opinioni

Dopo le primarie, Ulivo subito!

martedì 18 ottobre 2005
di Andrea Scopetti
Sono ormai quindici anni che il nostro paese si trova a vivere in una transizione caratterizzata da continui cambiamenti degli scenari politici: passi avanti e passi indietro.
La riforma della legge elettorale, da poco approvata dalla Camera dei Deputati, sembra avere tutte le caratteristiche di un bel passo indietro prefiggendosi la cancellazione di almeno dieci anni di storia politica.
Sembra confermare la caratteristica/difetto tutto italiano di fare tante, tante leggi senza poi controllarne né l’attuazione né l’efficacia.
In un paese normale una volta fatta una legge si segue la sua attuazione, si verifica la sua efficacia, si evidenziano i difetti e si lavora per correggerla, in Italia si riprende il ciclo dall’inizio e si fa una legge tutta nuova.

Non c’è dubbio che dal 1995 ad oggi, anche grazie a Berlusconi, il sistema politico italiano è cambiato, si è evoluto con molta fatica, spesso non riuscendoci, ha cercato di dare risposte nuove a problemi nuovi che si presentano dinanzi alla nostra società, ha cercato di mettersi a paro con i tempi che sono cambiati e cambiano molto più velocemente di prima.
Così per far fronte ad un polo di centrodestra che Berlusconi, con abilità, costruì intorno a sé, il centrosinistra fu quasi “costretto” a rispondere con la nascita dell’Ulivo, una coalizione, un progetto che mirava a far incontrare le tradizioni che per quaranta anni si erano confrontate e scontrate, da parti opposte, nel nostro paese.
Tutte e due le coalizioni dovettero fare i conti con i primi passi indietro che la “transizione” italiana poneva di fronte a loro: la Lega, Rifondazione Comunista ed altri interessi fecero naufragare prima la coalizione di centrodestra poi quella di centrosinistra.
Il sistema politico italiano, mentre si avvicinava alle elezioni politiche del 2001, si ritrovava molto diverso rispetto a cinque anni prima; molti partiti non c’erano più, altri si erano divisi, molti altri erano nati (Ds, Pdci, Democratici, Udeur, Udr, SDI, Nuovo PSI, Italia dei Valori ecc..).
Il centrodestra diviso e sconfitto nel 1996 ebbe la capacità, in profumo di vittoria nel 2001, di riunirsi, di innovarsi e di costruire la Casa della Libertà; anche il centrosinistra, in profumo di sconfitta, caratterizzato da lacerazioni e divisioni al suo interno, fu costretto a inventarsi qualcosa di nuovo, a fare uno scatto in avanti. Nacque la Margherita, l’unione di partiti e persone provenienti da tradizioni diverse; il progetto ebbe successo ma non bastò per recuperare il gap con il centrodestra che tornò al governo.

Siamo ai nostri giorni, il centrodestra governa per cinque anni ma la litigiosità e la conflittualità interna toccano picchi elevatissimi e ora, alla vigilia delle elezioni politiche del 2006, la Casa delle Libertà sente profumo di sconfitta.
Il centrosinistra, conscio degli errori del passato, prova a fare nuovi passi in avanti, riesce a ricompattarsi intorno all’Unione, al suo interno rilancia il progetto dell’Ulivo e con la lista Uniti nell’Ulivo, formata da DS, Margherita, SDI e Repubblicani, traina il centrosinistra alla vittoria nelle elezioni Europee e in quelle regionali; ma come è ormai evidente le vittorie fanno male agli schieramenti politici e la Margherita, in vista delle elezioni politiche del 2006, dove il centrosinistra sente profumo di vittoria, impone lo scioglimento della lista dell’Ulivo e del suo progetto.

La cronistoria politica degli ultimi dieci anni, come è ormai evidente, ci racconta che ad un passo in avanti di una coalizione corrisponde il passo in avanti anche dell’altra, così come ad un passo indietro dell’una corrisponde il passo indietro dell’altra.
Anche in questo caso il passo indietro, anzi il triplo passo indietro del centrodestra non si fa attendere, ed è ben rappresentato dalla nuova legge elettorale.
La Casa della Libertà, noncurante di un sistema elettorale che, se pur tra mille difetti, ha dato all’Italia stabilità e permesso al sistema politico di fare, seppur con qualche passo indietro, numerosi passi in avanti, per rendere meno amara la possibile propria sconfitta elettorale e meno dolce la possibile vittoria degli altri, prova ad azzerare la storia e a far ritornare il sistema alla vecchia instabilità, ingovernabilità, alla mai rimpianta frammentazione politica.

La palla passa ora al centrosinistra, soprattutto ad alcuni partiti che sono obbligati a non cadere nel tranello di seguire il centrodestra nei passi indietro, ma a sforzarsi di compiere un ulteriore passo in avanti.
Non c’è dubbio che il centrosinistra abbia intrapreso la strada giusta: la straordinaria esperienza delle primarie rimette al centro della politica italiana la partecipazione, la passione, l’impegno politico e civile che da ormai troppi anni mancava al nostro paese.
I cittadini italiani hanno dimostrato che si interessano di politica ed hanno espresso con chiarezza la volontà di ritornare in possesso di quella delega che permette di determinare e di decidere.
Ora serve il passo in avanti decisivo, un passo già scritto a chiare lettere: Ulivo.
La maggioranza del popolo di centrosinistra chiede unità nei fatti e non nelle parole, chiede di poter guardare avanti, verso un progetto innovativo che sia il punto d’unione di più progetti.
Siamo chiamati a batterci, soprattutto all’interno della Margherita, affinché il partito, che ha rappresentato la vera novità delle elezioni del 2001, possa valorizzare appieno la sua esperienza facendo compiere al centrosinistra quel passo in avanti che non permetta solo di vincere le prossime elezioni politiche, ma si proponga di perseguire la fine della transizione italiana.