opinioni

Torniamo ai valori fondanti. Siamo sicuri che le polemiche interessino?

sabato 23 aprile 2005
di Antonio Barberani, Coordinatore FI Orvieto
Sono molto imbarazzato a dover replicare alle accuse che mi vengono rivolte, ormai da più di un anno, dall'interno di Forza Italia. Accuse che hanno avuto (in pubblico e in privato) l'obiettivo manifesto della delegittimazione, se non (più spesso) della diffamazione.
Sono imbarazzato perché ritengo che, nella situazione in cui ci troviamo, dove c'è un governo in coma e, a breve, Forza Italia potrebbe anche non esistere più, per la gente comune non abbiano alcuna rilevanza politica la 'presa di Orvieto', il congresso di Terni, le future candidature alle politiche che potrebbero dare, a cascata, sistemazione a qualcuno altrimenti disoccupato. Perché di questo si tratta, non di confronto sulle scelte di fondo, sulle proposte, sulle iniziative utili per contrastare i nostri veri avversari, cioè chi governa la nostra città da oltre 50 anni.
Comunque proverò a fare chiarezza ai 'miei quattro lettori'.
Il dato del 3% perduto alle regionali è subdolo e fuorviante, cioè fuorviante perché subdolo, in quanto non sono comparabili i risultati del 2000 con quelli del 2005. Intanto il 2000 è stato l'anno di più forte espansione di Forza Italia a livello nazionale, per cui il trascinamento non poteva non farsi sentire anche in periferia; c'era un candidato locale (l'ottimo Avv. Turreni), e, per converso, gli altri partiti non avevano che pochissimi candidati orvietani (due o tre se non ricordo male).
Stavolta il risultato nazionale rappresenta il punto più basso raggiunto dal nostro partito dalla sua costituzione (lo riscontriamo dal terremoto che ha provocato) e nella nostra città 'correvano' sette o otto candidati locali, di cui almeno due (Cimicchi e Olimpieri) fortissimi, verso i quali si sono orientati anche nostri elettori, nauseati dalle continue polemiche interne, scatenate, inopportunamente quanto consapevolmente, nel bel mezzo della campagna elettorale.
Il raffronto elettorale più serio e onesto va riferito alla gestione del partito da parte del nostro Coordinamento. Tutti ricordano (gli amici che contestano sicuramente), che abbiamo rilevato Forza Italia al 6/7 % (sondaggio Margherita 2002) e, nonostante scissioni, lotte intestine, sabotaggi, abbiamo sempre migliorato tale percentuale. Anzi, l'abbiamo quasi raddoppiata. Altrimenti, se dobbiamo proprio essere irrealistici e strumentali, il confronto potremmo anche farlo con i risultati delle Europee del 2004, dove il nostro partito ha preso, ad Orvieto, il 18,3 %.
Riguardo al candidato locale noi lo avevamo, anzi ne avevamo due: rilevantissime personalità della società civile orvietana disposte ad una candidatura di bandiera, perdente in partenza (come noto senza i voti di Terni non si va da nessuna parte). Solo che gli amici di partito hanno avuto l'ottima idea (calcolata: è la seconda volta che succede) di tempestare la stampa con polemiche, sfiducia ed altre amenità, con l'ovvio risultato di far scappare chiunque avesse avuto l'intenzione di proporsi nelle liste regionali. Come già era successo lo scorso anno alle comunali con Ripa di Meana e compagnia bella.
Abbiamo allora ritenuto più utile per il partito cercare di far eleggere il secondo consigliere regionale del nostro collegio.
Ci siamo riusciti e credo sia stato raggiunto un grande obiettivo: ora avremo due consiglieri a Perugia (Melasecche e Nevi) in grado di rappresentare al meglio le istanze del nostro territorio, come da tutti e due più volte affermato durante la campagna elettorale. Se a qualcuno questo risultato dispiace per motivi legati al potere interno, peggio per lui, va certamente contro gli interessi della nostra città e del nostro partito.
