opinioni

Il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Orvieto

martedì 22 novembre 2005
di Anna Colasanti, lettera aperta
La notte di domenica 6 novembre, in preda a dolori lancinanti alle gambe, mi sono recata presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Orvieto, mi ha accolto una dottoressa molto gentile e preparata che, dopo un'accurata visita, è stata in grado di esprimere una diagnosi basata più sui sintomi e sulla sua professionalità che non su analisi, essendo ella, "nell'immediato", nell'impossibilità di farle eseguire, data l'assenza di un qualsiasi tecnico che solo a richiesta, previa chiamata, sarebbe potuto intervenire.
Io conoscendo lo stato delle mie analisi ( e di qui la mia preoccupazione di un eventuale aggravamento), mi sono offerta di farle l'indomani mattina come da programma e sono tornata a casa con il dolore e con i miei timori iniziali.
Mentre ero in attesa del referto è stato segnalato al medesimo medico l'arrivo di un'ambulanza con un malato a bordo che lei si preparava ad accogliere sempre nella più assoluta solitudine; non so quale fosse il problema di quella persona, ma una cosa è certa, che qualsiasi intervento d'urgenza le sarebbe stato precluso dalla necessità di chiamare i tecnici e di provvedere sollecitamente alle cure del caso.
Mi rendo conto che la politica sconsiderata del nostro governo che ha colpito tutta la sfera sociale ed in particolare la Sanità non possa favorire la situazione, ma una cosa è certa: un Pronto Soccorso dove affluiscono centinaia di persone, non può essere affidato né di giorno né di notte ad un solo medico senza il supporto tecnico di personale specializzato, in quanto la vita umana spesso è legata ad un intervento tempestivo e competente che altrimenti può risultare fatale.
Al medico di guardia rinnovo i miei complimenti oltre che per la sua competenza, per il suo..."coraggio", ma nel contempo affermo che nessun contenimento o "razionalizzazione" che dir si voglia della Sanità pubblica (così la definisce il nostro beneamato Ministro del Tesoro), possa giustificare la situazione in cui versa "di notte" il Pronto Soccorso dell'ospedale di Orvieto.
Ringrazio la stampa per l'eventuale rilievo che vorrà dare alla mia protesta, essendo cosa doverosa non per il mio interesse personale ma piuttosto per l'intera comunità orvietana.