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Politiche contro la violenza sulle donne a Orvieto. Intervista alla vicesindaco Roberta Tardani

sabato 24 novembre 2012
di Monica Riccio
Politiche contro la violenza sulle donne a Orvieto. Intervista alla vicesindaco Roberta Tardani

Il 25 novembre ricorre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne", una precisa ricorrenza voluta dall'Assemblea Generale dell'ONU in ricordo del brutale assassinio, nel 1960, delle tre sorelle Mirabal. In questa data molte sono le iniziative e molti i momenti di riflessione, poiché se si leggono i dati che riguardano l'Italia le cifre sono da brivido: 100 vittime, fino ad oggi, nel 2012, ovvero una donna uccisa ogni due giorni. I dati, allarmanti, arrivano dalle statistiche e sono ormai quasi quotidianamente confermati dalla cronaca. L'istituto di statistica ISTAT sottolinea che sebbene gli omicidi siano calati (circa 1/3 rispetto a 20 anni fa), quelli in cui le vittime sono donne fanno registrare numeri alti: nel 2010 le donne uccise sono state 156; nel 2009 erano state 172; nel 2003 il picco del decennio scorso con 192 vittime. E aumenta il tasso di omicidi che avvengono in ambito familiare o sentimentale: circa il 70% di questi omicidi sono compiuti da partner o parenti, mentre la percentuale è del 15% nei casi in cui la vittima è un uomo.

A Orvieto ne parliamo con la vicesindaco Roberta Tardani che, oltre ad altre deleghe, si occupa di pari opportunità, politica della famiglia, scuola, sanità e sociale.

Assessore, qual è la situazione orvietana di osservazione riguardo la popolazione femminile, cosa si sta facendo e cosa si è fatto per arginare la piaga della violenza e sostenere chi, purtroppo, ne è rimasto vittima?

I casi drammatici che risuonano quasi quotidianamente dimostrano che la violenza sulle donne è un fenomeno in crescita troppo spesso sottovalutato, che necessita di interventi urgenti di sensibilizzazione ed educazione alla non violenza e al rispetto per l'altro, cercando così di prevenire e combattere le concezioni culturali alle quali il fenomeno è collegato. Partendo dalla situazione regionale i dati presentati dal Telefono Donna non sono affatto rassicuranti. Nel ternano le richieste di aiuto negli ultimi sette anni sono raddoppiate, arrivando alla cifra di 133 denunce nell'anno 2011. Il nostro territorio non ne è affatto immune, si sono registrati, purtroppo, episodi di violenza contro le donne soprattutto in ambito familiare. Arginare la piaga della violenza non è affatto facile, perché molto spesso chi subisce violenza non denuncia il suo aggressore e alla violenza fisica si aggiunge quella psicologica.
Il Comune di Orvieto in qualità di capofila della Zona Sociale n. 12 dispone di un servizio sociale territoriale in grado di intercettare e accogliere le richieste di aiuto. Ma come ho già detto il fenomeno nella stragrande maggioranza dei casi è sottaciuto e rimane sommerso. Per questo motivo l'Amministrazione Comunale ha messo a disposizione dell'Associazione di volontariato "L'Albero di Antonia" una sede per l'apertura di un "centro di ascolto" per donne di ogni nazionalità che decidono di denunciare il loro caso e che permette di intercettare tutti quegli episodi che non si rivolgono ai servizi sociali.
Dal 2010 è stato costituito un tavolo tecnico interistituzionale al quale partecipano tutti i rappresentanti dei Comuni della zona sociale dell'orvietano, le Forze dell'Ordine, la Asl con i propri servizi specialistici, l'associazione l'Albero di Antonia e l'Ordine degli Avvocati. Sono realtà diverse quelle che hanno dato vita al tavolo tecnico, con pesi e ruoli diversi, che hanno però compreso che solo la creazione di una forte sinergia tra le parti può garantire risultati tangibili e consentire di promuovere efficaci interventi di prevenzione e di contrasto alla violenza, di monitorare un fenomeno difficilmente misurabile e di informare e sensibilizzare la cittadinanza su un fenomeno molto più presente di quanto si pensi.
Il tavolo ha concluso proprio in queste settimane la redazione di un protocollo tecnico-operativo, frutto della sensibilità che le istituzioni e le forze sociali del territorio hanno manifestato sul tema della violenza di genere, che rappresenta un valido strumento per affrontare e contrastare questo drammatico fenomeno sociale.
Il Comune di Orvieto, inoltre, è partner di un Protocollo provinciale per la gestione del servizio di contrasto alla violenza di genere, tramite l'attivazione del Telefono Donna e della Casa Accoglienza/Rifugio per le donne vittime di violenza e di eventuali figli minori, unica nella Regione.