Noi (io per primo), siamo certamente dei dilettanti della politica, non immuni da errori ed incertezze, ma cerchiamo di lavorare al meglio delle nostre possibilità, non certo guardando alle dinamiche interne al partito, ma cercando di perseguire gli interessi della nostra città e del nostro movimento. Il tutto facendo leva sul volontariato puro, sul nostro impegno personale e, va sottolineato, senza alcuna risorsa economica.
In questi mesi ci siamo posti come obiettivo primario quello di restituire credibilità al nostro partito, al fine di farlo divenire un interlocutore serio ed autorevole.
Abbiamo ricostruito rapporti fecondi e di stima con tutte le maggiori Istituzioni cittadine, con le quali il dialogo era precluso pregiudizialmente da tempo.
E' un modo di procedere che non dà consensi immediati, è un investimento per il futuro, in quanto ha come finalità il privilegiare i contenuti, le proposte, le soluzioni più utili per il territorio tutto. Qualche risultato significativo è stato già raccolto; dando dimostrazione che solo in questo modo si può 'governare anche stando all'opposizione'! Abbiamo anche fattivamente intensificato la nostra presenza territoriale, avviando un periodico confronto tematico con i coordinamenti di Amelia e Narni che non tarderà a dare i suoi frutti.
Cercare di dare un respiro progettuale al lavoro del nostro coordinamento ci è costato molto impegno. Per questo avremmo voluto l'apporto fattivo di chi oggi ci contesta così duramente, ma pretestuosamente.
E' ormai un anno che questi amici (compreso il 'rappresentante istituzionale') non partecipano, seppure sempre invitati (con lettera scritta), ad alcuna riunione del nostro direttivo: sedici inviti senza risposta!
Il rappresentante istituzionale (più volte invitato e/o sollecitato) dovrebbe ricercare proprio nel partito il suo naturale riferimento, il punto di elaborazione delle proposte e di sintesi tra le varie posizioni.
Così forse si sentirebbe meno solo!
Da chi ci avversa con questa violenza non abbiamo, purtroppo, mai avuto alcun contributo dialettico sui contenuti. Solo polemiche personali (ripeto: pubbliche e private).
Così il Partito perde credibilità, così perde consensi; così si fa la fine di Viterbo dove la sconfitta della CDL è stata propiziata proprio dall'interno di F.I. per mano di gente che conosciamo bene!
In ogni caso va ripreso necessariamente il dialogo, interno in primo luogo, per rilanciare il forte impegno progettuale e programmatico che ci siamo dati: unica fonte di legittimazione nei confronti di chi guarda a noi come prospettiva seria, nel momento in cui il centro-sinistra offre un penoso spettacolo di divisioni interne.
Ci attendono mesi di grande lavoro, il cui riferimento strategico nazionale sarà proprio l'allargamento della CDL che noi abbiamo cercato sempre di perseguire. Le nostre proposte "anticonformiste" sono state sempre concordate con i dirigenti nazionali ed hanno avuto sempre grandi riscontri (la rassegna stampa è a disposizioni di chi non se ne fosse accorto).
E', per l'appunto, dalla società civile e dal territorio che stanno arrivando i maggiori stimoli. C'è una forte domanda di partecipazione, molte facce nuove che vorrebbero dare una mano ed impegnarsi per il partito.
Oggi siamo chiamati alla sfida più difficile, quella delle elezioni politiche, ed abbiamo il dovere di dare risposte positive a chi non ne può più di queste lotte intestine, di queste polemiche sterili, e ci chiede compattezza ed abbassamento dei toni.
Altrimenti quando si vota scappano altrove!
Il nostro avversario è questo centro-sinistra, non lo dimentichiamo mai, così come non dobbiamo dimenticare mai i 'valori' fondanti del nostro movimento. Poi ci saranno i congressi, le candidature, le scissioni. Ma siamo sicuri che alla gente interessi davvero tutto questo?
Ritengo che nostro dovere sia invece riaffermare, come dice Sandro Bondi, il "valore morale dell'appartenenza", facendo dell'etica lo spartiacque necessariamente preliminare ad ogni attività futura.