opinioni

Padre Chiti, un esempio per tutti noi

domenica 21 novembre 2004
di Stefano Mocio

Padre Chiti giunse ad Orvieto nel 1991 per riaprire il convento dei Frati Minori Cappuccini, e questo fu l’inizio di una storia importante, sicuramente significativa per la nostra comunità intera e per moltissimi concittadini che, intimamente, in questi anni hanno avuto in lui un riferimento sicuro. Giunse ad Orvieto con la sua storia – Ufficiale dei Granatieri in pensione, già Comandante Generale della Scuola Sottufficiali di Viterbo - che scelse la strada della preghiera nell’ordine dei Cappuccini. Già di per sé questo fatto venne accolto con grande rispetto e anche sana curiosità tra la gente, ma sin da subito l’uomo Gianfranco Maria Chiti ebbe modo di farsi conoscere, di farsi apprezzare e… cercare, per la sua profonda sensibilità umana e cristiana. Sin da subito, Padre Chiti si avvicinò con molto tatto e una sensibilità singolare alle istituzioni.

Allora la mia esperienza politica era appena agli inizi, ma ricordo perfettamente il rapporto che egli seppe instaurare con i miei predecessori, a cominciare da Adriano Casasole, del quale fu grande e premuroso amico”. Credo, dunque, di interpretare il sentimento comune a tutti gli orvietani se di Padre Chiti mi soffermo a ricordare la grande spinta umana e spirituale con le quali, in questi anni di legame con la nostra comunità, egli ha saputo essere vicino a ciascuno di coloro i quali – e sono moltissimi – lo hanno cercato e avvicinato dando loro sostegno, speranza, conforto di fronte alle malattie e a tutte le ansie della vita, nei momenti di maggiore solitudine e nella paura.

Di lui ricordo l’incitamento a stare accanto ai giovani, che in questi ultimi anni, in diverse occasioni sono stati accolti presso il restaurato Convento dei Cappuccini. Una struttura che Padre Chiti, grazie all’aiuto di tantissimi amici sparsi per l’Italia, ha potuto e saputo far risorgere non solo come struttura architettonica ed ambientale fra le più belle del territorio intorno alla Rupe, ma come vera e propria oasi di ascolto e raccoglimento spirituale”.