Quali sono le intenzioni del suo assessorato rispetto al "Tavolo delle pari opportunità" che si era costituito e come pensa di lavorare, anche per la prevenzione, con le associazioni femminili del territorio, ossia Albero di Antonia, Filo di Eloisa, Emily Umbria, gruppi femminili dei partiti?

Il tavolo istituzionale per le politiche di genere e le pari opportunità, a cui partecipano le realtà politiche e associative di Orvieto, nasce con l'obiettivo di promuovere tutte quelle azioni volte ad eliminare gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono la piena partecipazione delle donne alla vita pubblica. Questi temi sono un obiettivo prioritario affinchè le donne possano disporre di un proprio progetto di vita. In questo contesto sono naturalmente comprese anche le donne provenienti da altri paesi che vivono e lavorano sul nostro territorio.
A tale proposito vorrei ricordare che il tavolo per le pari opportunità tornerà a riunirsi giovedì 29 novembre.

Le risultano casi di violazione, in ambito lavorativo, delle parità opportunità? Se si, quanti? Ha mai richiesto l'intervento della consigliera di parità provinciale o regionale? Esiste a Orvieto una commissione o un osservatorio in questo senso che fa capo al suo assessorato?

I casi di violazione delle pari opportunità in ambito lavorativo, in questo territorio, se ve ne sono, non sono stati mai segnalati agli uffici comunali e di ambito territoriale. Tuttavia è evidente che il fenomeno può esistere, ma per emergere ed essere denunciato ha bisogno di una consapevolezza forte, in primo luogo da parte delle donne lavoratrici. Va anche detto che la crisi socio-economica che stiamo affrontando in questo periodo non aiuta certo l'emergere di tale problematica proprio perchè, in nome della conservazione del posto di lavoro, le donne possono scegliere di tacere. E' evidente che la violenza è un tema che ha sempre tristemente accompagnato il percorso soggettivo e collettivo delle donne, tuttavia in questo momento storico la presa di coscienza del fenomeno sta registrando importanti passi in avanti. Stanno nascendo anche ai livelli istituzionali iniziative di coordinamento, ma la rete fra queste esperienze potrebbe ulteriromente trasformarsi alla luce delle cambiamenti in atto sul piano della riorganizzazione istituzionale.

Quali sono le politiche che il suo assessorato intende promuovere per incentivare il pieno inserimento delle donne provenienti da altri paesi che in città lavorano e vivono.

Il tavolo istituzionale per le politiche di genere e le pari opportunità ha il compito, tra l'altro, di pensare a politiche che possano consentire non solo l'inserimento delle donne nel mondo del lavoro, ma diano la possibilità a queste ultime di conciliare i tempi di lavoro con i tempi della famiglia laddove siano presenti elementi culturali diversi o altre problematiche. I problemi lavorativi e le difficoltà relative a gestire situazioni familiari complesse non riguardano ovviamente solo le donne italiane, ma tutte le donne senza differenza di etnia e di religione. Per tale motivo è attivo uno sportello immigrazione che supporta e sostiene nel disbrigo delle pratiche e orienta cittadine e cittadini - perché la questione delle pari opportunità non è declinata solo al femminile - verso i servizi più adeguati alle loro esigenze.

Come pensa si debba agire in presenza di situazioni che impongono un'immediata presa in carico da parte dei servizi sociali di una donna vittima di abusi?

Già a partire dal 2008 è stato stipulato un protocollo d'intesa tra il Comune di Terni (in rappresentanza delle Zone Sociali 10-11-12), l'Azienda Asl 4 e il Centro Pari Opportunità della Regione dell'Umbria per la realizzazione di un programma di azioni integrate a contrasto della violenza e di tutela e protezione nei confronti delle donne e loro eventuali figli minori. E' stata istituita, come previsto dal programma operativo del protocollo, una Casa di Accoglienza Protetta in grado di ospitare donne vittime di violenza e loro eventuali figli minori. L'attivazione di una rete di servizi integrati è essenziale per prevenire e gestire la complessità del fenomeno ed evitare così conflitti tra i vari soggetti che a vario titolo se ne occupano.

