intervista

Basta con le polemiche, pensiamo a fare bene

venerdì 31 ottobre 2003
di gabrieleanselmi@unn.it

In questi giorni lei è stato criticato dall’assessore alla Cultura Enrico Petrangeli in merito alla gestione della scuola di musica, si sente il primo imputato?

 

Io ho sempre fatto il mio dovere in tutta tranquillità, non credo di essere stato attaccato da nessuno.

 

Che cosa ha fatto l’associazione Mancinelli rispetto a ciò che era stato auspicato al momento della sua costituzione, ovvero nel campo della gestione musicale, delle edizioni musicali e degli altri progetti che erano in cantiere e non sono mai stati attivati?

 

Su questo aspetto  effettivamente c’è da dire qualcosa: le aspettative  che si erano prefissati l’amministrazione, l’assessore alla cultura e il consiglio di questa associazione forse sono state un po’ disattese. Non so da che cosa dipende. Penso comunque che non dipende da me, perché  non faccio parte del consiglio dell’associazione.

 

Quanti iscritti conta la scuola di musica e perché la maggior parte di essi sono iscritti a piano e violino e pochi ai fiati? Mi sembra un problema reale dal momento che nelle manifestazioni della scuola vengono spesso chiamati strumentisti di fuori.

 

Il fatto che ci siano classi più gettonate e classi con meno studenti non è un discorso da circoscrivere soltanto alla scuola di Orvieto, anzi, noi, in rapporto a quello che succede in altre scuole umbre, siamo quelli con il maggior numero di iscritti alle classi di fiati. È una tendenza generale quella di rivolgersi di più a strumenti quali il pianoforte, il violino, la chitarra: è normale che sia così.  Mi sono preso la briga di telefonare a dei colleghi delle scuole umbre; per esempio a Spoleto ci sono 6 classi di pianoforte e una di tromba, a Foligno ci sono 5 classi di pianoforte e nessuna di tromba, a Citta di Castello ci sono 4 classi di pianoforte e una di tromba, a Castiglione del Lago, una realtà molto più piccola delle altre, 2 classi pianoforte e una di ottoni perché altrimenti con una sola classe di tromba non sarebbero riusciti ad avere un numero di alunni iscritti a quella classe ed inoltre non hanno nessun clarinetto. Quindi considerando che noi a scuola abbiamo 46 allievi che studiano strumenti a fiato a fronte di 41 iscritti nelle classi degli archi (violivo e violoncello) e 29 nelle classi di chitarra (classica e moderna) ritengo che tutto questo allarmismo per i fiati sia un poco eccessivo, naturalmente gli allievi di pianoforte sono di più, ma questa è una tendenza generale.

 

Un adeguata politica di orientamento ridurrebbe comunque questo dislivello?

 

Parlare di orientamento all'interno di una scuola di musica non è una cosa tanto semplice. Non è come una scuola media o un liceo dove gli insegnanti orientano i ragazzi verso una o un'altra disciplina scolastica secondo una serie di valutazioni che si fanno durante gli anni. Noi ci troviamo di fronte a ragazzi di 10 o 12 anni; magari vengono dicendo che vogliono suonare la batteria; è complicato e forse non è nemmeno giusto dirgli che dovrebbero studiare un’altra cosa. Qualcuno  viene  ad iscriversi a batteria dopo aver pensato, riflettuto, parlato con amici  con cui pensa di mettere in piedi un complessino,oppure vuole studiare il violino perchè lo studia l'amica del cuore : la nostra politica di orientamento è quindi molto chiara ed è quella di rispettare e salvaguardare, nell'iscrizione ai corsi, la volontà degli allievi e delle loro famiglie,  perchè, in effetti, la scuola è stata sempre correttamente intesa come un servizio, in risposta ai bisogni formativi degli iscritti e non strumentalizzata per la difesa corporativa degli interessi dei docenti. Cosa diversa, naturalmente, è consigliare genitori e allievi che lo richiedano; cosa, comunque sempre difficile, perchè risulta estremamente impegnativo intuire e valutare la propensione musicale di bambini di sei/sette anni.

 

Può darsi anche che in generale si sia persa la cultura della banda che era l’unico tramite per far conoscere a tutti la cultura degli strumenti a fiato?

 

Certo, questa sicuramente è una cosa giusta. Parlando con alcuni componenti della banda abbiamo valutato più volte che una presenza più viva di questo gruppo, con più uscite fatte in maniera diversa, con concerti più frequenti, avrebbe potuto favorire lo studio e la conoscenza di questi strumenti. 

 

Quale è il rapporto tra la scuola di musica e la banda?

