opinioni

Spieghiamo meglio perché l’accusa di Breccia a Brugnoli è inesatta. E lasciamo stare le contrapposizioni di stampa.

mercoledì 21 aprile 2004
di Laura Ricci

Quando mi connetto col mio PC, automaticamente, sul monitor mi appare l’home page di orvietonews; non perché abbia un debole per la testata, ma perché AkebiA è l’azienda con cui collaboro, non tanto a livello giornalistico – giusto i miei culturali “magazine” - quanto per quel che riguarda la webfarm. Domenica 18, la sera, nel connettermi, ho avuto un colpo al cuore: non sono ironica, ce l’ho avuto davvero, nonostante tutto molti anni di “politica” non hanno arrestato quelli che considero i tuffi positivi del mio cardiaco battito. In apertura c’era il mio sindaco – di Porano -Enrico Brugnoli, con quell’articolo sulla denuncia per abuso d’ufficio, relativamente alla variante di piano regolatore, fatta da Gisleno Breccia; e io, che so che quell’accusa è inesatta e strumentale, ho provato dispiacere per i soliti crudi metodi di opposizione bieca, e un disagio per la notizia. Mi è sembrato esagerato metterla in apertura, magari l’avrei messa in seconda o in terza.

Poi c’è stato il consiglio comunale, il lunedì, con un duro giusto attacco di noi della maggioranza ai metodi brecciani, esplicitato da Giorgio Santelli, il nostro capogruppo.

Devo dire però, in tutta sincerità, che anche rispetto a quell’intervento ho provato disagio – il mio disagio emotivo che poi indago sempre cerebralmente, così prezioso per non farmi cadere nei trabocchetti dei soliti schemi – e precisamente riguardo a quei passaggi così duri nei confronti  di un pezzo di stampa:  Una stampa che ha scelto un campo di appartenenza e che non trova nemmeno lo spazio per informare correttamente anche delle posizioni assunte da questa maggioranza ma che fornisce esclusivamente grande spazio alle bugie della minoranza. Insomma, una stampa scarsamente pluralista… Così, tra l’altro, si dice.

Ho provato disagio perché, a dire il vero, anche questo mi è sembrato un pochino strumentale. Da parte di un altro pezzo di stampa. La solita contrapposizione tra “buoni e cattivi” che - scusate -ormai comincio ad essere troppo grande per poter accettare ingenuamente.

In consiglio – o alla riunione del gruppo consiliare – ero la vicesindaco; e l’argomento era così grave che mi sembrava ridicolo spostare il discorso sul vasto mondo dei meccanismi di stampa. E poi non ero neanche tanto documentata, quando ho sentito dire che non sarebbero state pubblicate le smentite. Anche se so che, correntemente, non è certo il costume di orvietonews; dove, tra l’altro, abbiamo, su un mucchio di cose - politiche e non - varie e diverse opinioni. Anche se lo so, per molti è difficile immaginare che si possa convivere – e neanche niente male – con varie e diverse opinioni.

Ora però – visto che non solo io, anche altri lo fanno – scrivendo questo editoriale metto anche altri panni; e nel frattempo mi sono documentata meglio.

La smentita è arrivata, ma solo ieri sera, martedì 20. Magari poteva anche essere fatta lunedì 19 e saremmo potuti andare in consiglio sia con l’appoggio della stampa “buona” – che era nascosto, nell’articolo del 18-4 Fella resta a Porano – sia con la smentita di quella “cattiva”, magari fatta tramite un editoriale piuttosto che con un comunicato. Io non mi fido mai di un comunicato quando voglio che le cose siano riportate precisamente, preferisco un editoriale che non può essere, in buona o cattiva fede, distorto. Come del resto fanno, giustamente, i vari Cimicchi, Frellicca, Ricci Giuseppe ecc…ecc… quando vogliono dire, a parole proprie, la loro.

 

Una cosa però, se posso rimettermi un attimo gli abiti da consigliera.

Chi leggesse solo orvietonews – senza andare su altri quotidiani on line, dove è pubblicato per intero l’intervento del capogruppo Giorgio Santelli (ma anche orvietonews l’avrebbe pubblicato se l’avesse mandato) – dato che la smentita non entra nei termini tecnici dell’accusa rischia di non capire bene come sono andati i fatti. Come consigliera puntigliosa preciso quindi brevemente, per chi ha avuto la pazienza di leggermi, che il sindaco Enrico Brugnoli non ha compiuto nessun abuso d’ufficio semplicemente perché, indipendentemente dalla variante, in base a una legge regionale quel che poteva fare prima, rispetto alla sua proprietà e ai suoi annessi, può fare adesso, cioè non aumentarne, ma semplicemente trasformarne i volumi; che non ha ritirato nessuna richiesta di concessione, perché nessun cittadino può ovviamente riprendersi degli atti, ma solo bloccato la sua domanda, come chiunque può fare, per evitare – senza ahimé sapere quel che sarebbe accaduto – eventuali polemiche; e che, soprattutto, il consiglio comunale ha approvato la norma contestata perché convinto della sua giustezza e non certo per “favorire” un sindaco che, tra l’altro, non aveva bisogno di nessun favore, dato che anche con la vecchia norma poteva fare quel che Breccia contesta.