con pensoso rammarico, lo fa il vice sindaco del Comune di Orvieto e assessore ai grandi eventi Carlo Carpinelli, che ha anche tentato di mediare la spiacevole situazione e di placare gli animi.
“Non vogliamo scendere a livello di questioni tutte perugine che non ci riguardano – dichiara a Orvietonews – e neanche dare giudizi su una polemica artificiosa alla quale siamo estranei. Certo il disappunto per il ribaltamento di un impegno c’è, e anche un certo fastidio nel pensare che una situazione relativa a Perugia abbia finito per danneggiare Orvieto. Va detto tuttavia che 15 mila euro, in una grande manifestazione come Umbria Jazz Winter, costituiscono una cifra molto relativa che, rassegnandoci, cercheremo di supplire in altro modo. Quello che preme ora è il valore culturale e artistico della manifestazione, che è di alto livello, un livello che permane e che verrà assicurato in ogni modo.”

Il più rammaricato è di certo l’amministratore di Multiservice, Luca Puzzuoli, che aveva procurato questo e altri sponsor (Ferrarelle, Trenitalia, Coar Alfa Romeo, Getam); e si dice rammaricato per vari motivi.
Anche in questo caso il rammarico che una questione perugina abbia inciso negativamente sulla Città di Orvieto, ma in aggiunta altre considerazioni a livello aziendale ed economico. “La Multiservice è molto danneggiata da questo fatto – afferma –e non solo e non tanto per un danno economico immediato, ma per i progetti di futura collaborazione che, come azienda, avevamo pensato di incentrare intorno a Eurochocolate e a un personaggio come Eugenio Guarducci.”
“Non so se ci si rende bene conto – continua Luca Puzzuoli – di quale effetto boomerang questa circostanza produca, da un punto di vista economico, per il futuro. Quando un’azienda lavora sulla ricerca di sponsor, uno sponsor di questa portata che viene a mancare, soprattutto per una polemica con chi organizza, crea e creerà, per la futura ricerca di sponsor rispetto alla manifestazione, minore credibilità e affidabilità. Carlo Pagnotta è un grande, ha avuto questa geniale trovata di Umbria Jazz e sa organizzare, ma non si può pensare che il rapporto con gli sponsor non sia importante e non richieda pazienza e fair play.”
”Al di là di tutto – conclude Puzzuoli – dispiace anche che il lavoro di approccio, durato mesi, sia stato vanificato così bruscamente e che sia mancato Eurochocolate, che in fondo costituiva la vera novità della manifestazione, una novità che sarebbe stata una sottile e discreta chicca, un tocco di classe e di particolarità”.
Insomma, non lo dichiara apertamente Luca Puzzuoli, ma in fondo in fondo forse pensa che queste scuse ufficiali Carlo Pagnotta, per il bene di tutti, avrebbe anche potuto farle.

Dall’esterno la questione sfumerà, come ogni notizia, verso il naturale oblìo, magari per essere resuscitata, se opportuno, in qualche altra occasione; ma di certo non fa onore a nessuno, serve giusto a riempire le cronache.
A me, inguaribile “letterata”, fa venire in mente il grande Marcel Proust, che peraltro era molto raffinato e mondano: quando più volte nei suoi scritti ha affermato che i grandi vanno valutati dalle loro opere, non dalle loro vite, che possono essere fin troppo umane, imperfette, bizzose. Umbria Jazz Winter è una geniale opera; Eurochocolate, su un diverso piano, altrettanto… quanto alle umane vite, bhè, lasciano un po’ di amaro in bocca…