opinioni

Due o tre cose che so di Porcari

sabato 17 luglio 2004
di Fausto Cerulli

Luciano Porcari, io lo conosco bene. Cominciai a conoscerlo quella volta che riuscì ad evadere

da un carcere svizzero dove era detenuto, e una notte mi si presentò a casa perché si voleva

costituire. Erano le tre di notte, luciano rompiballe, ed io chiamai al telefono il commissario di polizia di allora che neppure si scomodò per venire a prelevare il ricercato numero sei sette

otto…Glielo scodellai al Commissariato e due giorni dopo sui giornali locali apparve la notizia che il commissario aveva rintracciato ed arrestato il pericolosissimo Porcari dopo lunghe e pazienti

e ovviamente sagaci indagini, Così va il mondo delle veline di polizia.

Comunque Porcari si affezionò a me, e mi cercava ogni volta che aveva una grana e non aveva soldi per pagarsi un avvocato di quelli che si fanno rispettare a parcella. Riuscii, e non  me ne pento, a far

affidare la figlia minore Consuelo alla madre d Luciano anziché alla madre madre, la madre

di Consuelo, La quale madre somala di Consuelo non accettò di buon grado la sconfitta

legale e cercò di farmi precipitare dalle scale del Tribunale dei Minori di Perugina. Di nuovo Porcari mi chiamò quando, detenuto ad Orvieto, riuscì a costruire in carcere un prototipo di formula uno, e se avesse avuto la benzina sarebbe anche scappato e ancora corre… Mi occupai della

promozione mediatica dell’impresa, e fu la sola volta che ebbi qualche guadagno dal Porcari,

in quanto fui intervistato da giornali e anche da una televisione, e mi sembrava di essere l’avvocato Taormina detto anche il perry mason di casa o cosa nostra,

Di nuovo mi chiamò quando fu processato perché aveva minacciato di bombardare la capitale

svizzera se non gli davano certi soldi che gli spettavano, a suo incontrovertibile dire, Una

minaccia del genere, se l’ avessi fatta io mi avrebbero mandato ai matti, Ma il Porcari aveva

il precedente del più lungo dirottamento aereo della storia dei dirottamenti e allora la sua

minaccia bombardiera fu presa sul serio e gli costò altra condanna. Non posso dire che

Porcari non mi sia stato grato di quanto andavo facendo per lui, Soldi niente, saluti affettuosi

Tanti

 E quando cominciò a fare il pendolare Roma – Tokio, per motivi noti solo a Dio e ai servizi segreti, ogni volta mi prometteva che mi avrebbe portato un apparecchio  fotografico da Tokio che lì li sanno fare e costano poco. E per due anni, puntualmente, mi diceva che l’apparecchio l’aveva comprato e glielo avevano bloccato a Fiumicino::e quasi mi convinceva a  far causa all0Aviazione Civile con le maiuscole..

Poi sentii parlare di lui solo per vicende tragiche, quando uccise la convivente dopo una porcarata delle sue con tanto di magistrati col megafono e lui in cattedra assassina. E poi quando Pablito,

suo figlio, si uccise per precipitazione, come dicono i periti quando uno si butta dalla ripa,

come si dice in gergo orvietano. Qualche volta mi scrive dal carcere e sempre per dirmi

che sta per uscire , e che il processo sarà ripreso e che se parla lui….

E qui vengo al nodo, e poi passo e chiudo. Luciano Porcari è un millantatore, e di tre

cotte e recidivo. Ma su una cosa non credo che millanti: quando fa capire che maneggia

con i servizi segreti e lui lo dice non tanto in segreto: Di una cosa sono sicuro, anche se non ne ho la prova provata; e cioè che Porcari aveva a che fare con i servizi segreti e non solo italiani

da quando si guadagnava il boccone facendo il trafficante di armi nell’Africa del Sud: e

non mi venite a dire che uno fa il trafficante di armi se non ha il consenso tacito dei sevizi.

Contrabbando di armi, signori, non di sigarette o cioccolate ,Per questo, quando ho letto

che il Porcari dichiara di poter aiutare a far luce sull’assassinio di Ilaria Alpi, non mi

sono meravigliato. Prima di tutto perché Porcari, di moglie somala, vanta ancora amicizie

che contano nella nostra ex colonia,  Poi perché lo sanno anche i gatti che l’omicidio

di Ilaria Alpi ha a che vedere con i servizi segreti: e basta sentire le udienze della

commissione parlamentare di inchiesta che indaga sulla morte di Ilaria Alpi. Infine

perché appare ormai certo che l’assassinio di Ilaria Alpi è avvenuto perché la povera

giornalista aveva messo il dito e la macchina da scrivere su una faccenda di contrabbando di armi. E i contrabbandieri di armi sono come gli antiquari, mi si passi il paragone. Si conoscono tutti tra loro, e marciano divisi per colpire uniti.

La Procura di Roma ha segregato le notizie fornite da Porcari. Se sono notizie importanti si può essere certi che saranno addomesticate pro bono pacis e nell’interesse supremo della Patria, e che Porcari avrà uno sconto di pena.

Considerevole o meno a seconda dell’importanza di quello che sa. E che lui sappia

qualcosa, ci metto le mani sul fuoco.