 

Io sono sempre andato d’accordo con tutti specialmente con quelli della banda. Mi sono dato da fare anche personalmente per aiutare il nuovo maestro su tante cose. Chi afferma che esiste un conflitto tra la scuola di musica e la banda, non so per quale motivo lo faccia. In passato gli allievi della banda hanno trovato un trattamento privilegiato rispetto ad altri iscritti. Se devo essere onesto non saprei dire esattamente per quale ragione non è stato mantenuto tale rapporto.

 

Qualcuno sostiene che lei non privilegia i musicisti orvietani, è vero?

 

Diciamo che gli allievi, usando una parola buffa, che abbiamo potuto riciclare li abbiamo riciclati tutti all’interno della scuola. Certo il numero degli allievi è quello, il numero degli insegnanti è quello, posto per tutti è difficile trovarlo. Magari avessi la possibilità di dare lavoro a tutti quelli che sono usciti dalla scuola, sarei la persona più felice di questo mondo perché poi sono stati anche miei  allievi. Se non lo posso fare è perché non è possibile farlo.

 

A livello di iscrizione la scuola comunale di musica risente la presenza di un’altra scuola di musica?

 

No, perché quest’anno c’è stato addirittura un incremento nel numero degli iscritti. La nascita di altre scuole  è anche un bene perché nessuno può dire che ragazzi vanno alla scuola comunale di musica perché non c'è alternativa. Quindi il fatto che nascono altre scuole mentre a noi aumentano gli iscritti, è motivo di orgoglio, perché vuol dire che quello che facciamo riscuote l'interesse e l'approvazione dei ragazzi e dei genitori, senza nulla togliere alle altre realtà.

 

Nel cartellone pubblicitario non erano presenti i laboratori musicali quindi la scuola di musica ha interrotto questi corsi?

 

Ci sono il laboratorio di musica da camera, l’orchestra e tutte le altre cose. Abbiamo tolto la dicitura dal manifesto perchè iscrizioni separate per i laboratori non sono mai state fatte: i laboratori vengono frequentati dalle persone che si iscrivono alle classi di strumento.Tutti gli iscritti possono frequentare senza ulteriori iscrizioni tutti i laboratori attivati all'interno della scuola.

  

Quale è e quale è stato il rapporto con il presidente della scuola di musica Massimo Ciotti?

 

È inutile nascondersi che questo è stato un rapporto che forse non è partito bene fin dall’inizio. Purtroppo l'esito non è dei più felici, ma spero che si possa concludere nel migliore dei modi anche per il bene della scuola. Bisogna dire che queste cose, a volte, vengono strumentalizzate.

 

A questo punto è noto a tutti che tra di voi è in piedi un contenzioso anche giudiziario, per garantire un futuro alla scuola di musica si dovrà scegliere tra l’uno o l’altro?

 

Non ho mai detto questo. Le questioni personali non devono  influire sul lavoro. Ciotti può fare benissimo il presidente e io il direttore senza nessun problema. Qualcuno ha detto che i problemi in cui si dibatte l’associazione e la mancata realizzazione dei suoi propositi dipendono dal fatto che il presidente e il direttore non vanno d’accordo. Ciotti è il presidente dell’associazione e aveva determinate cose da fare, io sono il direttore didattico della scuola e avevo altre cose su cui lavorare.Le nostre strade possono tranquillamente procedere parallele  e in ogni caso, se in una squadra ci sono dei dissapori tra due persone, non per questo si deve fermare ogni attività: se un giornalista ha una discussione con il direttore del giornale quest'ultimo non fa smettere di uscire il giornale.

 

Presidente e vicepresidente hanno presentato le proprie dimissioni, come andrà a finire questa vicenda? Esiste l’ipotesi del commissariamento.

 

Sono domande alle quali io non posso rispondere perché è un argomento che riguarda il consiglio di amministrazione che deve prendere  visione di queste dimissioni per poi valutare il da farsi. Io non faccio nemmeno parte del consiglio:  non spetta a me entrare nel merito di quello che il consiglio decide.

 

Cosa risponde a Petrangeli quando dice che la scuola di musica non può servire per tutelare gli interessi di qualcuno?

 

Questa devo dire che non l'ho proprio capita. Non so se l'assessore lo pensa veramente o l’abbia detto nella foga dell’intervista, perché a me non hai mai dato la sensazione di pensare una cosa del genere. Sarà forse il clima particolare o il fatto che siamo in un periodo di precampagna elettorale, ma io spero che si possa continuare a lavorare tranquillamente come si è sempre fatto almeno all’interno di questa scuola.

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