opinioni

Riordino ospedale: soddisfatti “ma de che” ?

martedì 15 novembre 2005
di Guido Turreni, Coordinamento FI
Perdonerete certamente l’incipit dialettale, ma questa è la prima genuina reazione che è emersa in me dalla lettura delle paradossali affermazioni dell’Assessore Stopponi, che, (udite! udite!) si è dichiarata soddisfatta per la chiusura del reparto di geriatria, per una “sensibile” riduzione dei posti letto nell’ospedale, e per le solite promesse da marinaio avute in cambio dalla ASL.
Di promesse infatti ne sono state fatte fin troppe e tutte puntualmente smentite: da quelle di Bracalente, a quelle contenute nel piano sanitario regionale (PSR), per finire con quelle contenute piano attuativo locale (PAL).
La ASL, la Regione e chi per loro hanno oramai una credibilità pari a zero, che solo un grande ingenuo, o qualcuno che è in malafede, può spacciare per verità, e la prova delle bugie e delle vane promesse è contenuta proprio in quei documenti amministrativi.
Complimenti (ironici) quindi all’Assessore, e all’Assemblea dei Sindaci per il risultato ottenuto, per la “brillante” opera di difesa svolta nei confronti della nostra sanità, complimenti che vorranno sicuramente fare anche tutti i numerosi anziani orvietani e dell’interland che ringranzieranno sentitamente per averli privati del reparto (geriatria appunto) che più si occupa di loro e dei problemi che più li riguardano da vicino.
E’ questa la difesa dell’aziano che hanno in mente a sinistra, questa è la difesa “del sociale” con cui si incensano agli occhi degli elettori.
Se c’era infatti bisogno di potenziare un reparto, in relazione alle condizioni demografiche del territorio, questo era proprio il reparto di geriatria.
Di più: se c’era la necessità di riprogrammare la politica sanitaria orvietana per sprovincializzarsi, per creare magari un polo all’avanguardia in una branca della medicina su cui puntare, questa era proprio geriatria.
E invece ci siamo accontentati di “monitorare l’azione dell’ASL”, di incontrare “costantemente” i sindacati, i lavoratori e gli utenti, come se ci fosse ancora bisogno di rendersi conto della situazione reale.
E’ questa “la consapevolezza dei problemi che ci può riappropriare della capacità di incidere nelle scelte”?
Stiamo freschi !
Quello che mi chiedo e vi chiedo è questo: c’è vera democrazia ad Orvieto?
I politici locali vengono veramente giudicati dagli elettori in base ai risultati che ottengono?
Perché è ovvio che in qualsiasi paese in cui la gente ha libertà di giudizio (e di voto) una situazione come quella dell’Ospedale di Orvieto dovrebbe spingere chiunque a voltare le spalle ad una classe dirigente incapace non tanto di ottenere un qualche risultato, ma addirittura di battersi e di protestare per il diritto alla salute dei propri cittadini.
La responsabilità di simile disastro è dunque in primo luogo dell’Amministrazione locale, Sindaco in primis, Assessore e Conferenza dei Sindaci poi, che sono totalmente incapaci di proporre, di ideare e di progettare soluzioni alternative alle chiusure, e persino di protestare.
Ma poi c’è la responsabilità di quella parte rilevante di orvietani che li continua a votare, alle elezioni Comunali e soprattutto alle Regionali.
Una responsabilità solo attenuata dalla paura, dal clientelismo e dalla rassegnazione.
Una mentalità cultural-politica-sociale che va cambiata nell’interesse di tutti noi.
Ma dobbiamo essere noi cittadini per primi che vogliamo sperare, che vogliamo cambiare, nella consapevolezza di dover prima o poi usufruire tutti delle nostre strutture sanitarie.
Dobbiamo fare la nostra parte e chiarire a chi dice di essere di sinistra che ciò che viene spacciato per un successo è l’ennesimo fallimento della politica sanitaria orvietana, l’ennesima chiusura irrazionale ed ingiustificata, la cui responsabilità va ricercata in chi ci governa localmente, a livello comunale e regionale.