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Roma: una giornata di “ordinaria follia”

venerdì 1 luglio 2005
di Carmelo Pagano
Tutti coloro che la scorsa settimana, venerdì 24 giugno, si fossero trovati a Roma, o per lavoro, o per diporto, o per altri motivi personali, avrebbero dovuto fare i conti con una città blindata dalle prime ore della mattina e fino alle ore 14,00 del pomeriggio. Il motivo? Ve lo dico subito: la decisione del Papa, semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore, così si è autodefinito nel Suo primo discorso ufficiale, di andare a trovare il nostro Presidente della Repubblica Ciampi.
Fin qui nulla da eccepire se fosse stato fatto in maniera discreta e senza coinvolgere l’intera città di Roma. Da un neo eletto Papa penso ci si aspettasse un segnale innovativo, positivo ed educativo, cioè una Sua uscita in semplice “clergyman” in macchina privata, che lasciasse poi ai dirompenti “mass media” l’incarico di diffondere la cronaca della Sua Visita, con tutti gli annessi particolari. Che ci fossero state finalmente un po’ di semplicità ed umiltà.
Evidentemente, però, nell’epoca che stiamo attraversando la discrezione, venire incontro alle esigenze di cittadini lavoratori e no, sono fuori moda o, come si usa dire, sono “out”. Tutto fa spettacolo! Ed allora perché rinunciare ad uno spettacolo da “pop star”, da famoso calciatore o da quant’altro (vedi Totti)? Si è dato quindi inizio allo spettacolo con: attuazione di piani di sicurezza, elicotteri che ronzavano continuamente nel cielo di Roma come “zanzare tigre”, Vigili urbani dislocati ovunque per stoppare con una grinta da “bodyguard” chiunque accennasse a voler accedere al “centro storico”, auto e taxi che si muovevano avanti e indietro come in un vespaio…ecc.
La soddisfazione che si leggeva sul viso sorridente del Papa in piedi sulla Sua “papamobile” scoperta (la sicurezza era andata a farsi “benedire”), con occhiali da sole, contrastava decisamente con i “tassinari”, autisti di mezzi pubblici, automobilisti e cittadini in genere che sotto la “calura impietosa” della giornata romana erano obbligati a rinunciare, qualsiasi fossero le esigenze, di recarsi nel “centro storico” subendo tutti i disagi che ciò in genere comporta.
Sono in grado di descrivervi tutto questo in quanto io stesso, lavorando a Roma e dovendomi recare al centro, dopo aver cercato per lungo tempo un taxi (prendere mezzi pubblici o andare a piedi erano sconsigliati per motivi di “disidratazione corporea”) sono rimasto imbottigliato nel traffico impazzito in compagnia di un “tassinaro” furente ed imprecante a chicchessia.
Dopo esserci reciprocamente sfogati, con un tassametro che lievitava a vista d’occhio senza alcun risultato tangibile per il raggiungimento dell’agognata mia destinazione, ero costretto a scendere dal taxi e, dopo aver profumatamente pagato per il disservizio non certamente attribuibile al tassista, proseguivo a piedi noncurante della “disidratazione corporea” di cui sopra.
Il venerdì che si stava “sciogliendo” sotto il sole caldo di Roma non si poteva certo definire “santo” in quanto era accompagnato da imprecazioni, parolacce contro la politica e politicanti provenienti da taximobili, pluribestemmie e…chi più ne ha, più ne metta! A mio parere tenendo conto proprio di quest’ultime non è stato fatto un buon favore al Padreterno! Qualcuno potrà dire: perché si vorrebbe impedire ai cittadini di vedere passare il Papa? Risposta: Lo si può vedere tutte le domeniche e nelle feste comandate senza rovinare le giornate di chi purtroppo deve andare a lavorare. E’ mia convinzione che qualcuno si rechi a Piazza S. Pietro sperando in un’intervista occasionale o in una inquadratura televisiva che gli consenta di fare un salutino a casa! Non c’è bisogno di agitarsi scandalizzati…ho detto…qualcuno, e non mi riferisco certo ai “veri fedeli”! Insomma, per un motivo o per un altro, chi lavora e vive nelle grandi città, non solo a Roma, ormai è costretto a forza a subire senza alcuna possibilità di replica e con rassegnazione.
Si può evitare tutto questo? O quantomeno, si potrebbe evitare per il futuro? E’ probabile! Perché no! Basterebbero un po’ di buon senso e di buona volontà! Basterebbe che personaggi politici di destra, di centro destra, di centro sinistra e di sinistra rinunciassero in parte alla mania di protagonismo, con parate di macchine blu a sirene spiegate, con un contorno di forze dell’ordine in moto che, in avanscoperta, bloccano chiunque gli capiti a tiro. Basterebbe che i calciatori o simili decidessero di sposarsi senza coinvolgere i comuni mortali cittadini, ma limitandosi ai “parenti stretti”. Basterebbe che manifestazioni in genere e di qualsiasi tipo (politiche e no) fossero autorizzate dagli Amministratori Comunali dopo averne valutato gli effetti a caduta nelle grandi città e le spese che ne conseguono. Basterebbe…basterebbe… basterebbe smetterla e farci respirare ogni tanto!!! Non se ne può più!!!
Ci siamo chiesti, alla fine di ogni anno amministrativo, chi paga le spese per organizzare il tutto? Chi mette le mani in tasca o è costretto di fatto a tirare fuori milioni e milioni di euro? Noi, naturalmente! Sotto forma di tasse, ma sempre e comunque noi cittadini italiani! Quanto incide questa voce di spesa sul PIL? Tramite internet sono andato a curiosare tra le spese ed entrate dell’amministrazione pubblica in Italia! Nel totale delle uscite correnti tra: Interessi passivi, Prestazioni sociali vi è la voce consumi collettivi ed ho trovato una percentuale di incidenza sul PIL del 20% circa. Non sono riuscito purtroppo ad individuare esattamente all’interno dei consumi collettivi l’importo in oggetto, ma credo che sia abbastanza rilevante. Questa quantità di soldi si potrebbe utilizzare in maniera diversa?