Al suo assessorato che cifre risultano tra casi reali e documentati, sospetti di abusi, richieste di aiuto, richieste di intervento per maltrattamenti, accessi al centro di ascolto? Quante persone sono impiegate sul territorio in questo ambito?

La dimensione territoriale della zona sociale e quella del territorio di Orvieto in particolare impongono l'obbligo della riservatezza sulla quantità e la qualità delle richieste di aiuto da parte delle varie istituzioni che collaborano al sostegno delle donne e dei minori maltrattati. Infatti potrebbero essere facilmente riconoscibili, quindi non posso aggiungere ulteriori elementi. Quanto alle persone che sul territorio sono impegnate in questa problematica posso invece dire che vi sono diverse figure, che vanno dai servizi sociali del Comune, ai servizi specialistici della Asl, alle Forze dell'Ordine e alla Magistratura e all'associazione Albero di Antonia che gestisce lo stesso centro di ascolto.

Come si riesce, in un momento in cui le risorse economiche non offrono al suo assessorato grandi margini di manovra, ad essere operativi e presenti offrendo un servizio sociale e di sostegno a chi si rivolge ai centri di ascolto?

Unendo le forze e facendo rete con le realtà no profit del territorio. Proprio questa settimana la Giunta Comunale ha approvato la costituzione di una Associazione temporanea di scopo (ATS) tra il Comune di Orvieto, in qualità di comune capofila della Zona Sociale n. 12, e l'Associazione L'Albero di Antonia per la realizzazione del progetto "Centro di ascolto Albero di Antonia'. Il Progetto, finanziato dal Dipartimento delle Pari Opportunità, si propone di ampliare i servizi già offerti dall'Associazione a tutte le donne che hanno subito violenza.
Il Comune di Orvieto ha anche aderito al progetto regionale "UNA", finanziato anch'esso dal dipartimento delle Pari Opportunità, che ha come obiettivo il consolidamento e la realizzazione di una rete unica integrata di soggetti pubblici e privati per creare nuovi servizi territoriali antiviolenza e consolidare quelli preesistenti.
Il finanziamento di entrambi i progetti ci permetterà di proseguire e potenziare le esperienze già intraprese con successo sul territorio.

Per quanto riguarda la prima infanzia e l'adolescenza quali sono le risorse su cui il suo assessorato può contare per il sostegno alle madri vittime di abusi o violenze?

Tra le azioni strettamente connesse ai bisogni oggettivi delle donne vittime di violenza il Comune di Orvieto ha approvato la modifica del regolamento di assegnazione per le casi popolari attribuendo il punteggio massimo alle donne che sono vittime di violenza con o senza figli a carico. Questa ritengo sia una risposta straordinariamente concreta. Poi, come ho già detto, siamo anche partner di un Protocollo provinciale per la gestione del servizio di contrasto alla violenza di genere, che ha attivato Telefono Donna e può indirizzare le donne vittime di violenza e di eventuali figli minori presso la Casa di Accoglienza/Rifugio. Oltre naturalmente a tutto il lavoro e sostegno delle operatrici dei servizi sociali che si occupano direttamente dei casi.

Infine, quali sono secondo lei le azioni più importanti da intraprendere per far sì che le cifre suddette si abbassino sempre più, su scala nazionale e su base locale, per far in modo che in presenza di abusi non si arrivi a situazioni che possano compromettere la salute fisica e psicologica di una donna?

E' assolutamente necessaria la realizzazione di interventi e progetti per attività di sensibilizzazione, di informazione e di scambio di esperienze tra realtà diverse, nazionali e internazionali oltre che la promozione e il sostegno di gruppi di automutoaiuto e lo sviluppo di collaborazioni con realtà associative e di volontariato operanti a livello locale. Come ho già detto più volte nel corso di questa intervista solo unendo le forze si riesce ad agire con maggiore incisività ed efficacia.
L'ambizione e il desiderio di questa Amministrazione è che insieme agli altri soggetti che ho citato si riesca a creare una sensibilità collettiva attorno al problema della violenza di genere, che rappresenterebbe anche un valido sostegno per tutte quelle donne che pur essendo sottoposte a fenomeni di violenza scelgono ancora di non denunciare.

La ringraziamo e le auguriamo buon lavoro.