opinioni

Il funerale di RPO

martedì 18 ottobre 2005
di Antonio Barberani
Si sta celebrando il funerale della "RPO". Questo bizzarro strumento tecnocratico è costato alla città due anni di perdita di tempo e due miliardi di vecchie lire buttati al vento.
La questione della ex Piave, che doveva diventare il fiore all'occhiello per il rilancio del territorio, sta diventando una palla al piede dei nostri amministratori.
Ciò accade quando si amministra con l'occhio rivolto al consolidamento del sistema di potere, al consenso della propria parte ed alle fortune (politiche) personali, piuttosto che agli interessi di una città che ha bisogno come il pane di darsi una svolta, lasciare alle spalle anni di slow per imboccare la strada della modernizzazione, dello sviluppo economico e dei posti di lavoro.
Quale migliore occasione della dismissione della Caserma Piave!
Oggi, finalmente, si sente l'esigenza di 'tecnici di alta qualità, competenti dei vari settori'.
Meglio tardi che mai, per dimenticare in fretta le banalità del 'business plan', evitando però di andarsi ad infilare nel "pantano delle indecisioni" che caratterizza le doverose (?) partecipazioni istituzionali, che si profilano all'orizzonte.
Uno spiraglio di luce sembra comunque intravedersi: noi siamo pronti, come sempre a dare il nostro contributo, purché si inverta finalmente il metodo. Considerare quell'area come un unicum da progettare piuttosto che volumi da riempire.
Nella consapevolezza che non c'è più un minuto da perdere.
I destini di Orvieto non possono essere subordinati alle lotte interne ai partiti!