opinioni

Centro sinistra: spieghiamoci bene sulle primarie

mercoledì 27 luglio 2005
di Marco Moscetti
Il centro sinistra sta vivendo un momento molto importante, certamente travagliato, ma sicuramente decisivo per l’evoluzione della politica italiana: la scelta delle primarie è stato un atto molto coraggioso, ma soprattutto molto democratico.
Certo, dopo il quasi “cappotto” alle regionali, forse le primarie, per il candidato alla Presidenza del Consiglio, potevano anche non essere svolte, anche se bisognerebbe analizzare bene e attentamente il voto. Intendo dire che, secondo me, gli elettori hanno scelto il centro sinistra e soprattutto “Uniti nell’Ulivo” non tanto per meriti del centro sinistra stesso, ma soprattutto per demeriti del governo di centro destra.
Ma torniamo a noi, le primarie si sono svolte per la prima volta proprio nelle recenti consultazioni regionali, prima in Calabria, poi in Puglia e infine in Toscana dove, a differenza delle altre due regioni, era tutto sancito da una Legge Regionale e non si sceglieva solamente il candidato alla presidenza, ma anche i vari candidati o candidate al Consiglio Regionale.
Dunque, spieghiamoci bene, i candidati non vengono scelti direttamente a tavolino dai singoli partiti, ma vengono selezionati dagli stessi elettori: una sorta di preliminare di elezione. Una volta scelti i candidati, i partiti, contenti o no, devono impegnarsi per quelle persone a cui gli elettori hanno dato fiducia. Certo possono uscire delle sorprese, vedi Vendola in Puglia, dove nessuno dei partiti del centro sinistra definiti riformisti (DS e Margherita) gli dava fiducia, però una volta vinte le primarie tutto il centro sinistra, l’UNIONE, ha lavorato per la vittoria del candidato scelto dagli elettori.
In Umbria, il Direttivo Regionale dei DS, il 23 gennaio 2004 aveva diramato un documento politico in vista delle elezioni amministrative (comunali e provinciali) dove in un passaggio si diceva “…Nella scelta dei candidati, i Ds propongono che sia adottato il metodo delle elezioni primarie aperte a tutti i cittadini e ritengono che si possa da subito elaborare un regolamento condiviso e avviare la loro organizzazione in modo da tenerle entro la prima metà di marzo. Comunque, laddove queste non siano possibili, sottolineano l’esigenza che ogni proposta di candidatura passi attraverso consultazioni molto ampie evitando di rinchiudere la discussione nei ristretti ambiti dei gruppi dirigenti locali. Ciò è tanto più necessario in presenza di proposte articolate e diverse per le singole forze del centro-sinistra o anche nell’ambito degli stessi Ds…”, certo era solo una proposta, però, secondo me, non era affatto male.
E visto che nel nostro territorio, sia nelle elezioni provinciali, dove nell’Alto Orvietano non è stato eletto il rappresentante dei DS e oltretutto il partito ha perso il 14%, che nelle elezioni regionali, dove, per la prima volta, non è stato eletto il rappresentate del territorio, è necessario, secondo me, allargare la partecipazione nella scelta dei candidati per evitare altre spiacevoli sorprese. E visto che alle politiche del 2006 non bisogna sbagliare e soprattutto bisogna far sì che gli elettori siano ben lieti di votare il proprio rappresentante in parlamento, e visto che il 15 e il 16 ottobre prossimi gli elettori potranno scegliere il candidato del centro sinistra alla corsa per la Presidenza del Consiglio, non sarebbe male se in quella occasione gli elettori potessero scegliere anche i candidati del proprio collegio per il Senato e per la Camera dei Deputati.