opinioni

Considerazioni sulla città

venerdì 18 marzo 2005
di Gianni Cardinali
“BENVENUTI A…………, LA CITTA’ DOVE TUTTI HANNO UN ORTO E RIENTRANO A CASA PER LA PAUSA PRANZO, DOVE E’ STATO VARATO UN “PIANO REGOLATORE DEL BENESSERE” CHE VIETA FAST FOOD E SEXY SHOP NEL CENTRO STORICO. DOVE L’ALTA TECNOLOGIA SI SPOSA CON LA BUONA CUCINA E DOVE IL TEMPO CHE SCORRE, PIANO, NON E’ MAI PERDUTO MA SEMPRE RITROVATO”.
Questo è l’esordio di un articolo di un quotidiano prestigioso a tiratura nazionale che descrive “LA CAPITALE DELLA LENTEZZA” e che mi è capitato di leggere in questi giorni.
“da Roma Termini, cinquanta minuti, e poi, “slow”, per godersi il "tempo ritrovato"; “…niente di snobistico: non è un’Arcadia, si tratta soltanto di infrastrutture, rispetto dell’ambiente, uso delle tecnologie per migliorare la vita. E come si vive nella……”slow”?; ….le casupole dei suoi artigiani, barricati lassù, hanno guardato passare l’alluvione della modernità senza esserne toccati. E oggi vanno scoprendo, tutto sommato, di averla scampata bella. Così……….è diventata, in questi anni, una delle capitali della nuova lentezza”; “niente a che vedere con la sonnolenza di tanta provincia dice l’ex Sindaco………..”; l’ex Sindaco dice anche ”a……….vige l’”economia del pollastro”, tutti hanno un orto, qualche pollo, quattro ulivi: tornano dal lavoro e badano alla terra”; sempre l’ex Sindaco dice che a……….”si vive bene da far schifo, a suo tempo, siamo stati tagliati fuori dalla grande industria. Allora una sfortuna, tanto lavoro in meno. Oggi, a posteriori, una fortuna. Abbiamo ritmi da città post-industriale che ha capito ciò che non si deve fare.”; a………..si danno consulenze per la bio-architettura, si evitano ristrutturazioni invadenti o anomale, si scoraggia il traffico automobilistico, si partecipa alla sperimentazione dell’idrogeno come fonte di energia”; ad un certo punto l’articolo titola: “LA SILICON VALLEY UMBRA” ed afferma che “Qualità della vita slow è anche avere quella che qui chiamano orgogliosamente “la nostra Silicon Valley. Pochi, anche a………..lo sanno, ma è da qui che quattro milioni e mezzo di italiani, più diversi altri milioni di utenti fra Brasile e Grecia, ricevono i servizi TV su telefonino.”

Nell’articolo si dice anche che coloro che lavorano in questa Silicon Valley vanno al lavoro in bicicletta, ad ulteriore testimonianza della qualità della vita.
Tutto l’articolo è infarcito di luoghi comuni e banalità tese ad esaltare una finta realtà che non tiene conto del fatto che ci sono centinaia di pendolari che ogni giorno vanno a lavorare a Roma, che una “Silicon Valley” è stata costruita a devastare una “piana” fuori della zona industriale quando stava già per fallire, che in tanti anni sono state espulse le migliori intelligenze della città priva di lavoro qualificato, che il centro storico è depresso, assaltato ogni giorno da migliaia di automobili e dove alcune strade, completamente rifatte, sono ridotte a “campi carreggiati”, dove le pianure circostanti sono state cementificate da una alluvione edilizia, che si è costruito e si continua a costruire in zone esondabili e, dove, un paio di anni fa, una onorevole eletta in quella zona, azzardò l’ipotesi che “la città slow” fosse affetta da una grave malattia che chiamò “comitato di affari”.